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MOSTRA “ARTE E FEDE” A GERACE Presente anche una delegazione di Badolatesi
Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2021 - Anno: 27 - Numero: 3 - Pagina: 12 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

IN RICORDO DI ENRICO FIERRO: UNO SCRITTORE E GIORNALISTA D’ALTRI TEMPI,

Letture: 1205               AUTORE: Guerino Nisticò (Altri articoli dell'autore)        

IN RICORDO DI ENRICO FIERRO:
UNO SCRITTORE E GIORNALISTA D’ALTRI TEMPI,
UN “BADOLATESE D’ADOZIONE”
CHE AMÒ TANTO BADOLATO!
Improvvisamente, l’8 Novembre 2021, dopo due mesi di degenza in ospedale, l’amico giornalista
e scrittore Enrico Fierro, “badolatese d’adozione” dal 2010, è andato via! Un vero giornalista,
straordinario e dalla schiena dritta, che amava tanto Badolato e la sua Comunità, che amava per davvero
la Calabria e che nella nostra regione aveva combattuto battaglie civili coraggiose (di recente quella su
e per Riace). Enrico, originario di Avellino, militò
fin da giovane nel Partito Comunista Italiano
divenendone un quadro-dirigente. Scrisse per il
settimanale “Dossier Sud” e per “La Voce della
Campania” e per i periodici “L’Espresso”, “Epoca”
e “Avvenimenti”. Collaborò, inoltre, a trasmissioni
e inchieste per la televisione. Importantissima fu
la sua collaborazione con il quotidiano fondato da
Antonio Gramsci, in qualità di inviato speciale in
missioni di guerra. Per L’Unità realizzò, infatti,
reportage sulla crisi dell’Albania e sulla guerra
in Kosovo. Negli ultimi anni lavorò per Il Fatto
Quotidiano, per poi seguire il collega Stefano
Feltri al nuovo quotidiano Domani, per il quale ha scritto nell’ultimo anno della sua vita. Nel corso della
sua attività rilasciò interviste a La Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, Herald
Tribune, New York Times, CNN, e fu il protagonista di una docu-fiction sul primo canale della TV
tedesca. Realizzò, assieme a Ruben H. Oliva, il documentario “La Santa. Viaggio nella ‘ndrangheta
sconosciuta”, ed assieme all’omonima pubblicazione, ottenne il Premio Globo d’Oro 2007/2008, il
Premio Borsellino 2007 e il Premio Itaca 2008. Il 4 maggio 2013 il nostro Enrico Fierro ricevette il
premio Gerbera Gialla per il giornalismo, consegnatogli a Reggio Calabria dall’associazione antimafia
“Riferimenti”. Scrisse anche diversi libri tra cui, nel 2017, “La Genovese. Una storia di amore e di
rabbia”, edito dalla Compagnia Editoriale Aliberti. Di recente, sposando senza remore ed in maniera
pura e determinata la causa di Riace e Mimmo Lucano, scrisse e presentò in giro per l’Italia Riace Social
Blues: uno spettacolo teatrale sulla storia di Mimmo Lucano e del piccolo paese locrideo, il racconto
di una umanità giusta che guarda ai valori dell’uguaglianza, che narra anzi “dice”… perché per questa
storia non servono attori, non si può recitare la vita ma si può solo dire.
Ogni tanto il caro Enrico scriveva per “foglieviaggi”, fuori dalla mischia politica, ma il suo
linguaggio era sempre appassionato e conservava la grande capacità di fare “entrare dentro” i luoghi,
le persone, la loro natura e le loro ragioni. Uno dei suoi ultimi articoli, molto bello ed appassionato,
redatto e pubblicato a seguito del primo grande lockdown durante l’emergenza Covid-19, si intitolava:
“BADOLATO: IL PAESE CHE TI SA ASPETTARE”. «Badolato è un “paese comunità” - scriveva
Enrico Fierro in questo breve ma intenso articolo - dove la gente che viene da fuori ha stretto amicizie
e legami con la gente del posto. Legami umani solidi che vanno molto al di là di concetti che non ce la
fanno a rendere l’idea (turismo, integrazione). […] Badolato: dove il tempo è fuori dal tempo, dove i
luoghi non sono luoghi, dove la persona si fonde nella comunità. “Un paese vuol dire non essere soli,
sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad
aspettarti” scriveva Cesare Pavese e Badolato è un paese-comunità che ti sa aspettare, sempre!».
Nel novembre 2019 Enrico Fierro, all’epoca dei fatti collaboratore de Il Fatto Quotidiano, soggiornò
a Badolato per una lunga settimana di riprese, con un tour speciale nella Calabria ionica tra Badolato e Riace, in compagnia di una troupe di giornalisti e cineoperatori del suddetto quotidiano nazionale
