Data: 31/12/2009 - Anno: 15 - Numero: 3 - Pagina: 31 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
Letture: 1189
AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
COSIMO PIROSO (Badolato, 28.4.1916 - 9.11.2009) Una colonna veniva definito Cosimo Piroso da più di uno tra i tanti suoi conoscenti ed amici, e non soltanto per la longevità e per la sua struttura corporea, non eccezionale ma neanche comune. Era così definito anche per le sue qualità di uomo che riflette prima di parlare, che medita prima di agire, che consiglia, che dona, che stimola serenità e fiducia, che soffre e non s’abbatte facilmente. Ascoltando dalla sua viva voce il racconto del servizio militare durante la seconda guerra mondiale, della terribile ferita al cervello riportata in Africa, del rientro in Italia con il risveglio all’ospedale di Napoli e delle atroci sofferenze sopportate, con conseguenze che l’hanno accompagnato sino all’ultimo giorno, si rimaneva perplessi ed ammirati della grande capacità di sopportazione, ricavandone esempio di equilibrio, mentale e relazionale. In tanti anni di frequentazione non l’ho mai sentito dire “sto male”. È scomparso con lui un punto di riferimento per numerosi parenti ed amici. Per me, per noi de “La Radice” era anche uno dei più validi collaboratori, anche se soltanto rare volte veniva menzionato nel periodico. Era una mia fonte speciale, orale ma ricca di notizie riguardanti la nostra storia passata. Mi piace qui ricordare che si deve a lui soprattutto il recupero della Storia dei Testimoni di Geova in Badolato. Ma è anche stato talvolta ispiratore di alcune indagini e prezioso consulente in vari censimenti riguardanti il ’900 del vecchio Borgo: l’ultimo l’abbiamo iniziato il tre novembre, ma non l’abbiamo finito perché se n’è andato qualche giorno dopo. A noi mancherà tanto Cosimo Piroso, come collaboratore e come amico. |