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Data: 30/09/2006 - Anno: 12 - Numero: 3 - Pagina: 20 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

RICORDARE PER NON PERDERE LA MEMORIA STORICA

Letture: 986               AUTORE: Nicola Criniti (Altri articoli dell'autore)        

In questo 2006 ricorre il ventennale del celebre “Badolato paese in vendita”, evento con cui la nostra comunità salì agli altari della cronaca nazionale e raccogliendo l’invito de “La Radice” per un breve pensiero su quell’evento non possiamo che guardare anche a quella che è stata l’evoluzione del “paese” in questi 20 anni.
Molto si è già detto e scritto su quella vicenda: provocazione, atto di denuncia, boutade propagandistica, colpo ad effetto, grido di disperazione etc.
Molto più probabilmente Badolato che veniva messo in vendita colpì l’immaginario più attento non semplicemente perchè un borgo di rara bellezza veniva messo all’incanto, ma forse proprio perchè esso finì col rappresentare tutti i paesi della regione, e forse del meridione, che stavano inesorabilmente andando incontro alla stessa identica sorte. Eppure Badolato ebbe un colpo di reni in più: l’iniziativa personale di Mimmo Lanciano fu anomala e per questo coraggiosa ma forse anche aiutata da un humus particolare, retaggio di una coscienza collettiva di lotte, di impegno civile, di passato luminoso, che rese più spontanea un’ iniziativa di protesta tanto particolare, contro un declino che pareva scritto nell’ordine naturale delle cose.
Quel tentativo può essere visto, col senno di poi, alla luce di almeno due aspetti: da un lato, più positivo, l’improvvisa notorietà portò a situazioni impreviste e sorprendenti che tutti ricordiamo. Dall’altro, tuttavia, esso non mutò le dinamiche di fondo.
Sotto quest’ultimo aspetto la politica locale (senza distinzione di uomini o partiti) ha sempre cercato iniziative nel complesso generose e frequenti, ma mai organiche e di grande respiro.
Tutte le amministrazioni succedutesi hanno sempre posto il problema del borgo affrontandolo in termini di promozione turistica, ma concretamente blanda, di riqualificazione urbanistica tramite finanziamenti vari, spesso anche importanti, che pur migliorandone o recuperandone l’estetica non hanno salvato il borgo dallo spopolamento che prosegue. Gli interventi, pur importanti, hanno finito con l’essere fini a se stessi, slegati da un progetto d’insieme, che oltre a recuperare le cose parli anche alle persone. In questo un po’ tutta la classe dirigente del paese, dal 1986 ad oggi ha probabilmente fallito. Ed il discorso si avvita con effetti ancora più singolari e negativi come per il fatto che in questo momento nel nostro consiglio comunale non sieda neppure un consigliere di Badolato Superiore. Non è una colpa, sia chiaro, ma è un dato comunque sintomatico, che non aiuta il “paese” in un contesto, quello istituzionale (o anche quello del Municipio - uffici), che per tanti è spesso una delle poche ragioni per salire a Badolato Superiore dalla Marina.
La realtà, a 20 anni di distanza, è che al momento a Badolato abitano 300 persone molte delle quali ultrasettantenni. Tra qualche decennio il borgo sarà ancora più spopolato. Tentativi di recupero a volte sono passati per progetti non meno eclatanti come per la vicenda curda, ma anche in quel caso la spinta iniziale finì con l’esaurirsi, cozzando contro una realtà economica inadatta ad un certo tipo di integrazione e sviluppo, anche demografico.
Sotto il primo aspetto sopra citato, invece, quello della promozione nella vicenda del paese in vendita, alla fine qualcosa si è smosso. Mentre i badolatesi si spostavano nella marina, centro di maggiori servizi e modernità, il paese rimaneva nell’immaginario di molti con un qualcosa di “vecchio”. Sono stati tanti turisti, i “forasteri” che ne hanno colto l’idea di “antico” facendo probabilmente le ristrutturazioni con più gusto, tornando a Badolato con più piacere, ripopolandolo con nuove presenze, a volte attuando quel gioco di passaparola fuori regione che forse è riuscito a produrre più turismo culturale di quello che tutte le amministrazioni, dal 1986 ad oggi hanno potuto mettere in campo. E comunque si è riattivato un circuito che ha finito col coinvolgere i badolatesi stessi, anche con investimenti importanti come mostrano ad esempio i vari bed and breakfast o le tante ristrutturazioni.
Paradossalmente, mentre gli enti pubblici ed ecclesiastici non riescono neppure a tenere aperte le chiese che tanti vorrebbero vedere, soprattutto nel periodo estivo, sono stati proprio i privati ad organizzare gli eventi migliori, il dibattito più avanzato, il recupero di intere aree. Pochi di loro, specie scoprendo per la prima volta il paese non ne restano colpiti, aspirando a tornarvici.
Già oggi salendo al paese, si può appurare come tante abitazioni siano state recuperate (alcune con buon gusto altre con brutte intonacate), come tante case siano state acquistate ricreando in questi ultimi anni un mercato immobiliare impensabile proprio a partire dagli anni in cui Badolato veniva messo in vendita. Non che la riscoperta culturale e turistica del borgo sia partita necessariamente da quel momento. Ma esso sicuramente ebbe, ed ha tuttora, un peso: anche chi mette piede da noi per la prima volta, spesso, sa già cosa fu la vicenda del “paese in vendita”.
Eppure molto si potrebbe ancora fare, ed in questo non aiuta solo la bellezza del borgo, ma anche il contesto umano e culturale. In fin dei conti chi abita oggi in Marina (almeno dai 40 in su) è stato comunque un abitante del “paese” e spesso conserva nella sua casa nuova in marina le foto del paese o della sua “ruga”. Non c’è a Badolato il dualismo marina - paese che si avverte in molti altri Comuni della costa, dove le due comunità sono sempre state ben più distinte. Questo è un vantaggio. Eppure il rischio, anche generazionale, che la frattura si produca c’è, essendo mutato anche l’approccio umano a certi fenomeni. D’altronde molti vanno via da Badolato Marina senza neppure legarvisi troppo, a differenza del passato quando il distacco, da Badolato Superiore, era molto più traumatico e complesso.
Ricordare a 20 anni di distanza il momento in cui venne lanciata l’idea di vendere un intero paese, per cercare di salvarlo, vuol dire anche non farne perdere la memoria storica ed il modo di essere comunità che quel modello ancora rappresenta per la cittadinanza ed a cui le amministrazioni locali, tutte, dovrebbero guardare.

Nicola Criniti * Assessore Comune di Badolato


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