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Autore:Vincenzo Squillacioti     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2008 - Anno: 14 - Numero: 3 - Pagina: 26 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

QUALE FUTURO PER L'ITALIA D'OGGI?

Letture: 989               AUTORE: Gianni Pitingolo (Altri articoli dell'autore)        

Ormai da alcuni decenni i giovani -più degli altri- avvertono il malessere del nostro tempo e quel che è peggio è che da alcuni anni appaiono disorientati e pessimisti per ciò che concerne il loro “domani”. La grande maggioranza di essi va facendo strani discorsi e concorda su due punti fondamentali: a) vale la pena di studiare con grande sacrificio personale di tempo, ed economico da parte dei genitori, per compiere gli studi superiori ed universitari quando lo Stato non ti garantisce un posto di lavoro? b) senza una sistemazione è da incosciente sposarsi e mettere al mondo figli ai quali non poter offrire quelle certezze che mancano a noi. `E9 questa la tremenda inquietudine che assilla i giovani di oggi vittime della paura del presente e delle angosce del futuro.
Chi scrive ricorda con ammirazione quanto nella seconda metà del XX secolo soleva affermare il Pontefice Paolo VI (al mondo G. B. Montini): “PER LE COSE DIFFICILI NON ESISTONO SOLUZIONI FACILI”. Affermazione completamente ignorata dai nostri governanti. Ed oggi la situazione è diventata ancor più difficile di ieri, nell’era della globalizzazione dove abbondano le “prediche” e continuano a mancare i “fatti”.
Tempi davvero duri! La famiglia si è letteralmente sgretolata; la scuola fa acqua da tutte le parti; le istituzioni non ti garantiscono una occupazione che ti consenta di vivere dignitosamente e di mettere su famiglia. E pensare che la nostra Costituzione (che ha compiuto 60 anni) all’art. 1 recita: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”; ed al successivo art. 4 afferma: “La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni per rendere effettivo questo diritto”.
Da qualche mese si parla del D.L. 137 dell’1/9/2008 contenente disposizioni urgenti in materia di istruzione; si discute sull’opportunità del maestro unico, si condannano i tagli per economie di spesa. Ma riuscirà la “politica” a tenere nella dovuta considerazione che SALUTE, SCUOLA e LAVORO sono le tre problematiche fondamentali di una nazione democratica “fondata sul lavoro”?
Ci siamo mai domandato perchè i giovani di oggi sono più ignoranti, più fannulloni e più ineducati di quelli di ieri? Perchè è venuta fuori una generazione peggiore della precedente? Se siamo intellettualmente onesti dobbiamo riconoscere che la colpa è di tutti noi e quindi dobbiamo trovare il coraggio di non continuare sulla strada degli errori e delle ingiustizie che hanno incoscientemente portato all’attuale disastrosa situazione.
Quando sono state spalancate a tutti le porte della scuola bisognava tenere nella dovuta considerazione che una massa enorme di bambini, ragazzi e giovani avrebbero frequentato le scuole di ogni ordine e grado. Non si può fare la guerra senza soldati così come non si può fare la scuola senza “professori”. La scuola ha sfornato quindi milioni di giovani “impreparati”, senza futuro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e da decenni assistiamo ad una continua lamentela da parte di quegli “anziani” che altro non sono che i giovani di ieri. Non pensate che sia arrivato il momento di fare un taglio netto con il passato per cercare di limitare i danni di quel disastro socio-economico-culturale che a parole tutti condanniamo, ma di fatto non si riesce a venirne fuori? Prevenire è meglio che reprimere, diceva il grande PARINI. RIFORMIAMO E CAMBIAMO ROTTA PERCH`E9, FORSE, SIAMO ANCORA IN TEMPO: DOMANI POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI!


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