Data: 31/12/2013 - Anno: 19 - Numero: 3 - Pagina: 4 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Antonio Barbuto (Altri articoli dell'autore)
In un luogo dello Zibaldone Leopardi annota che gli anniversari [] sono una bella illusione, grazie alla quale le cose morte per sempre sembrano rivivere, cosa che ci consola infinitamente allontanandoci lidea della distruzione e annullamento. Ognuno ha i suoi rituali nel celebrare i propri anniversari, quelli che vuole ricordare in modo speciale perlomeno. Io qui voglio ricordarne alcuni che hanno segnato la mia vita intellettuale. Nel 2013 ricorrono i cinquantanni della mia laurea e mi piace segnalare che levento fu accompagnato da regali bellissimi: Fratelli dItalia di Alberto Arbasino, Lessico famigliare di Natalia Ginzburg e La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda pubblicati tutti e tre in quel torno di tempo. Sempre nellambito strettamente personale, sono dieci anni che ho lasciato linsegnamento universitario con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale dellanagrafe. E insieme, voglio segnalare almeno per i miei dieci lettori, data linizio della mia collaborazione alla rivista La Radice, che lunico esercizio critico che ho deliberato di praticare. Seppure siano fatti di portata generale, mi caro considerarli come fossero squisitamente personali: i cinquantanni della fondazione della casa editrice Adelphi e gli ottanta della Einaudi, e in misura molto minore la nascita del Gruppo 63; e siccome sto scrivendo queste righe proprio il 22 novembre ricordo lassassinio di J.F. Kennedy. Lannotazione a seguito della citazione leopardiana non affatto peregrina considerato che lunico commercio che mi riuscito quello dei libri, forse lunica cosa completamente mia come la costruzione quotidiana della Biblioteca come vita che con spavalda civetteria oso definire sontuosa, non gi per le diverse migliaia di volumi che fanno di casa mia una casabiblioteca, tacendo pudicamente delle appendici di una cantina altrettanto strapiena e di quella della mia residenza estiva di Canale kilometrotre, ma soprattutto ed essenzialmente per la qualit dei volumi che la costituiscono e che continuo ad aggiungere quasi quotidianamente. Negli anni delladolescenza, tralasciando pericolosamente lo studio di alcune materie per le quali nutrivo una sovrana ripugnanza, approfittavo della biblioteca di mio zio adeguatamente ampliata con quei libri che riuscivo a comprare da una vecchia signora ereditati da un suo fratello lettore onnivoro, a leggere cose che fuoriuscivano dai limiti scolastici. Limpatto pi esaltante fu la scoperta delle opere di Cesare Pavese nei Coralli einaudiani giusto in coincidenza col suo suicidio. Soprattutto la veste tipografica mi ha attratto irresistibilmente a fronte della scialba povert dei libri scolastici e delle edizioni economiche che acquistavo dalla citata signora. Da quel momento la Einaudi diventata la mia editrice di riferimento e delle migliaia di volumi che possiedo ho scelto per le collane Einaudi scaffali particolari in maestosa evidenza: i Millenni, il Parnaso italiano, la NUE, lEnciclopedia, la Letteratura italiana, la Storia dItalia, la completa collana bianca di Poesia, e nel settore della saggistica spiccano sempre i Saggi che mi hanno accompagnato negli anni del mio apprendistato e dellinsegnamento universitario. Felici intersecazioni sono quelle della Feltrinelli, della Bompiani, della Vallecchi e della Mondadori (ahi quello Specchiodantan) che completano la mia giovanile, e non solo, formazione culturale. E fanno onorevole corona i raffinati Scheiwiller, le varie collane di Poesia come quella della Garzanti, e i preziosi diamanti della Salerno editrice, nonch i famosi Classici Ricciardi.
