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Autore:     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/04/2021 - Anno: 27 - Numero: 1 - Pagina: 37 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LUIGI EINAUDI IN VISITA A BADOLATO

Letture: 421               AUTORE: Pietro Cossari (Altri articoli dell'autore)        

Son trascorsi settant’anni dalla disastrosa alluvione del 1951 causata dalle incessanti piogge
cominciate giovedì 11 ottobre e che provocando numerose frane ingrossarono i torrenti Barone, Copino,
Gallipari, Vodà e Graneli. Le loro acque, alimentate, infatti, dalle precipitazioni e aumentate in potenza
dalle ostruzioni degli smottamenti, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre strariparono violentemente
allagando prima i terreni coltivati dai laboriosi contadini badolatesi, e poi, facendo crollare centinaia
di case nel centro abitato devastandolo completamente nelle zone Destru e Jusutèrra, cioè nella parte
rivolta a mezzogiorno e in quella più
bassa. Tanti cittadini di Badolato,
così, d’improvviso, si trovarono
senza un posto ove alloggiare e
ripararsi dalle intemperie e inoltre,
oltre a non poter usufruire della
corrente elettrica non avevano più
l’acqua potabile giacché l’alluvione
aveva distrutto l’acquedotto. In
parole povere, Badolato, al pari di
tanti altri paesi calabresi, siciliani,
sardi e poche settimane dopo
veneti (la sciagura del Polesine),
era un paese in ginocchio. Pur tra
innumerevoli difficoltà dovute
soprattutto all’asperità dei luoghi,
la risposta dello Stato non si fece
attendere. Scattò immediatamente
la macchina dei soccorsi e quella della solidarietà. In quei tragici momenti, a incarnare mirabilmente
i sentimenti di vicinanza e di efficienza fu l’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che
domenica 21 ottobre 1951 con la moglie Ida Pellegrini dalla quale ebbe tre figli tra cui Giulio, fondatore
dell’omonima e celebre casa editrice, visitò le zone alluvionate per rendersi personalmente conto della
catastrofe, rincuorare i malcapitati promettendo aiuti immediati e sollecitare gli interventi dell’esecutivo
guidato da Alcide De Gasperi. Era la persona più titolata a farlo, non solo per la carica di Capo dello
Stato che egli ricopriva ma soprattutto per la sua autorevolezza. Luigi Einaudi, il primo Presidente
della Repubblica eletto dal Parlamento Italiano, era difatti, un uomo di grande integrità. Di formazione
liberale, europeista convinto, fu senatore del Regno, deputato della Repubblica, più volte ministro e
governatore della Banca d’Italia, rigoroso nell’osservanza e nell’applicazione delle leggi, scrupoloso e
sobrio sulle spese tanto da contrastare gli sprechi statali. Famoso rimase a riguardo l’episodio de “La
pera” narrato da Ennio Flaiano sul Corriere della Sera del 18 agosto 1970. Il noto scrittore e giornalista,
nella sua rievocazione raccontò di quando invitato al palazzo del Quirinale per un pranzo insieme
agli altri colleghi della rivista settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio, il Presidente, vedendo che
nell’enorme vassoio c’erano solo frutti molto grandi chiese ai commensali: «Io prenderei una pera, ma
sono troppo grandi, c’è nessuno che vuole dividerla con me?». Non meraviglia perciò se una personalità
di tal genere, giungendo da Roma a Badolato, si commovesse vedendo in Piazza Fosso i volti sconfortati
dei cittadini ai quali l’alluvione aveva strappato la casa, il piccolo podere o la bottega artigianale da cui
traevano il proprio sostentamento. A quelle persone private di tutto e che poi per sopravvivere furono
costrette ad emigrare, il Presidente promise che lo Stato non li avrebbe abbandonati e tramite la Prefettura
inviò viveri e coperte di lana a quanti ne avevano bisogno e contemporaneamente, fece avviare nella marina la costruzione di nuovi fabbricati per i senzatetto che poi, sempre a Badolato Marina, saranno
consegnati il 24 marzo 1952 dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Ecco come nel portale
storico della presidenza della Repubblica è riportata la cronaca del viaggio presidenziale.
“Viaggio del Presidente della Repubblica e della signora Einaudi in Sicilia, Calabria e Sardegna in
occasione delle alluvioni (21-27 ottobre 1951)”.
Alle ore 7,20 il treno presidenziale giunge alla stazione di Catanzaro Sala. Il Presidente della
Repubblica e la signora Einaudi discendono subito dal treno insieme al Vice Presidente del Consiglio
dei ministri On. Piccioni, all’On. Aldisio, Ministro dei Lavori Pubblici, all’On. Molè Vice Presidente
del Senato, all’On. Mattarella Sottosegretario ai Trasporti, all’On. Galati Sottosegretario alle
Poste e Telecomunicazioni, all’On. Cassiani Sottosegretario ai Danni di Guerra, all’On. Murdaca
Sottosegretario al Lavoro e Previdenza Sociale, all’On. Morelli Segretario della CISL, al Generale
Ferraris, al Sen. Caminiti, al Segretario generale della Presidenza della Repubblica Consigliere di Stato
Carbone, al Consigliere Militare Generale Marazzani e alla signora Marazzani. Si trovano a ricevere
