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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/03/2007 - Anno: 13 - Numero: 1 - Pagina: 14 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

ALLARME BULLISMO

Letture: 1171               AUTORE: Marina Gervasi (Altri articoli dell'autore)        

Recentemente è stata celebrata la Giornata internazionale sui diritti dell’infanzia e oltre a parlare di bambini e di ragazzi, ad avanzare proposte politiche, si è riflettuto anche sul triste ed attuale fenomeno del bullismo.
Parecchi giovani ne sono state vittime, ma, l’immagine televisiva che ha colpito tutti noi, facendoci provare sdegno e vergogna è stata quella del giovane disabile malmenato da alcuni compagni di classe e fotografato con il cellulare; poi le foto sono state fatte circolare via internet.
Quando succedono questi episodi così mortificanti, ci si interroga su come dobbiamo arginare questi atti di violenza e soprattutto sul perché si agisce con tanta cattiveria.
Cosa bisogna fare? La classe in cui è avvenuta la sciagurata vicenda è “del nostro mondo” ma ciò non giustifica i colpevoli e ci spinge ad invocare giuste sanzioni. è chiaro che ciò non può bastare. Nelle strategie per debellare il bullismo e la violenza giovanile, il Ministro Fioroni ha dichiarato di volerlo combattere arruolando il meglio della nostra cultura e della nostra storia.
Solo distogliendo i giovani dalla mediocrità e dalla volgarità riportandoli alla bellezza e al genio e sostituendo il “mi interessa” al “me ne frego” si possono creare quei valori che riscaldano il cuore.
Secondo il Ministro, Dante può salvare più giovani del consiglio di disciplina. Riferendosi poi al triste episodio del disabile ha fatto presente che il ministero avvierà una campagna di sensibilizzazione, e prenderà provvedimenti per il recupero di chi offende: è fondamentale che nelle classi non avvengano episodi di violenza, che tutti siano vigilanti al massimo e che tolleranza non sia sinonimo di assuefazione.
Anche il Ministro delle politiche per la famiglia Rosy Bindi ha richiamato l’attenzione “sulla responsabilità educativa di tutti” sottolineando che bisogna riportare al centro delle nostre istituzioni le politiche per l’infanzia.
Il Capo dello Stato Giorgio Napoletano ha affermato: “è doveroso che l’infanzia venga protetta, realizzando ovunque le condizioni minime necessarie per tutelarne la dignità.”
Ma non basta un progetto contro il bullismo, occorre qualcosa che vinca la volgarità dei messaggi prevalenti, l’eccessiva presenza di modelli sguaiati offerti dalla televisione e dai films, il pessimo esempio della società in generale, nella quale emerge l’idea della sopraffazione e dello scherno del diverso.
Un valido aiuto deve venire anche dalle famiglie che quasi sempre sono latitanti e portate a coprire e giustificare i propri figli senza accorgersi che essere sempre consenzienti è più un danno che un bene.
Riflettendo infine sui giovani delle scuole calabresi dobbiamo riconoscere che non arrivano agli eccessi testimoniati altrove, ma poiché anche loro sono vittime della diffusa omologazione creata dalla tv, dalla pubblicità e dalla rete, talvolta si vocifera di casi di bullismo che si verificano anche nelle nostre scuole.
Per evitare che il fenomeno degeneri occorre che la scuola sia sempre collegata con le famiglie e utilizzi a fondo tutti i suoi strumenti e facoltà per interessare e coinvolgere i giovani; affinare lo spirito e inculcare valori come rispetto reciproco e solidarietà.
è giusto comunque che il bullismo debba essere combattuto, primariamente, nelle scuole ma ciò non basta; ci deve essere un proposito comune che coinvolga anche la politica, le famiglie, le istituzioni dell’autorità e della solidarietà. Una rete, che pur servendosi di internet, non accetta di esserne sostituita.



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