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L’ETNOGRAFA GIOVANNA MARINI E LA SUA SCUOLA PER UNA SETTIMANA DI STUDIO A BADOLATO E RIACE
Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/06/2022 - Anno: 28 - Numero: 1 - Pagina: 22 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

70° ANNIVERSARIO NASCITA DI BADOLATO MARINA

Letture: 487               AUTORE: Myriam Rovito (Altri articoli dell'autore)        

Ogni paese ha una sua storia e quindi una sua nascita e un suo vissuto, così è stato per la nostra
bella, ridente e piccola cittadina di Badolato Marina.
Tutto ebbe inizio col tragico storico evento accaduto nell’ottobre del 1951: un’alluvione che
colpì tutto l’entroterra calabrese che si affaccia sullo Ionio, dal reggino al catanzarese e in particolare
la nostra Badolato, che, già messa a dura prova dal terremoto del 1947, vide in quei giorni
interminabili di pioggia sgretolarsi le proprie abitazioni e molti dei suoi abitanti perdere tutto ciò
che possedevano e qualcuno purtroppo anche la vita.
Il Governo di allora, presieduto dall’onorevole Alcide De Gasperi, non fu assente alla nostra
disgrazia e, dopo accese discussioni parlamentari, diede il via ai vari aiuti e alla costruzione di case
per i sinistrati .
Il Genio Civile di Catanzaro, venuto in Badolato per realizzare quanto decretato dal Governo,
alla presenza di alcune persone autorevoli del luogo, (tra cui don Caporale Prof. Francesco e il
Prof. Nicola Caporale), nel progettare il da farsi e dove, per le persone senza tetto accampate nei
portoni di alcuni edifici messi a disposizione, incominciò a parlare di “ripari” provvisori, ma non
furono accettati dai presenti; don Francesco avanzò l’dea di prefabbricati, ma Nicola Caporale si
oppose fermamente dicendo “Ci vuole la cazzuola!”, vale a dire cemento e mattoni e consigliò
come luogo ideale la marina. E così fu, e la cazzuola portò anche lavoro ai tanti contadini rimasti
in maniche di camicia.
Arrivarono due ditte, la Ditta D’Andrea e la Maiolina, che si misero a lavoro già nel mese di
gennaio 1952 e in tre mesi furono allestiti in tutta fretta 78 alloggi tra la Stazione ferroviaria e il
passaggio a livello. Fu quasi un miracolo che accese di entusiasmo lo stesso Governo che volle
avere la soddisfazione di consegnarne le chiavi personalmente.
Il 24 marzo 1952 la marina di Badolato, imbandierata a festa, fu invasa da così tante autorità che
non si erano viste né prima né dopo quell’evento straordinario, mentre una folla innumerevole, venuta
da ogni dove, invadeva tutti gli spazi accalcandosi attorno al palchetto dove sarebbero salite le numerose
Autorità civili e religiose (il ministro dei lavori pubblici, on. Aldisio; il sottosegretario all’agricoltura
on. Rumor con il sottosegretario al lavoro Murdaca; gli on.li Larussa, Turco, Pugliese,
Ceravolo, Spoleti e Bisantis; S. Ecc. mons Armando Fares e altri) tutti a far corona al Presidente del
Consiglio, on. Alcide De Gasperi
che, dopo i saluti rivoltigli
dal sindaco del tempo,
Andrea Talotta, (con parole
non proprio lusinghiere),
dal presidente della Provincia,
on. Bisantis, e un discorso
del ministro Aldisio,
prese la parola e consegnò
le chiavi dei primi 78 alloggi
al sindaco con le testuali parole:
“Una volta, era il borgomastro
che consegnava le
chiavi della città. Sindaco
di Badolato, io non so, non
voglio sapere a quale partito
lei appartenga. Lei è per
me il sindaco di Badolato al
quale sono io, Capo del Governo,
a consegnare le chiavi della
nuova città”. Indimenticabile il
gesto del Presidente col braccio
alzato nella cui mano sfavillava
al sole un mazzo di chiavi. Fu
un momento memorabile che
rimase indelebile nella memoria
dei presenti, giovanissimi e
adulti, se ancora ne ricordano i
particolari.