alla stazione il Capo dello Stato: il Prefetto e il Sindaco di Catanzaro, l’Arcivescovo, il Presidente della
Deputazione Provinciale, il Provveditore alle Opere Pubbliche, l’Ingegnere Capo del Genio Civile, il
Questore, il Colonnello Comandante la Legione Territoriale dei Carabinieri della Calabria e Lucania
e molte altre autorità politiche, civili e militari. Dopo aver ricevuto il saluto e l’omaggio delle predette
autorità, il Presidente della Repubblica e la signora Einaudi prendono posto nella prima automobile
che è seguita nell’ordine da una seconda vettura con l’On. Piccioni, il Consigliere di Stato Carbone e il
Prefetto di Catanzaro, da una terza con il Ministro Aldisio, il Sottosegretario Galati e il Provveditore alle
Opere Pubbliche e da altre macchine in cui prendono posto le altre autorità presenti secondo l’ordine
di precedenza. Il Capo dello Stato e la consorte, dopo aver brevemente sostato a Catanzaro Marina e
a Soverato, iniziando il giro delle zone disastrate dal violento nubifragio, assistono nella Chiesa dei
Salesiani alla Messa officiata dall’Arcivescovo Monsignor Fares. Lungo la strada fra Catanzaro Marina
e Soverato il corteo delle macchine sosta nelle zone dove le frane prodotte dall’alluvione hanno interrotto
il transito. Dopo la breve sosta in Soverato, il corteo prosegue per S. Andrea Jonio passando per il
bivio di Isca Jonio, località dove i fiumi Alaca e Salubro hanno provocato danni ingentissimi, causando
crolli di case, distruggendo un tratto della linea jonica e devastando completamente le campagne. Il
Presidente della Repubblica e il Ministro Aldisio ascoltano dettagliate relazioni da parte dei tecnici del
Provveditorato alle Opere Pubbliche e del Genio Civile circa l’entità dei danni. Riprendendo il giro, il
corteo delle macchine si reca nel Comune di Badolato, dove l’alluvione ha provocato crolli di parecchie
case e alcune vittime. In Badolato, il Capo dello Stato, la consorte e le autorità vengono accolti con una
calorosa manifestazione da parte della folla e quindi si recano a Palazzo Spasari, sede del Municipio,
dove il Sindaco, signor Talotta, rivolge al Capo dello Stato il saluto commosso della cittadinanza e
la riconoscenza per gli aiuti tempestivamente pervenuti alle famiglie danneggiate. Salutati quindi da
vivissimi applausi, il Presidente della Repubblica, la signora Einaudi e il seguito lasciano Badolato e
si recano a Serra San Bruno dove visitano i sinistrati di Nardo di Pace e Ragonà ivi ricoverati, facendo
distribuire immediatamente biancheria e generi alimentari. Alle ore 15,30, dopo aver consumato la
colazione nei locali dell’Asilo Infantile “Chimirri” il Presidente della Repubblica, la signora Einaudi
e il seguito, ossequiati dalle autorità cittadine con alla testa il Sindaco avvocato Salerno e dalla
popolazione si dirigono a Fabrizia. Prima di giungere nel Comune di Fabrizia il corteo presidenziale
sosta brevemente alla Certosa di Serra San Bruno. Quindi proseguendo l’itinerario, il Capo dello Stato,
con il seguito, si dirige a Fabrizia dove visita i sinistrati ricoverati nell’edificio scolastico. Ricevuti
dal Sindaco di Fabrizia e dalle autorità locali il Presidente della Repubblica e la signora Einaudi
si intrattengono cordialmente con i sinistrati ai quali vengono distribuiti generi alimentari offerti dal
Capo dello Stato. Alle ore 17,30 il corteo delle macchine transita nuovamente per Serra San Bruno
proseguendo per i centri di Spadola e Simbario e raggiungendo la nazionale per Pizzo Calabro, dove
giunge alle ore 18,35. Quivi la popolazione della cittadina tributa al Capo dello Stato una calorosa
manifestazione e il Sindaco dott. Chiaravalloti porge il saluto del Comune. Dopo una breve sosta nella piazza principale il Presidente della Repubblica, la signora Einaudi ed il seguito si recano alla stazione
e, dopo essere stati ossequiati dal Prefetto di Catanzaro e dalle autorità locali, salgono sul treno che alle
prime ore dell’indomani ripartirà alla volta di Gioia Tauro.
Giovedì 25 ottobre 1951, da bordo della nave “Andrea Doria” che lo stava conducendo in
Sardegna, il Presidente Einaudi, vero galantuomo d’altri tempi, inviò il sottostante messaggio: “ALLE
POPOLAZIONI DELLA CALABRIA E DELLA SICILIA (CALAMITÀ NATURALI)”.
«Sul punto di portarmi in Sardegna dalle terre di Calabria e di Sicilia colpite dalle alluvioni, si
ravviva il mio rammarico per la brevità del tempo e per le interruzioni che mi hanno negato la possibilità
di raggiungere tutti i luoghi sinistrati. Affido perciò alla RAI il mio saluto memore ed affettuoso per le
popolazioni di Calabria e di Sicilia, così che tutti coloro che hanno subito lutti e perdite siano in grado
di accoglierlo dalla mia stessa voce e senza ulteriore ritardo. E con il mio saluto possa giungere a tutti
il conforto di quella solidarietà operante che è giusto Calabria e Sicilia si attendano dalla simpatia del
Paese, fraternamente partecipe dei loro patimenti, dei loro propositi e delle loro speranze».


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