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Autore:Giovanna Durante     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/09/2003 - Anno: 9 - Numero: 3 - Pagina: 19 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

BADOLATO ESPRESSO

Letture: 998               AUTORE: Emilio Pansarella (Altri articoli dell'autore)        

(L’amico Emilio Pansarella, quasi badolatese di adozione, conosce ed ama Badolato più di tante persone qui nate e cresciute. A provarlo, se ce ne fosse bisogno, basterebbe questo suo magnifico pezzo, fotografico, gioioso, intelligente. Leggiamolo.)

BADOLATO ESPRESSO

Badolato espresso, come il caffè, concentrato, denso, forte, pochissimo, ma pieno di sapore. Oppure Badolato al volo – o Badolato in 12 ore. O, ancora, Badolato mordi e fuggi. “Dammi 12 ore, e ti darò Badolato”.
Ma come diavolo si fa? Badolato richiede tempi lunghi, è lì adagiata sullo Ionio con una parte sul monte, un’altra sul mare. Una sistemata con cura come la glassa su un dolce, ben plasmata, che si regge splendidamente, ricchissima di sapore e di storia: un piccolo Pan di Zucchero del Mediterraneo, verrebbe da dire. Non ci credi? Vacci la sera al tramonto, vedrai se non cominci a mangiartela con gli occhi. E l’altra allungata sulla costa, con tutto quello che ci vuole per fare di un paese una vera città moderna: la strada principale, la stazione, una fermata d’autobus; la chiesa con una vera piazza davanti per le cerimonie religiose, ma anche per le manifestazioni! Un centro animato con negozi vivaci, ben assortiti, con vetrine accattivanti e commercianti svegli, competenti e cortesi. Non ti fidi? Prova ad entrare in un negozio qualsiasi, la tua curiosità sarà soddisfatta indipendentemente dal fatto che farai o no il tuo acquisto: questa si chiama professionalità, amico.
E poi il lungomare con i suoi ristoranti, i lidi, i campeggi, gli alberghi, gli impianti sportivi: lungo e profondo. Vuoi un po’ di vita? Prova a farci due passi dopo cena… E se per caso preferisci un po’ di solitudine, toh: ecco un tratto poco frequentato dove sederti per osservare il mare in silenzio, meditando. E, quando di pensare ne hai abbastanza, scendi attraverso le dune e puoi tuffarti da solo nell’acqua purissima dello Jonio.
Ma se Badolato è un posto così, come si fa a godersela “espresso”? Come si può affrontarla, percorrerla, sottometterla al nostro bisogno di vacanza, non avendo il tempo necessario per assaporarla con calma ed apprezzarla compiutamente?
Eppure, questo m’è capitato. Un salto, ti dico, una corsa veloce, un assaggio soltanto: ma che scintillio di piccole cose, di brevi incontri, di visioni promettenti mi porto dietro, adesso che sono lontano. Ero andato per una settimana di vacanza in montagna, sulla Sila, quando il richiamo si è fatto imperioso: Badolato non è lontana da qui…! Un corno: 150 chilometri ci sono voluti e più di due ore, ma ne è valsa la pena. Sali in macchina e ti butti in discesa verso oriente, finché ti appare il mare, poi ti metti comodo e guidi veloce (veloce? Ah, la 106…) verso sud: eccoci, siamo in vista di Badolato. È pomeriggio presto, non ci sarà nessuno per strada. Macché: come entri in paese, vedi il traffico consueto, però parcheggiare non è un problema.
“Ah, sei arrivato, finalmente!” Ragazzi, si comincia.
“Sono solo di passaggio”. Intanto, però, sono saluti e pacche sulle spalle con il giornalaio, il libraio, il dispensatore di cultura locale, il procacciatore di testi altrove introvabili che ti mettono al corrente del passato e del presente di questa città. Prima di fare tappa da qualcun altro, sarà meglio andare al mare e farsi un bagno. Giù al passaggio a livello, alla riva, all’acqua… Ah, che bellezza, dopo quelle ore di macchina!