Da allora sono trascorsi 70 anni e l’Associazione Culturale Circolo Letterario “Nicola Caporale”
ha voluto ricordare con una Targa questa data come il primo vagito di una nuova cittadina,
fino ad allora conosciuta come Badolato Scalo e ciò prima di tutto per ricordare l’evento alle nuove
generazioni e poi per rendere omaggio a Nicola Caporale che in un suo poemetto si lamentava con
le seguenti parole:
“Chè nemmeno una targa a far saputi
i pronipoti del perché e del quando
nel millenovecentocinquantuno”.
(Dal poemetto “Il mio Paese” di Nicola Caporale)
Nella la ricorrenza dei 60 anni della nascita di Badolato Marina non ci sono state le condizioni
per ricordare l’evento come avremmo voluto. Quest’anno non si pensava proprio a tale avvenimento,
ma quando arrivò un input da un amico operatore culturale a noi vicino Il nostro Circolo
deliberò di commemorare l’evento programmando l’affissione di una Targa, un Convegno sull’argomento,
una Mostra fotografica e la stampa di un opuscolo per non dimenticare. È stata gradita la
collaborazione dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco di Badolato.
Vogliamo qui ringraziare Mario Luzi che ha disegnato la Targa, Andrea Ermocida (OME) che
l’ha realizzata Tommaso Conidi che ha porcellanato la foto-ricordo, che ritrae il Presidente del
Consiglio, On. Alcide De Gasperi nell’atto di consegnare le chiavi dei primi alloggi al sindaco
Andrea Talotta, fattaci avere dal Sindaco Nicola Giuseppe Parretta.
La Mostra, allestita nel salone della Delegazione Comunale, è stata realizzata con le foto dell’archivio
della famiglia del Prof. Nicola Caporale, foto scattate subito dopo le due alluvioni del 1951
e del 1953 e nei primi anni della Marina, arricchite con le foto regalateci dall’amico badolatese,
Architetto Guglielmo Priolo. Accanto alle foto una ricca documentazione storica sui primi anni
della Marina con gli articoli che il Caporale inviava alle varie testate giornalistiche del tempo, (Il
Messaggero, Il Tempo, il Giornale d’Italia, ecc.) nonché dai lavori eseguiti dagli alunni dell’Istituto
Comprensivo T. Campanella.
L’opuscolo per ricordare è stato affidato alla socia Giulia Scerra, per la ricerca delle testimonianze
orali del tempo, e alla socia Luisetta Caporale.
L’evento era programmato per marzo, nello stesso giorno di allora, e nello stesso posto di allora,
ma causa Covid è stato posticipato al mese successivo nei giorni 23 e 24 aprile.
Il 23 aprile nella piazzetta dove avvenne l’evento 70 anni fa ci era già tanta gente fin dal mattino.
La Targa, coperta da un drappo rosso, era affiancata dai quattro labari del nostro Comune
ai quali si univano altri due labari provenienti dai Comuni vicini, Isca sullo Jonio e Sant’Andrea
Apostolo dello Ionio, tra cento bandierine colorate.
Verso le ore 10.00 la presidente del Circolo Letterario, Myriam Rovito ha invitato a salire sulla
piazzetta le autorità civili e religiose presenti: il Sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta;
il Consigliere Regionale, Ernesto Alecci; il presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni,
Marziale Battaglia; il Sindaco di Isca sullo Ionio Vincenzo Mirarchi; il Sindaco di Sant’Andrea
Apostolo dello Ionio, Nicola Ramogida; il Vicario foraniale don Vincenzo Schiavello, inviato da S.
