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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2008 - Anno: 14 - Numero: 3 - Pagina: 25 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

E' ARRIVATA LA SOCIAL CARD

Letture: 934               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

Ovvero la tessera, cioè la carta annonaria, che agli Italiani di una certa età ricorda il periodo bellico e l’esigenza di razionare i viveri. Ovviamente tra le due carte c’è qualche differenza. Una: a quella avevano diritto un po’ tutti; a questa, benignamente concessa dai nostri governanti, hanno diritto soltanto i morti di fame. Con quaranta euro al mese i morti di fame non morranno più di fame! Altra differenza. La moderna carta del 2008 dev’essere esibita esclusivamente a negozi che abbiano dichiarato la disponibilità ad attuare tale servizio: non risulta, a oggi, che a Badolato qualche esercente si sia dichiarato disponibile. Corre voce che neanche nei paesi vicini e, se è vero, neanche a Soverato. `E9 quindi probabile che il morto di fame sia costretto, se ce la fa con le gambe e con la testa, a prendere il treno -se c’è- o l’autobus per andare a comprare il latte e lo zucchero che gli passa lo Stato, guidato da un governo scellerato. In armonia con una precedente enfatica dichiarazione: “Il minimo viene assicurato a tutti!”
Tutta colpa della crisi! Loro, però, quelli che la crisi l’hanno creata, o la gestiscono, se proprio non se ne avvantaggiano certamente non la soffrono, neanche l’avvertono. Continuano spudoratamente a incassare soldi a palate, ignorando altrettanto spudoratamente che non può spendere, come loro predicano, chi non ha un posto di lavoro, o chi è titolare di pensione da fame, o con una magro stipendio ha dei figli disoccupati o eterni precari sulle spalle. I loro stipendi, però, continuano a rimanere i più alti d’Europa, e i privilegi di cui godono sono un’onta alla dignità di un qualsiasi consorzio civile. E pensare che la maggioranza degli italiani condivide appoggia ed esalta il sistema, forse perchè se ne avvantaggia, secondo o contro legge poco importa.
La deriva è ormai incontenibile: da qui a non molto potrebbe capitare di tutto. Ciò mentre le più alte cattedre continuano a fare predicozzi a destra e fervorini a manca. Ignorando volutamente, io credo, che le prediche e i fervorini non riescono a modificare l’atteggiamento e le mire del capitale, della finanza, del potere, dello strapotere: la plurimillenaria storia insegna! Ci vuole ben altro per “convincere” chi non vuol sentire o per fermare la rabbia di chi soffre la fame.


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