Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
NOTIZIE UTILI
Autore:     Data: 30/04/2019  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2002 - Anno: 8 - Numero: 4 - Pagina: 26 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

IL PANE

Letture: 1018               AUTORE: Nicolina Carnuccio (Altri articoli dell'autore)        

Mia madre faceva il pane ogni sette, otto giorni. Lo impastava in una madia di legno. Voltava e rivoltava la pasta che a forza di pugni diventava morbida e liscia. La plasmava in forma di pani rotondi che adagiava in bassi cestini. Poggiava i cesti sul letto e li copriva con teli di lana se era inverno. D’estate non servivano i teli di lana: il pane lievitava lo stesso. Lo copriva con una tovaglia perché non indurisse la faccia. Accendeva il fuoco nel forno e lo alimentava con frasche d’acacia. All’interno del forno ai due lati c’erano due pietre-segnali: quando diventavano bianche il forno era pronto per accogliere il pane.
Mia madre correva a vedere nel letto il pane che lievitava. Alzava con delicatezza i lembi dei teli quasi il pane fosse un dormiente da non disturbare. Se il pane era al giusto punto di lievitatura tornava al forno quasi di corsa, tirava le braci davanti alla bocca con un cencio attaccato ad un palo. Intanto ci chiamava a gran voce: “Portatemi il pane!” Noi accorrevamo portando un cestino ciascuno. Mia madre, grondante sudore davanti alla bocca del forno, riceveva un cestino alla volta. Lo capovolgeva, e il pane per un attimo nelle sue mani era come un’offerta sacrale. Lo adagiava sulla pala di legno e lo metteva nel forno.
Svuotati tutti i cestini, chiudeva la bocca del forno con un coperchio di ferro. Si sedeva, e dopo non molto un profumo buono ed intenso la ripagava di tutto.
Mia madre è una donna piccola e forte.



E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it