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Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/09/2003 - Anno: 9 - Numero: 3 - Pagina: 34 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

DOVE VANNO LE CICOGNE?

Letture: 1240               AUTORE: Daniela Trapasso (Altri articoli dell'autore)        

Tra le tante domande senza risposta che spesso ci poniamo, probabilmente questa è quella a cui la risposta può essere data in maniera relativamente attendibile. Forse non possiamo dire esattamente dove vanno ma sappiamo con precisione da dove vengono e dove si sono fermate. Vengono dalla Germania e si sono fermate a..... Badolato. Non avevano il fazzolettone al becco con i bimbi dentro ma hanno portato tanta sorpresa e gioia a tutti, grandi e piccini, in una calda serata d’agosto.
È stato, infatti, al tramonto che il cielo del nostro paese ha cominciato ad essere solcato da grandi uccelli che si posavano sui tetti e sui comignoli delle nostre case. Eravamo tutti con il naso in su, dapprima a cercare di capire chi fossero quei volatili dalle grandi ali e poi increduli e sbigottiti nel renderci conto che si trattava di cicogne. Come era mai possibile che fossero arrivate le cicogne a Badolato? Che ci facevano sui tetti delle case del Montemanna? In poco tempo tantissima gente (compresa la sottoscritta che, in verità, non ama particolarmente i volatili!) si è raccolta proprio in questa zona a vedere da vicino lo spettacolo, inconsapevolmente, offerto dalle cicogne: bellissime, maestose, eleganti e per niente infastidite dal clamore che avevano sollevato! Tante le domande che la gente si poneva: come sono arrivate? Si sono perse nella fase della migrazione? Avranno fame? Dove vanno? Si fermeranno qui per sempre? Domande che, ovviamente, restavano senza risposte se non quelle azzardate dai Piero Angela di turno: “sicuramente vengono da...; le cicogne dormono…; sappiamo perfettamente che…” e via di seguito. Il mistero, tuttavia, doveva essere svelato da lì a breve.
All’indomani, infatti, un gruppo di volontari dei Rangers di Badolato trova una cicogna ferita, l’unica rimasta dopo la partenza mattutina di tutto lo stormo, e la porta presso la propria sede. La povera bestiola sta male: è disidratata, stanca ed ha le zampette scottate (probabilmente si è appoggiata sfinita sull’asfalto). Mentre la curano si accorgono che ha un anello, che cinge una zampa, con un numero – A 2889 – ed una scritta apparentemente incomprensibile. In realtà si trattava di un indirizzo e-mail dal quale non mi è stato difficile risalire al sito web. Così, (potenza della telematica!) nel giro di pochi minuti mi sono messa in contatto con il Max-Planck- Forschungsstelle für Ornitologie di Radolfzell, in Germania. In breve il mistero è stato svelato: la cicogna A 2889 (nel frattempo ribattezzata “Agostina”) apparteneva ad un gruppo di cicogne bianche inanellate, a scopo di studio, dal centro di ornitologia tedesco, di cui sopra, in data 16 giugno 2003. La dr.ssa Anne Bär, per me la “mamma della cicogna”, oltre ad essere felice per il riscontro al lavoro fatto, è stata gentilissima nel darmi tutte le informazioni richieste. Così ho scoperto che il papà e la mamma, quelli veri, della cicogna erano rispettivamente svizzero e francese, che aveva altri 4 fratelli e sorelle ed aveva percorso la distanza di 1271 km in 63 giorni. Mi è stato spiegato che questa non è la rotta classica delle cicogne. Infatti esistono due tipi di rotte principali: quella che da Gibilterra le porta in Africa occidentale, e quella che, attraverso Israele, le conduce sino all’Africa Orientale e al Sud Africa. Da ciò si capisce che le nostre cicogne avevano perso la rotta. Purtroppo, però, mentre ero lì a gioire con Mrs. Bär, arriva la telefonata dei Rangers, ai quali, per il mio tramite, giungono i ringraziamenti di tutta l’equipe del centro ornitologico: nonostante le cure e le indicazioni del WWF di Lamezia, Agostina era morta! Ed il mio tono di voce, nel comunicare la notizia a Mrs. Bär, deve essere stato molto eloquente se la “mamma della cicogna” ha sentito la necessità di consolarmi. Mi è stato spiegato che, sfortunatamente, queste cose succedono spesso durante le migrazioni e che sono molti gli esemplari che partono ma non arrivano a destinazione.
Sarà, ma, nonostante la mia avversione ai pennuti, mi è dispiaciuto davvero molto che Agostina con ce l’abbia fatta.
Tuttavia Agostina ci fa lasciato un regalo molto bello: una calorosa e cordiale corrispondenza con il centro ornitologico tedesco. Ancora oggi, infatti, sono in contatto con Mrs. Bär, la quale mi ha inviato alcune pubblicazioni sulle cicogne e sul loro lavoro di inanellamanto (ringing). Ultimamente mi ha fatto recapitare alcune foto del posto in cui avviene l’inanellamento e del nido di Agostina in Germania invitandomi ad andare a vedere il loro lavoro. Tra i documenti che mi sono stati inviati quello che più mi ha colpito è una specie di “certificato di nascita e ritrovamento” di Agostina. È curioso vedere scritto, nello spazietto del “finding place” (luogo di ritrovamento) il nome di…Badolato. Mi fa un certo effetto pensare che il nostro paese si troverà negli archivi di un centro di ricerca scientifica tedesco. Ci mancava solo questa alle tante avventure vissute da Badolato negli ultimi anni! Speriamo che il passaggio delle cicogne sia di buon augurio a tutti, come sostengono alcune persone anziane che cercano il “magico” in ogni avvenimento.
Per quanto mi riguarda continuo a rimanere in contatto con Mrs. Bär, che ho invitato a venire a Badolato: le ho detto di arrivare in una calda sera d’estate possibilmente con un … anello al piede!


(Foto Campese) – Le cicogne a Badolato il…………..


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