Ma anche alcune collanine pi appartate e non meno care come la Fussi per esempio. Insomma: la contemporanea presenza delle pi svariate edizioni. Ma con altrettanta franchezza devo confessare che loccasione pi immediata di queste annotazioni autobiografiche me lha fornita la pubblicazione del prezioso e affascinante volume Adelphiana ideato da Roberto Calasso per celebrare appunto i cinquantanni della fondazione della casa editrice insieme a Luciano Foa e Bobi Bazlen. Come nella mia giovinezza einaudiano era un marchio nobile di riconoscimento, oggi nella mia segnaletica personale oso presumere di assumere a pieno titolo anche quello di adelphiano. Se i libri che Calasso va scrivendo con avveduta parsimonia, Limpronta delleditore, nella presente circostanza, costituisce un manuale di riconoscimento e di avvertimento per comprendere il ruolo che da cinquantanni svolge la sua casa editrice di cui dal 71 ha assunto la direzione editoriale e che con Giulio Einaudi il pi grande editore italiano e solo per lanagrafe dopo Laterza, Mondadori, Bompiani, Vallecchi, Feltrinelli, per citare solo quelli che obbligatoriamente devono essere presenti in ogni biblioteca. Nel libro appena citato, Calasso scrive: Che cosa una casa editrice se non un lungo serpente di pagine? Ciascun segmento di quel serpente un libro. Ma se si considerasse quella serie di segmenti come un unico libro? Un libro che comprende in s molti generi, molti stili, molte epoche, ma dove si continua a procedere con naturalezza, aspettando sempre un nuovo capitolo, che ogni volta di un altro autore. Un libro perverso e poliforme, dove si misura alla poikilia variegatezza, senza rifuggire i contrasti e le contraddizioni, ma dove anche gli autori nemici sviluppano una sottile complicit, che magari avevano ignorato nella loro vita. Come la Einaudi di Giulio, anche la Adelphi una casa editrice diversa dalle altre. E anche alla Adelphi ho destinato scaffali diversi e in evidenza per collocare i molti Classici, e quindi la impareggiabile Biblioteca, con laddenda piccola biblioteca, e anche la splendida La nave dArgo. Purtroppo il mio grande rammarico che possiedo solo una parte, anche se cospicua, di tutti questi tesori editoriali e culturali. Sto sfogliando il bellissimo volume, pagina per pagina. Non un semplice catalogo, lalbum di una vita per immagini suggestiva per la variegatezza delle copertine con tutto lapparato delle soglie genettiane. A pagina 23, Calasso scrive: [] un libro da leggere e guardare da cima a fondo, come fosse una lunga storia a puntate. E insieme un libro dove si pu entrare o uscire da qualsiasi parte [] Per ogni anno, il lettore incontrer una sequenza di copertine, alcune delle quali accompagnate da parole e immagini in qualche modo pronube per capire ci che quelle copertine proteggevano. Parole talvolta scritte dallautore stesso, invitato a considerarsi in prospettiva. Talvolta da testimoni, da lettori, da critici, da altri scrittori. E immagini in diversi modi connesse a quei libri. Anche immagini degli autori. Ripercorro mezzo secolo di letture straordinarie e vado segnando quelle che ancora dovr fare, perch come rivelava lo stesso Calasso nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa, i libri si possono non leggere subito, e anzi talvolta capita di leggerne qualcuno dopo decenni, citando a tal proposito il caso di Canetti. Mentalmente cerco di verificare gli elementi del progetto del libro unico teorizzato da Calasso, e condividere quello che Sterne diceva a proposito della lettura che aggiunge un filo alla tela brevissima della nostra vita. Essa ci rinfresca, per cos dire, e ci accresce la vitalit.
Nelle sue Journes de lecture, Proust scrive a un certo punto: Lascio alle persone di gusto fare della loro stanza limmagine stessa del proprio gusto e riempirla delle cose che piacciono a loro. Io con somma e immodesta civetteria lho fatto e non solo la mia stanza riflette la joussance, cio il godimento che la bellezza delle edizioni Einaudi e Adelphi, e devo aggiungere con pari trasporto la collocazione particolare riservata anche ai Meridiani italiani e stranieri, mi provocano oltre ogni misura a completamento materiale, della pura e semplice contemplazione, di quellaccrescimento culturale di cui mhanno nutrito, anche se come ho fatto riprodurre su una mattonella di ceramica antica che non omnes legi, sed omnes dilexi. Antonio Barbuto |