e della sua web-TV “LOFT”. Si trattò di riprese dettagliate con interviste realizzate a Badolato -tra
borgo, campagne e mare- con Andrea Caminiti ed Elisa Laurora, Guerino Nisticò, Cathy Rosinski,
Muneeb Shahzad, le donne del borgo Rosina e Peppina, e tanti altri. La web-TV mise poi in onda, sulla
propria piattaforma, il documentario “Italia.doc/Regioni” con uno speciale dedicato alla Calabria ed a
particolari “storie calabresi” e con un doppio servizio anche sulla nostra Badolato.
Enrico Fierro, in data 27 Dicembre 2021, per una sua esplicita richiesta ante-mortem resa pubblica
anche attraverso un recente articolo-intervista, è stato tumulato nel nostro cimitero. L’urna con le sue
ceneri, grazie anche alla disponibilità dell’Amministrazione comunale attuale, è stata portata a Badolato
dalla sua grande e straordinaria famiglia ed è stata accolta da un gruppo di amici storici badolatesi e non,
assieme ad una rappresentanza istituzionale del Comune di Badolato. Le sue ceneri resteranno custodite
all’interno di un loculo del terzo piano del cimitero comunale, in prossimità della cappella. Ora Enrico
riposa dove voleva, nella terra che è diventata sua, che lo ha accolto e che aveva accolto nel suo cuore,
con vista sul suo-nostro amato borgo antico e sul mare di Ulisse. Durante la cerimonia di tumulazione
- privata, laica ed informale - sono stati diversi ed appassionati i saluti e gli interventi commossi in
ricordo di Enrico, a partire dalla figlia Rossella - presente con le sorelle Raffaella e Martina e con la
madre Carmen (ex moglie di Enrico) - e dalla sua compagna Frances, accompagnata dai loro giovani
figli Livia e James. Sono seguiti i ricordi e le parole di Lucio Musolino, suo amico e collega giornalista, e
degli amici badolatesi Turi Caminiti, Pepè Argirò, Guerino Nisticò e Gianni Verdiglione che ha curato la
realizzazione della lapide marmorea. Enrico era e resterà per sempre un pezzo importante di questa nostra
piccola-grande nuova comunità multiculturale badolatese. Resterà nella memoria e nel cuore di tanti!
«Scrivere di Enrico - dichiara il suo grande amico badolatese Domenico Rotiroti - non è facile
perché con la parola scritta ci sapeva fare, quindi un po’ temo la brutta figura. Enrico per me più
che un amico è un fratello; quello con cui ho condiviso la vita, le serate, le sigarette, un bicchiere
di vino e il parlare di tutto e di niente sempre sorridendoci, sempre volendoci bene. È una persona
speciale, io non riesco a parlare al passato perché con
lui il passato non esiste, esiste ma solamente un presente
dove lui è un dono e i doni belli te li porti dentro per tutta
la vita. Ho avuto una gran fortuna ad incontrarlo e non è
un caso che sia successo a Badolato borgo, che è luogo
magico dove incontri persone speciali e sei circondato
di incanto. Enrico era una di quelle stelle che se alzi gli
occhi al cielo spalanchi la bocca dallo stupore. Chi ha
avuto fortuna di assistere al suo passaggio ne è rimasto
incantato. Ciao amico mio!».
«Ho conosciuto Enrico - dichiara Turi Camini in un
appassionato e personale ricordo - fin dalle primissime
volte che venne a Badolato. Inutile dire che diventammo
subito amici, perché in comune avevamo la visione, il sogno e l’utopia di una società più giusta. Una
società dove non esistono “ultimi” o “clandestini”. Enrico era un compagno, nella sua accezione più
bella “cum panis”, che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono
anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, amori, lotte e anche sofferenze, come
diceva qualche vecchio compagno partigiano. Lui amava Badolato, quasi incondizionatamente, arrivava
da noi non solo per le meritate vacanze insieme alla sua splendida famiglia, ma ogni qualvolta per
lavoro, ricerche, studio, si trovava in Calabria. Ci mancheranno le notti passate a fumare e a litigare
sui destini del mondo insieme a Totò il Pirri, a proporre soluzioni, a interrogarci sui nostri errori e sulla
nostra storia. Adesso anche lui “dorme” sulla nostra collina, di fronte al nostro paese e al mare di Ulisse,
insieme ad altri amici e compagni ai quali vorremo sempre un gran bene e che non dimenticheremo…
e cercheremo ancora di cambiare questo mondo, anche per loro ».



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