Data: 31/08/2021 - Anno: 27 - Numero: 2 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
CARO PREFETTO, ECCO I MASSONI DI CATANZARO. |
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AUTORE: Mario Saccà (Altri articoli dell'autore)
In ogni Archivio di Stato esistono faldoni mai aperti che contengono documenti di grande interesse per chi si interroga sul “chi eravamo” in un certo periodo del passato recente. Uno di questi, proveniente dal gabinetto di Prefettura di Catanzaro, conteneva la corrispondenza fra Questura, Prefettura e Procura Generale del Re riguardante la massoneria cittadina. Il primo carteggio risale all’Agosto del 1924. In data 19, 22 e 27.8 il Questore Regolo Fabbri trasmette al Prefetto l’elenco degli “impiegati dello Stato” e dei “liberi professionisti” della città “iscritti alla Massoneria di Palazzo Giustiniani”. La lettura dei nomi dimostra come all’interno della fratellanza massonica si incontravano le varie componenti sociali, politiche e culturali di quel tempo in un clima di reciproco rispetto e di collaborazione che si esprimeva nella vita civile. Le Istituzioni, le arti, le professioni, i servizi pubblici sono rappresentati dai livelli più alti a quelli esecutivi. Dal parlamentare On. Nicola Lombardi all’applicato dell’Ospedale Militare, dall’Ufficiale del 19° Fanteria al Sostituto Procuratore Generale, dall’impiegato dei telefoni a quello postale. E ancora medici, avvocati, ingegneri, fotografi, farmacisti, direttori di Banca, notai, commercianti e artigiani. Vi è anche Don Pippo de Nobili e il maestro di musica Faust Griffo. Alcuni dei personaggi vivevano ancora durante la mia adolescenza: il sarto Luigi Juli, appassionato cacciatore assieme ai suoi figli, il dott. Alfredo Cognetti, l’avv. Antonio Giglio, che fu suocero di Bruno Dominijanni, socialista impegnato anche nelle istituzioni elettive fino a diventare Presidente della Regione Calabria, Cristallo, commerciante il cui negozio è uno degli ultimi sopravissuti alla demolizione sistematica delle cose antiche di Catanzaro, Alberto Mazzocca, altro negoziante “inn” della città, il raffinato parrucchiere Nanni che praticava la sua “arte” in un locale di Corso Mazzini collocato nella strettoia demolita negli anni intorno al 1970. E ancora l’avv. Pelaggi il cui funerale provocò qualche commento negativo perché celebrato col rito cattolico nella chiesa di S. Giovanni, cosa giudicata disdicevole per un massone praticante. I fratelli Miglio, titolari della rivendita di Sali e tabacchi che esiste a tutt’oggi, Asturi, titolare di una nota cartoleria. Altri nomi appartengono alla storia cittadina come il Sindaco Iannoni, l’avv. Giuseppe Casalinuovo, l’avv. Castagna che fu anche presidente dei combattenti, l’avv. Raimondo Cefalẏ e altri che meriterebbero di essere ricordati con monografie particolari. Mario Saccà (Ringraziamo l’amico collaboratore per averci partecipato, questa volta, questi interessanti frammenti di storia di Provincia, che hanno un senso che va ben al di là del loro contenuto, anche perché rappresentano parte di un Storia più vasta e di notevole importanza sociale. Tra l’altro, ai Catanzaresi di una certa età ricorda la grande Catanzaro d’altri tempi. E può aiutare anche la memoria dei Badolatesi che anche alcuni loro illustri concittadini hanno fatto parte di quella grande Famiglia: “La Radice” ne ha scritto qualche volta. – Ndd) |