Data: 31/03/2004 - Anno: 10 - Numero: 1 - Pagina: 20 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
C’è da augurarsi che il tanto nostro discusso e discutibile Istituto ufficiale d’indagine che va sotto il nome di ISTAT asserisca il vero almeno quando sentenzia che la media della vita umana è in continuo aumento. Cosa che a noi, che abbiamo, per così dire, un po’ di pasta tra le mani, non sembra tanto scontata. Evitando, comunque, di affrontare in questa sede discorsi che potrebbero apparire bizantineggianti, continuiamo a registrare da queste colonne gli eventi lieti delle nascite e dei matrimoni, e quelli tristi delle morti. La morte di Maria Vittoria Cossari vedova Nisticò (‘e Sosti), avvenuta in Badolato il 27 febbraio 2004, non ci siamo sentiti, in verità, di considerarla evento triste. Né c’era intorno a noi quel giorno il clima di profonda mestizia che si respira ogni volta che ci lascia un congiunto, una persona cara, un amico. E non perché la centoquattrenne nonnina Maria Vittoria non fosse una persona cara, ma soprattutto perché lei stessa, dalla bara nella quale era riposta per l’ultima sua partenza, sembrava invitare a non piangere, tanto era sereno il suo volto, ed anche poco sofferto, nonostante il peso dei non comuni anni. Attorno a lei figli, genero, nuore, tanti nipoti e tutta Badolato, quasi a gioire che la vita si sia realizzata per così lungo tempo in questa nostra laboriosa donna. E l’invito a non piangere anche da parte di quei pochi rintocchi di campana non a caso cadenzati a festa, a “gloria”, all’uscita dalla chiesa dei SS Angeli custodi alla fine della celebrazione della Messa sul corpo. Ciò non avveniva in Badolato dal 25 giugno 1982, quando è volata via nel vecchio borgo Teresa Piroso vedova Niglio, nata cento anni prima, il 20 aprile 1882. Questa nostra piccola comunità sperava poter festeggiare un altro centenario nel 2006, ma mastro Peppino Spagnolo ci ha rattristati, perché non ce l’ha fatta, nonostante ogni rosea previsione. Nel 2006, però, c’è comunque un appuntamento, con un’altra nostra nonnina: speriamo ed auguriamo che non venga meno. Intanto il 2 marzo 2004 ha tagliato il traguardo dei 103 un’altra nostra longeva, Francesca Crea vedova Fiorenza, alla quale l’altro giorno, alla fine di una lettura apposta per noi e della simpatica conversazione in discreta lingua italiana, abbiamo augurato salute serenità e lunga vita, con un abbraccio anche a nome di tutti gli amici de “La Radice”. Che non stia cominciando l’epoca in cui l’ISTAT smentisce trionfalmente i più ostinati increduli?! |