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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2017 - Anno: 23 - Numero: 3 - Pagina: 46 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

“IL MONDO È FATTO A SCALE…”

Letture: 1295               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

Lasciamo nella penna la seconda parte del proverbio, perché non è nostra intenzione analizzare
strutture e concetti di modi di dire, ma semplicemente introdurre il pezzo che segue con
un titolo che riteniamo in qualche modo appropriato.
Tutto il mondo è fatto a scale, quindi anche la vecchia Badolato, come tutti i paesi di questo
mondo sorti e cresciuti sulle cime e nelle pendici di monti e colline. Non è così, ad esempio, di
Badolato Marina che, sorta e cresciuta in territorio pianeggiante, scale ne ha veramente poche.
Parliamo, ovviamente, di tessuto urbano, e quindi di strade con gradini e/o gradoni realizzati
per superare i dislivelli di terreno per collegare con una rete viaria le strutture abitative e altro.
Badolato “vecchia”, cresciuta per circa 900 anni sul crinale e sulle pendici nord e sud di un
costone degradante dall’Appennino allo Ionio per oltre un chilometro, non può che avere rare
strade pianeggianti, e un alto numero di gradini per superare un dislivello complessivo di circa
200 metri nel percorrere le strade in salita, che sono la stragrande maggioranza.
Delle caratteristiche di una siffatta conformazione urbana, e delle ovvie conseguenze strutturali,
abbiamo avuto modo di parlare e di scrivere in tante occasioni. In particolare si è avuto
uno sviluppo delle abitazioni in verticale, su più piani, con la conseguenza-possibilità di avere,
in tantissimi casi, due o tre ingressi per ogni casa, uno per ogni piano, seguendo l’andamento
in salita della strada. Di contro, però, nelle strade, larghezza a parte, era impossibile la circolazione
ai carri e alle carrozze; e in tempi successivi alle biciclette; e nel secolo ventesimo alle
motociclette e alle automobili. E anche ai trattori. Una limitazione non di poco conto, anche se
per pochi, in verità, perché sino alla metà del secolo ventesimo pochissime persone in paese
possedevano mezzi di locomozione a motore, su ruote. I numerosi carri, pertanto, erano costretti
a parcheggiare non sotto casa dei proprietari, ove possibile, ma alla periferia del paese,
al primo slargo di una strada di accesso.
Nella seconda metà del secolo, quando moto e automobili divennero sempre più numerosi,
a modificare l’impianto urbano ha provveduto l’alluvione dell’ottobre 1951. Al disastro
che cancellò case e strade di parte del paese, fece seguito l’intervento dell’uomo tendente ad
evitare le infiltrazioni di acqua piovana nelle case attraverso le strade consistenti in antichi
permeabili selciati. Per evitare quindi il rischio di altri smottamenti e di frane si è proceduto
alla cementificazione di tutte le strade rimaste, con il conseguente annullamento di quasi tutti i
gradini. Conseguenza: strade ripide e scivolose, con difficoltà di percorrenza a piedi; possibilità
di circolazione con mezzi a motore (moto, motocarri, automobili). Ma le strade strette sono
rimaste strette, e i vicoli sono rimasti vicoli.
Con l’alluvione e successiva cementificazione i gradini delle strade del paese sono diminuiti,
e non di poco. E sono diminuiti anche i gradini di accesso alle abitazioni perché sono
scomparse le case nella zona alluvionata. Ma quanti sono oggi i gradini delle strade di Badolato
vecchia? E quanti sono quelli di accesso alle abitazioni? Domande oziose, diranno alcuni
lettori. Ma Franco Gallelli, che vive ancora, con la famiglia, a Badolato Superiore, da persona
attenta a particolari che in genere sfuggono ai più, ha pensato di contarli, uno per uno, strada
per strada, zona per zona, accesso per accesso. È convinto, l’amico abituale nostro collaboratore
Franco, che può avere un senso conoscere il numero dei gradini del vecchio borgo. E
che, in ogni caso, si tratta di un dato che dà comunque l’idea della struttura urbana del centro
medievale. Va pur detto, poi, che questo suo particolare contributo è stato per noi un’occasione
per tratteggiare avvenimenti ed aspetti non del tutto marginali della nostra storia.

Ovviamente non riportiamo tutto il lavoro di Franco Gallelli, ma solo alcuni numeri finali,
in quanto significativi di una realtà strutturale del centro urbano dove vivono oggi soltanto 215
persone, tra cui Franco, che proprio non intende “emigrare”.
GRADINI DI BADOLATO
(Estate 2017)

Zona Nelle strade Accessi alle case
JUSUTERRA 76 465
DA MONACELLI AL COPINO 109 -
BASTIONE… FUORI PORTA 73 56
ZONA MEDIANA 472 269
ADIACENZE corso Umberto e Mancuso 1.122 757
S. DOMENICO – S. Barbara -
- Giardino – Fosso-Castllo 381 547
TUTTO DESTRO e parte Corso Umberto I 627 747
VIA VITTORIO EMANUELE III 74

TOTALE NEL PAESE 2.860 2.915
STRADE “FUORI” PAESE
Da Cerasìa a Graneli 21 (*) 24
Strada provinciale --- 95
Porcilaia sotto casa Sansostàri --- 50
Santicèh?a-Granèli: porcilaia 50 (*) -
Petta ’e l’Àngeli 51 (*) -
San Rocco --- 6
Piazzale Convento --- 16
Strada de’ Catùsi 15 (*) 4
Dall’Immacolata all’Acquàru e alla Rùcciana 46 (*) -
TOTALE “FUORI PAESE” 183 195
=TOTALE GENERALE 3.043 3.110
Una sola nota prima di chiudere. Le strade segnate con l’asterisco possono essere considerate
un piccolo patrimonio culturale materiale del nostro territorio: sono selciati in granito che
hanno sfidato i secoli. Due di esse, quella che da Cerasìa porta a Granèli e la Petta’e l’Àngeli
sono state oggetto di ottimo intervento in questi ultimi anni. Ma le altre sarebbero da rifare,
prima che spariscano le ultime pietre residue.
Ricerca sul campo: Franco Gallelli
Testo: Vincenzo Squillacioti


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