Data: 31/08/2008 - Anno: 14 - Numero: 2 - Pagina: 41 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
La quadrimestralità del periodico ha comportato, com’era prevedibile, anche l’allungamento dell’elenco di quelli che ci hanno lasciato per sempre. Tra i tanti, i cui nomi figurano nell’apposita rubrica, ce ne sono alcuni per i quali sentiamo il bisogno di scrivere almeno poche parole perché legati a “La Radice” con un rapporto in qualche modo particolare rispetto a tutti gli altri. Nello scriverne -ci ripetiamo- nutriamo la speranza che nessuno dei nostri lettori ce ne vorrà se ogni tanto facciamo motivate eccezioni di questo genere.
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Pasquale Riillo (Isola Capo Rizzuto, 1929 - Badolato, 28.5.2008) è stato per noi in questi ultimi anni una persona di fiducia in quanto ci ha aiutato a rendere fruibile ai visitatori la Forgia che fu di mastro Gianni Saraco, abitando nella casa sovrastante. Noi vogliamo ricordare la sua mitezza e la sua disponibilità, doti che albergano anche nel figlio Antonio che collabora con noi oggi, come ieri il padre.
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Il nostro pensiero affettuoso va a Nicola Carnuccio (Badolato, 1930 - Argentina, 4.6.2008), uno dei primi collaboratori di questo periodico dal Sud America. Un uomo, il nostro stimato cardiologo, che ha lasciato l’Italia negli anni Trenta dello scorso secolo, quando era ancora bambino. Insieme ai suoi tre fratelli ha sudato e sofferto, per il riscatto sociale, soprattutto. Prima che la sua mente cominciasse a barcollare teneva con noi costante rapporto. E noi non lo dimenticheremo facilmente.
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Se n’è andato anche il cancelliere Pasquale Sgro (Badolato, 1918 - Latina, 9.6.2008). Sebbene lontano da Badolato, o forse anche per questo, seguiva con interesse “La Radice”, ed era sempre “tra noi” perché l’amico Ciccio Menniti, suo affezionato discepolo e poi collega, lo magnificava spesso, per lettere ed al telefono. Nello scritto del nipote professore Antonio Fiorenza, che non possiamo pubblicare per mancanza di spazio, oltre che quale cancelliere “laborioso e scrupoloso”, viene ricordato quale “maestro prammatico; attaccato alla disciplina cercava di inculcare agli allievi principi sani e valori morali, quali l’idea del Dovere, il rispetto per la persona, l’attaccamento al Lavoro.”
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Danilo Lentini (1981 - 29.6.2008) per troppo poco tempo ha calcato le scene di questo mondo: a ventisette anni si dovrebbe cominciare a vivere, non morire. Da parte nostra soltanto il bisogno di esternare anche da queste colonne lo scossone che la sua tragica fine ha provocato anche in noi. E lo sgomento. E la vicinanza ai suoi che non finiranno mai di piangerlo.
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Della centenaria e trisnonna Francesca Crea vedova Fiorenza (Badolato, 2.3.1901 - 5.7.2008) abbiamo scritto più volte su questo periodico, fin dal 1995; l’ultima volta (n° 1/2008, pag. 35) in occasione del suo 107° compleanno. Nel dispiacerci che se ne sia andata prima di raggiungere i 110° anni promessile in sogno da Padre Pio, la ricordiamo, sempre “giovanile” e un po’ sorniona, quale Badolatese più longeva nei secoli.
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L’avvocato Ciccio Staiano (Badolato, 1926 - 8.8.2008), ci ha lasciato per sempre anche lui. Egli ha visto nascere “La Radice” e l’ha seguita nella crescita. Oggi lo ricordiamo come uno dei più incisivi rappresentanti di un mondo professionale che ha segnato una movimentata epoca della nostra storia.
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Tra le tante persone in vari modi in rete con “La Radice” c’era anche Sharo Gambino, scomparso il 25 aprile 2008, all’età di 83 anni. Di questo grande calabrese si sta scrivendo come di pochi altri, e ancora a lungo se ne scriverà, perché come pochi altri calabresi è stato poeta, narratore, saggista,… a ragione collocato, per l’impegno civile di scrittore neorealista, tra il nostro Corrado Alvaro e il siciliano Leonardo Sciascia. Noi lo abbiamo conosciuto già alcuni decenni fa; gli siamo stati qualche volta accanto in occasione di impegni culturali; lo abbiamo sentito più volte per avere notizie e consigli. Gli abbiamo pure chiesto un contributo, da giornalista, ed egli ha soddisfatto la nostra esigenza. Ora non leggerà più questo periodico, ma noi continueremo a far tesoro dell’inestimabile patrimonio culturale che ci ha lasciato. |