“Si sta benissimo, guardi, lì c’è la fontana e là c’è un ristorante, mica male!” mi fa un camperista. A me lo dice? Sono vent’anni che qui ci passo le vacanze. Però sbrigarsi, questa non è una vacanza, è Badolato espresso…
Di corsa al campeggio, a salutare i vecchi amici: ci accolgono come se fossimo arrivati per restare; dopo cinque minuti siamo seduti con i gestori per parlare come se fossimo lì da un mese. È pura cortesia, dici? No caro, questa è familiarità, anzi: è amicizia vera!
Allora, visto che ci sentiamo a casa, facciamo un giro: incontrerò mio fratello? Non lo vedo e gli telefono così lo trovo prima. “Che stai facendo?” chiedo. “Sto qui che guardo un campo di mais, c’è una pace… è bellissimo.” Un campo di mais a Badolato? “Ma dove sei?” “Un po’ sopra il paese, ho fatto un giro in campagna e qui c’è un’aria…”.
Bene, ci vedremo più tardi. Intanto sulla spiaggia si gioca a palla a volo: sono in corso le Ferragostiadi. Che brutta parola… però esprime bene il concetto, si gioca e si fa sport, un po’ di competizione non guasta e se qualcuno ci mette un po’ di cattiveria, misero lui e non chi gioca per divertirsi con gli altri.
Un altro bagno (più rilassato stavolta, e qui l’acqua è ancora più trasparente) poi, uscendo dalla doccia, nell’ora in cui i villeggianti si preparano per la sera, un altro incontro, altri amici che ci chiedono e ci danno notizie, che bello, è come se ci fossimo ritrovati con vero appuntamento.
È ora di recuperare i vestiti in macchina e poi via, verso la pizzeria per la cena con gli amici migliori: un paio d’ore di sensazioni intense per lo stomaco e per lo spirito.
Dopo non ti fai la passeggiata sul lungomare? Certo che te la fai, solo che stasera c’è spettacolo, una specie di cabaret in italiano, ma con un gagliardo accento badolatese. Gli attori sono bravi, ma il pubblico è un è po’ distratto, tiene un occhio sul palcoscenico e l’altro sul “movimento” intorno, cercando di riconoscere qualcuno. Qua e là si concretizzano degli incontri, si alzano le voci, si levano le braccia in segno di saluto e lo spettacolo dilaga, dal palco alla platea, finché non distingui più chi sta recitando cosa e tutti ti sembrano personaggi della storia che si svolge intorno a te, e pure tu ti metti a guardare intorno e senza accorgertene diventi una pedina di questo irresistibile gioco badolatese notturno. “Alla fine ci saranno i fuochi artificiali” dice qualcuno. Ma per te che sei venuto qui solo per oggi, scendendo dalla quiete della Sila, i fuochi artificiali sono in corso da un pezzo e ne porterai il ricordo lungo la strada del ritorno, negli occhi mille incontri e nelle orecchie mille voci familiari: pure quest’anno le ho risentite, sono i suoni di Badolato che mi riascolto durante l’inverno, quando ne sono lontano e ho voglia di tornare al paese, alle origini, alla libertà delle vacanze. Miele per le mie orecchie… A proposito, hai sistemato bene i barattoli del miele che ci ha fatto trovare l’amico apicoltore, opportunamente avvertito del nostro passaggio? Meno male che se n’è ricordato, addolcirà le serate insieme a qualche pagina del nuovo libro di Cossari, quello sulle tradizioni popolari badolatesi… sì, quello degli amici de “La Radice”: meno male che siamo venuti, ce ne ritorniamo con un bottino sostanzioso.
Per questo, vedi, 12 ore a Badolato possono giustificare una corsa e un viaggio un po’ lunghi, perché sono come un buon caffè che ti rimette a posto e ti ricarica di energia.
“Un Badolato espresso… Grazie!”
Roma, agosto 2003


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