Se, come abbiamo pi� volte dichiarato, questo periodico ha finalit� propositive, e non di denuncia o di frattura, ci� non ci autorizza a fare come lo struzzo: non possiamo non vedere in quale ambiente trascorriamo le nostre giornate; in quale nazione, in quale regione, in quale territorio. E se ci capita spesso di porre l�accento sulle non poche positivit� della gente, � per noi altrettanto doveroso informare chi ci legge di almeno alcune tra le cose brutte che ci addolorano e che, tra l�altro, vanificano anche il nostro impegno.
Nelle tre foto tre brutti esempi di una realt� che dovrebbe farci riflettere e che, comunque, fa un po� paura. Non vogliamo e non possiamo fare i moralisti, anche perch� sappiamo che un po� ovunque succede anche di peggio, di molto peggio. Ma certe scene ci rattristano veramente.
La scorsa estate 2003, avviliti ma anche offesi e arrabbiati per lo scempio cui si assisteva la sera sul lungomare trasformato in pericolosa pista per ciclomotori, nell�esclusiva qualit� di liberi cittadini ci siamo rivolti al Commissario di governo per partecipargli l�incivile comportamento e per suggerirgli almeno di modulare l�orario di servizio dei vigili urbani al fine di assicurare a sera la vigilanza della guardia municipale, nella speranza di scoraggiare anche il barbaro comportamento di taluni che si divertivano -e si divertono ancora- a mutilare le giovani piante, sempre sul lungomare, e di rompere le comode e costose e pubbliche panchine. Ci � stato assicurato l�intervento! Oggi vediamo che le cose sono peggiorate.
Noi riteniamo che sia possibile individuare i responsabili, diretti e indiretti, prossimi e remoti, consapevoli e inconsapevoli. E perseguirli perch� colpevoli.
Da parte nostra, una sola domanda, a noi stessi, al vento: Perch� chi resta qui deve subire anche la punizione di un ambiente cos� degradato?