Eccellenza l’arcivescovo metropolita Mons. Claudio Maniago, impossibilitato a intervenire personalmente;
il Vicario parrocchiale di Badolato Padre Modeste; l’Arma dei Carabinieri di Badolato
nella persona del luogotenente Massimo Scalinci, nonché i due conferenzieri del Convegno Prof.
Ulderico Nisticò e il Geometra Pasquale Larocca.
Attorno alla piazzetta la gioia degli studenti dell’Istituto Campanella accompagnati dai loro
docenti. La Presidente del Circolo Letterario Myriam Rovito, dopo il saluto rivolto alle Autorità
e ai presenti, si è soffermata sul valore di tale evento riportando alla memoria quanto successe
70 anni, fa iniziando dal tragico evento dell’Alluvione e finendo con la consegna delle chiavi. È
seguito il saluto del sindaco Nicola Parretta, quindi è stata invitata a salire sul palco una testimone
degli eventi, Domenica Piperissa, per noi Minicùzza, la quale, dopo aver raccontato di quel fatidico
giorno e della gioia per le nuove casette colorate anche se senza luce e senz’acqua ma dagli ampi
cortili, ha allietato tutti recitando una poesia commovente della maestra Tota Gallelli “Quandu
passu ’e chista ruga”, tratto dalla raccolta “Pajìsi meu”.
Al suono dell’Inno Nazionale finalmente è stata svelata la targa tra la commozione generale cui
è seguita la benedizione della stessa fatta dal Vicario foraneo
Dopo la cerimonia, il referente del Polo di Badolato dell’ Associazione “Riviera dei borghi degli
Angeli”, Prof. Guerino Nisticò, ha accompagnato gli studenti e altri partecipanti per le vie del primo
quartiere di Badolato Marina, mentre gli altri si avviavano verso la Delegazione Comunale in attesa
dei ragazzi. Al termine della breve escursione il Sindaco, affiancato dalla Presidente dell’Associazione,
ha tagliato il nastro che inaugurava la Mostra che sarebbe rimasta aperta due giorni. Tutti,
così, hanno potuto ammirare l’evoluzione della nascita di Badolato Marina dagli anni ’52 in poi.
Il giorno seguente, domenica 24 aprile, si è tenuto il Convegno sul 70° della nascita di Badolato
Marina con una eccellente relazione tenuta dallo storico Prof. Ulderico Nisticò e una chiara
illustrazione della trasformazione topografica di Badolato Marina a cura del Geometra Pasquale
Larocca, vice presidente dell’Associazione “La Radice”.
Durante il convegno ci sono stati: intermezzi musicali eseguiti da Andrea Naimo e Natale
Ferraiuolo, tra cui anche un canto su Badolato, che dovrebbe diventare l’inno ufficiale del nostro
paese per la bellezza delle parole e della musica arrangiata dallo stesso Naimo che ha ripreso e
rinnovato una canzonetta degli Euro Universal del 1968; la lettura dei versi “L’alluvione” presi dal
poemetto “Il mio paese” di Nicola Caporale, eseguita dall’artista Anna Maria De Luca dell’associazione
“Teatro del Carro”; una scenetta sulla vita dei primi “Marinòti” con Lidia Cipriani e Maria
Teresa Cristiano, scritta da Luisetta Caporale nella ricorrenza del 60° anniversario e poesie recitate
da Domenica Piperissa. Copie dell’opuscolo “Case crollate Casette colorate” a cura di Luisetta
Caporale e Giulia Scerra erano a disposizione di quanti sono intervenuti alla Mostra e al Convegno.
L’Associazione Caporale con queste due giornate ha voluto dare il via in quest’anno anche
alla commemorazione della nascita di tutte le marine, nella speranza che altre cittadine della costa
ionica possano seguire il nostro esempio, affinché le marine non vengano abbandonate a se stesse
ma siano invece rivalutate, tutelate e valorizzate. L’Associazione spera inoltre con questo evento
di aver lasciato oltre a una traccia visiva anche un ricordo nella memoria dei giovani che sono il
nostro futuro, e comunicare che non c’è futuro senza la memoria del passato.


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