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Autore:Vincenzo Squillacioti     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/06/2004 - Anno: 10 - Numero: 2 - Pagina: 8 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

ICIT COSENZA

Letture: 1037               AUTORE: Gerda Homeyer (Altri articoli dell'autore)        

(Abbiamo già scritto altra volta di un qualificato contatto con la professoressa Gerda Homeyer che insegna all’Università di Cosenza, da dove adesso ci manda questo scritto, esprimendo il desiderio che venga pubblicato su “La Radice”. Cosa che, avendone lo spazio, facciamo volentieri perché riteniamo utile e importante, specialmente per i nostri giovani, venire a conoscenza di alcune realtà accademico-culturali che spesso sfuggono all’attenzione e alla considerazione di molti.)

ICIT COSENZA

L’Istituto Culturale Italo-Tedesco (ICIT) è stato fondato il 12 dicembre del 2000 e si presenta in Calabria come unico Istituto autorizzato dall’Asmbasciata Tedesca di Roma e dal Goethe-Institut Inter Nationes. L’Istituto è domiciliato presso il Dipartimento di Economia e Statistica all’Università della Calabria. L’Istituto suddetto si prefigge di tenere corsi di lingua e cultura tedesca ai vari livelli per adulti, laureati e non e soprattutto per coloro che intendono partecipare a concorsi in territorio nazionale ed internazionale. Alla fine del corso i candidati devono sostenere un esame ai fini della certificazione europea ai vari livelli linguistici che sono stati definiti dal Common European Framework of Reference del Consiglio d’Europa e così definiti: livello A1 (Breakthr1ough) A2 (Waystage), B1 (Treshold), B2 (Vantage) e C1 (Effective).
Possiamo dire che ora anche la Calabria è pronta a “parlare europeo”. Nel 1985 in occasione della giornata europea del 5 maggio la “Casa d’Europa di Rende” aveva presentato un manifestino con questa domanda “Parli europeo?”. La reazione era di totale incomprensione e perplessità. Anche nel 1993 il “Manifesto” fece la stessa domanda. Ancora con scarso successo. Mentre ora parliamo di un articolo uscito su Il Sole 24 ore in data 15 ottobre 2000 nel quale si citano dieci regole per parlare europeo elaborate dalla Società di Linguistica Italiana:
3. Tramandare le lingue di uso colto è compito della scuola, delle università e delle istituzioni di formazione extrascolastica e permanente. Gli insegnamenti linguistici e letterari devono tener conto anche dei correnti dibattiti sulla lingua e includere la comparazione fra le lingue e la storia delle lingue, allo scopo di accrescere la consapevolezza linguistica e la riflessione sulla università del linguaggio e la molteplicità delle lingue.
Nel Villaggio globale dove noi viviamo è importante sia curare la lingua madre sia imparare la lingua dei paesi dove si va a vivere e lavorare.
4. Obiettivo dell’insegnamento della lingua materna è una competenza orale e scritta che permette la piena partecipazione alla vita sociale.
5. Gli immigrati vanno sostenuti nel loro sforzo di imparare la lingua del Paese in cui vivono come lingua seconda. A tal fine va offerto ai bambini un programma di corsi che vada oltre l’obbligo scolastico generale; agli adulti va offerto un programma a loro adeguato.
7. L’offerta di lingue straniere non deve essere determinata soltanto da considerazioni di utilità pratica: criterio di scelta deve essere anche il valore culturale ed educativo delle lingue vive, così come della loro storia.
Il programma delle 10 regole è inteso come “Raccomandazioni di Bad Homburg” e inviato ai Governi dell’Unione Europea.
Anche lo Spiegel Nr. 44 del 30 ottobre 2000, pp. 240 si esprime sulla situazione linguistica oggi:
visto e considerato che l’inglese è la lingua franca anche per i linguaggi computerizzati, succede che meno persone intendono imparare bene l’inglese. Lo Spiegel intende le lingue miste come code-switching, come negli anni ’70 si parlava di Lingue Pidgin. Un esempio illustrato dallo Spiegel è “We kehr for you” (Noi spaziamo ‹ la città › per voi). Altri esempi sono: “La sua love story”, “la punta dell’iceberg” oppure “Pizzeria, sandwicheria”. Mentre negli anni ’70 il fenomeno era considerato una mancanza di competenza linguistica oggi viene considerato uno stile di vita. Quindi gli esempi si propongono in senso umoristico anche negli spot pubblicitari, come per esmpio “Think global, drink local” – 200 Jahre Falkenbier, oppure “positive eating – positive thinking”.
Code-switching in modo corretto significa cambiare da una lingua ad un’altra, da un dialetto ad una lingua e viceversa, sempre nello stesso discorso, nella stessa situazione, a seconda dell’interlocutore.
Come Istituto vorremmo anche promuovere la comprensione verso altre culture in generale, contribuire all’apertura anche verso una nuova cultura aziendale (Corporate Culture). Aziende tedesche in Calabria, sia quelle regionali che nazionali, possono aiutare ad incoraggiare i nostri diplomati e laureati a prepararsi al lavoro in azienda anziché aspettare il posto pubblico. Vorremmo dare il nostro contributo per la crescita della civil society.
Il termine è dell’ottocento ed è usato da Hegel. Dopo la seconda guerra mondiale Antonio Gramsci intendeva la società civile la base per l’azione politica responsabile e anche come lotta a qualsiasi tirannia. Molti degli intellettuali che hanno preparato la caduta del muro nel 1989, si sono riferiti a lui. Oggi più che mai in Germania la crescita della società civile è di grande importanza per l’Unione Europea. Sono le organizzazioni non-governative (NGOs) che contribuiscono a ciò. è noto che una forte società civile rinforza la democrazia.(Deutschland, Zeitschrift für Politik, Kultur, Wirtschaft und Wissenschaft, Nr. 5, ottobre/novembre 2000).
L’Istituto Culturale Italo-Tedesco ha organizzato negli ultimi tre anni le seguenti manifestazioni:
° Mostra fotografica “Frammenti di muro - la fine del muro di Berlino” di Luciano Ferrara-UNICAL;
° Inaugurazione del portale Internet: www.research-in-Germany.de;
° 1° e 2° Forum sull’emigrazione in Germania e Argentina - UNICAL e Comune di Amendolara;
° Mostra di diapositive sull’architettura di Berlino “Berlino oltre Potsadmer Platz” -UNICAL e Università di Salerno;
° Rassegna cinematografica “Cose turche”, film di giovani registi turchi-tedeschi - Casa delle Culture di Cosenza;
° Mostra fotografica sul cinema muto “Lo schermo in tasca” di Matilde Tortora - UNICAL co-organizzato con il CAMS (Centro Arte Musica e Spettacolo) e al Goethe Institut Napoli co-organizzato con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
° Mostra fotografica del cinema muto “Lo schermo in tasca” di Matilde Tortora alla mostra del cinema di Venezia;
° Mostra fotografica su “Cinema fondente” di Matilde Tortora - UNICAL co-organizzato con il CAMS (Centro Arte Musica e Spettacolo).

Gerda Homeyer
(Dipartimento Economia e Statistica dell’Università della Calabria)


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