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Autore:Anonimo     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/06/2005 - Anno: 11 - Numero: 2 - Pagina: 22 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

“Estinti a Casa”

Letture: 1023               AUTORE: Vincenzo Piperissa (Altri articoli dell'autore)        

(Non tutti i nostri lettori sanno ancora che “La Radice” ha dato di recente vita ad un servizio telematico che ha l’unico obiettivo di portare potenzialmente in ogni casa effigie e notizie di ogni nostro estinto.
L’idea, per noi interessante e sicuramente carica di notevole valenza culturale e quindi umana, è stata dell’amico Vincenzo Piperissa: a lui, quindi, il compito di scriverne. Nel ringraziarlo anche da queste colonne, non solo per averci partecipato l’idea ma anche per la continua collaborazione per l’acquisizione delle immagini necessarie al servizio, estendiamo anche in questo caso il nostro ringraziamento all’amico Giuseppe Caporale, che sin dall’inizio ha chiesto di curare la parte tecnica, ed alla Signora Caterina Carnuccio che ha accettato di diffondere tra la gente di Badolato questa nostra “offerta”.)

“Estinti a Casa”

L’idea mi è nata per puro caso, osservando le lapidi del cimitero di Badolato. Successivamente è stata ripresa e sviluppata da più amici. Dietro l’impulso giornalistico avuto ad opera di Mimmo Lanciano, Giuseppe Caporale con il patrocinio dell’Associazione Culturale “La Radice” ha creato, nell’omonimo sito, la rubrica “Estinti a Casa”. L’osservazione così pubblicizzata ha avuto il consenso di vari giornali locali e nazionali oltre l’attenzione, ultima, di Rai International. Attraverso varie interviste Vincenzo Squillacioti, presidente dell’Associazione, ha spiegato nella forma più corretta le finalità dell’idea e del sito. Tuttavia accanto al plauso di alcuni critici vi è stato il biasimo, e a volte il senso di orrore, di altri. Si capisce. Tutte le innovazioni, necessitano di tempo affinché si affermino e facciano parte del nostro costume. Le critiche più severe hanno evidenziato secondo me, nonostante tutto, la mancanza di informazioni corrette e complete. Per tale motivo ritengo opportuno esporre il pensiero originario concludendo con la sintesi e l’integrazione dei nuovi.
Mi trovavo nel cimitero di Badolato per un omaggio ai miei morti, e ho colto l’occasione, come tutti gli anni, per visitarlo e rinnovare la memoria degli amici e conoscenti defunti. Ho notato che nel gironzolare senza meta, inconsciamente alla ricerca di nuovi estinti -se si fa caso, così come fanno tutti, forse per curiosità-, ci si imbatte quasi sempre in nuove lapidi e si scopre con dispiacere che qualche conoscente ci ha lasciato. Man mano ci si ferma per leggere qualche necrologio particolare e molto spesso per commentare la lapide. Si osserva se è bella, brutta, vecchia, scarna o tetra, se suscita paura o serenità e nell’interpretarla non si può fare a meno di pensare all’autore di quella piccola opera, che, anche se non un artista, forse, a sua insaputa è stato chiamato ad esprimere visivamente dei sentimenti di dolore e di morte con semplici materiali da costruzione. Si osserva la foto che ritrae l’estinto, si guarda come era vestito e si cerca di capire chi fosse, cosa ha fatto nella vita, se è stato buono o cattivo, se ha dato un piccolo o un grande contributo alla società e quali sacrifici ha dovuto sopportare. Si nota infine che alcune lapidi sono in cattivo stato di conservazione e che forse da lì a poco, quella piccola opera e quella fotografia di uomo e di donna con vestiti d’epoca, non ci sarà più. Sarà inevitabilmente distrutta dal tempo e dalla stessa famiglia che avrà la necessità di ospitare nel loculo nuovi riposi.
Qualche tempo fa un mio anziano zio d’America è venuto a trovarmi e mi ha chiesto di accompagnarlo nel suo paese natio per visitare la tomba dei suoi genitori morti ormai da tempo. Egli non aveva potuto presenziare alle esequie dei suoi cari perché lontano nelle Americhe, né aveva potuto vedere foto o filmati dell’evento. Aveva solo saputo per lettera della morte dei suoi cari. All’entrata nel cimitero, mi accorsi che lo zio osservava con molto interesse il luogo sacro di sepoltura, e, a zonzo, andava alla ricerca inconscia di qualcuno che poteva conoscere. Di fronte la tomba dei sui cari, egli cadde in una profonda frustrazione e in lacrime abbracciò la tomba di sua madre come se virtualmente la potesse toccare e stringerla a sè. Con le dita accarezzava la foto, il volto di quella mamma che vide, dopo tanto tempo, diverso da come in giovinezza lo aveva conosciuto.
Io immagino che se lo zio avesse visto in fotografia o in un filmato le esequie della propria mamma, avrebbe avuto, ovunque si trovasse, lo stesso sentimento dimostrato di fronte alla tomba. Invece per lunghi anni ha dovuto immaginare, dietro le misere righe magari di una rozza lettera, il luogo, la bara, il volto e la compostezza della madre.
Da queste osservazioni nascono successivamente le idee che trovano concretezza nella rubrica “estinti a casa”. Nasce l’idea di recuperare la memoria storica dei loculi antichi; sicuramente non originale, ma unica perché si riferisce a loculi di gente comune; nasce l’idea di un’anagrafe digitale dei loculi, consultabile ovunque in tempo reale e per la quale avrebbe dovuto provvedere il Comune perché di pubblica utilità; nasce l’idea di far conoscere la storia del proprio estinto. Nasce l’idea di diffondere l’evento luttuoso anche sulla rete globale come semplice proseguimento dell’evoluzione tecnologica. Come molti ricordano, nel passato l’annuncio di un lutto si diffondeva attraverso il suono delle campane a morto e successivamente attraverso il passaparola tra persone. Poi, con il progresso tecnologico, sono apparsi i manifesti mortuari che affissi per strada ne davano la notizia. Ed oggi, oltre al manifesto si ricorre con citazione e fotografia ai giornali locali e nazionali a seconda della volontà di far conoscere l’evento in uno spazio ristretto o esteso. Domani, sono sicuro, con l’evolversi della mobilità della gente, questo spazio sarà troppo piccolo e inesorabilmente Internet entrerà nel costume comune e farà la sua parte per come ora neppure possiamo immaginare, con risvolti non solo tecnologici ed affettivi ma anche di lavoro e di occupazione.
Per il momento il nostro piccolo servizio riguarda, in forma gratuita, la comunità badolatese che vive in paese o altrove, e trova applicazione solo su richiesta scritta dei famigliari interessati. L’accesso è consentito compilando e consegnando l’apposito modulo che si può scaricare dalla predetta rubrica o richiedendolo direttamente all’Associazione Culturale “La Radice”.
Le persone in vita, interessate all’innovazione, possono sottoscrivere l’autorizzazione alla futura pubblicazione (il più lontana possibile).

“Estinti a Casa” - Vincenzo Piperissa

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