Data: 31/12/2013 - Anno: 19 - Numero: 3 - Pagina: 7 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
CI RICORDEREMO DEL SIRLETO? |
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AUTORE: Ulderico Nistic (Altri articoli dell'autore)
Lunghissima la lista delle ricorrenze storiche che la Calabria si lasciata sfuggire: una per tutti, san Francesco di Paola, quanto dire! Nel 1514 ricorre il quinto centenario della nascita del cardinale Guglielmo Sirleto di Guardavalle, o, come pensano altri, di Stilo; a tuttoggi non c traccia di alcuna intenzione di far qualcosa, e perci ci pensiamo, nella nostra modestia, qui noi. I Sirleto erano una buona famiglia del casale a difesa della valle, militari, funzionari della citt, ecclesiastici. Il padre era un medico, la madre si crede fosse una Politi di Cropani. Guglielmo studi a Napoli, e pass a Roma percorrendo la carriera ecclesiastica in Vaticano, amico e collaboratore dei cardinali Seripando e Cervini che sar, per un solo mese di vita, papa Marcello II (1555) e lo nominer custode della Biblioteca. Paolo IV (1555-9) lo conferm, aggiungendo la dignit di protonotaro apostolico. Fu attivissimo nei lavori del Concilio di Trento senza parteciparvi personalmente, ma fungendo, per mezzo di corrieri, da consulente culturale e teologico con la sua formidabile cultura greca, latina, ebraica. Lo stesso Paolo IV lo cre cardinale con il titolo di diacono di San Lorenzo in Panisperna. Si parl di lui come candidato al soglio nel Conclave del 1566, quando leletto, il Ghisleri, prima di accettare, volle ricevere lassenso del competitore. Uomo di cultura e non dazione, lo Spirito Santo gli prefer il forte e rude Pio V, che invier la flotta italospagnola alla grande vittoria di Lepanto. Si torn a parlare di Sirleto nei Conclavi seguenti. Presiedette importanti commissioni, e, tra queste, quella del calendario, e svolse funzioni diplomatiche, in particolare durante la crisi dellabdicazione di Carlo V (1555). Mor nel 1585, assistito dai futuri santi Filippo Neri e Carlo Borromeo; di questi era stato maestro. Questa scarna biografia ha bisogno di essere completata, intanto con lelenco e lo studio dei molti manoscritti che il cardinale lasci inediti. Per conto nostro, abbiamo pubblicato con ampio commento la predica che per la sua morte tenne in Squillace padre Lattanzio Arturo da Cropani. Vogliamo qui rilevare che quella del Sirleto non la figura di un calabrese di nascita e forestiero di vita, come tanti, e che il suo rapporto con la terra natale non sinterruppe. Possiamo individuare quello che abbiamo altrove definito il circolo dei calabresi in Roma, composto da intellettuali che preferivano saltare Napoli e cercare protezione e spazi in quella che, sede papale e cosmopolita, era pur sempre la caotica e promettente capitale del mondo! Nel 1571 Gabriele Barrio pubblica a Roma la sua opera storiografica; nello stesso tempo, Francesco Grano di Cropani d alle stampe il De situ , ed entrambi si danno a recuperare limmagine di una Calabria di cui gi allora si usava dir male. A Luigi e Antonio Giglio di Cir si rivolge Sirleto per la riforma del calendario, approvata da Gregorio XII nel 1582 e oggi in vigore. Tommaso Arturi, fratello di padre Lattanzio e guerriero e storiografo, opera a Roma; vi troviamo anche il Quattromani, il Pelusio, il Casopero, il Casella, il Franchini Sirleto fu vescovo di San Marco [Argentano], poi, nel 1568, di Squillace, che allora comprendeva, come fino a pochi decenni fa, Stilo e il suo territorio. Alla cattedra scilletina rinunci dovendo vivere a Roma come bibliotecario apostolico, e volendo obbedire ai dettami del Concilio sulla residenza dei presuli nelle sedi diocesane. Gli successe il nipote Marcello; a questi nel 1594 Tommaso, morto nel 1601; e, dal 1603 al 35, Fabrizio. Grecista e orientalista, il cardinale Guglielmo rivolse il suo sguardo a quanto restava del monachesimo greco, che nel 1579 venne organizzato in un Ordine di san Basilio secondo il modello degli Ordini latini. Questi Basiliani moderni vissero fino al XVIII secolo; uomini colti, ridiedero vita alla cultura greca, quale che fosse la loro lingua naturale. Restano tracce notevoli del lavoro spirituale e culturale di Guglielmo e dei suoi nipoti e successori: il Seminario di Squillace ed edificazioni che i terremoti devastarono, tra cui il
monastero delle Clarisse a Squillace; limponente, anche se mai terminata e oggi in riuso, chiesa di San Carlo Borromeo a Guardavalle. La Biblioteca Barberina di Roma composta di libri gi del vescovo Marcello in Squillace. Sotto Tommaso si svolse il primo processo al Campanella per linconcludente congiura. Ci sarebbe da studiare, tenere convegni, pubblicare scritti, stringere rapporti con Roma, Milano e altrove, se Stato, Regione, Provincia, Comuni interessati e Diocesi volessero adoperarsi. Io spero di aver dato il buon esempio. |