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Data: 31/12/2009 - Anno: 15 - Numero: 3 - Pagina: 54 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

LETTERE

Letture: 916               AUTORE: (Altri articoli dell'autore)        

Com’era prevedibile, diminuiscono sempre più le lettere cosiddette tradizionali, quelle
recapitate a mezzo servizio postale, e aumenta a dismisura la posta elettronica, della quale non
sempre è il caso e non è comunque facile scriverne qui. Diciamo soltanto di aver ricevuto una bella
lettera dal Missionario comboniano padre Pierpaolo Monella, un’altra dall’amico Ciccio Menniti
e biglietti di auguri per il Natale da “A Ruga ’e Davoli”, CSV Catanzaro, CIR Calabria e e da Totò
Gallelli dalla Svizzera. Riserviamo, invece, un po’ di spazio alla lettera pervenutaci da padre
Marco Innocenti dall’Etiopia, dove è tornato a vivere, tra i suoi Gumuz, dopo la recente breve
parentesi estiva che lo ha portato anche tra noi a Badolato.
Gilgel Beles 13-XI-2009
Carissimi amici, amiche, benefattori e parenti tutti,
Sebbene qua il caldo sta aumentando anche noi ci stiamo avvicinando al S. Natale: ecco
allora che mi faccio vivo per i consueti auguri natalizi.
Ormai sono quasi sei anni che abbiamo iniziato la nostra presenza tra i gumuz ed è emozionante
constatare che laddove non c’era niente ora c’è una comunità cristiana viva e giovane, ora
ci sono in molti villaggi scuole da noi costruite e pozzi per l’acqua potabile. Nonostante questo la
maggioranza dei gumuz continua a vivere secondo le loro usanze: a bere l’acqua dei fiumi e delle
poche pozzanghere che rimangono nella stagione secca, ad andare dallo stregone (approfittatore
delle disgrazie ed ignoranze altrui) piuttosto che alla clinica delle suore comboniane, a non
mandare le bambine a scuola e così via. Di conseguenza le donne sono quelle che oppongono più
resistenza ad un cambiamento e sviluppo della società gumuz. Personalmente spero nel contributo
determinante che le nuove suore francescane daranno alla promozione delle donne e delle
giovani, in particolare con l’ostello per ragazze a Gilgel Beles. I lavori purtroppo non sono
ancora finiti, mancano ancora da intonacare i muri (questione di qualche mese, forse…).
Il caldo e le malattie in questo periodo si fanno sentire, soprattutto malaria, tifo e febbre
tifoidea che ho preso per l’ennesima volta, insieme all’allergia alla polvere ed alle graminacee
che in questo periodo dell’anno si è particolarmente acuita. Comunque dopo un po’ di riposo si
deve subito ripartire visitando i villaggi, affinché i lavori vadano avanti e le scuole funzionino.
Pregate il Signore che mi dia salute per continuare il lavoro missionario tra i gumuz, dei quali
ho imparato la lingua e scritto la prima grammatica e dizionario della storia; perciò è
indispensabile che continui a lavorare tra questo popolo che ormai sento parte di me.
Abbiamo ancora bisogno di aiuto per continuare con i nostri progetti di educazione e di sanità
(scuole e pozzi), oltre a voler al più presto aprire una seconda missione nell’immenso territorio gumuz.
Che i valori di amore e di solidarietà che il bambino Gesù è venuto a comunicarci nascendo a
Betlemme e che ci ha donato in maniera estrema insieme con la sua vita dalla croce, non si spengano
mai nei nostri cuori e ci rendano disponibili ai bisogni dei tanti fratelli e sorelle vicini e lontani!
Io ho scelto di stare con i più lontani, dei quali ben pochi si curano, in quanto dispersi nella foresta
e abbastanza arcaici come civilizzazione, ma proprio per questo i prediletti dal Signore. Buon Natale!
p. Marco Innocenti, mccj
P.S. Per contribuire alla missione tra i gumuz questi sono i mezzi più sicuri: c/c postale
28394377 intestato a Missionari Comboniani - Mondo Aperto ONLUS, vicolo Pozzo, 1 - 37129
Verona, specificando chiaramente nella causale: per “Padre Marco Innocenti - Etiopia”. Oppure
attraverso la Banca Popolare Etica, piazzetta Forzate, 2 - 35137 Padova, le cui coordinate
bancarie sono: ABI 05018 CAB 12100 CIN U C/C 512250.

Ringraziamo tutti degli auguri che ricambiamo di cuore. Ringraziamo poi Padre Marco
della bella lettera, anche a nome dei nostri lettori, e ricambiamo, sia pure in ritardo rispetto al 25
dicembre (questo periodico sarà a destinazione verso la fine di gennaio) auguri santi per il Natale,
con l’auspicio che la sua meritoria opera dia frutti abbondanti.


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