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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/12/2020 - Anno: 26 - Numero: 2 - Pagina: 16 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

IL SATRIANESE DON MIMMO BATTAGLIA ARCIVESCOVO DI NAPOLI

Letture: 556               AUTORE: Giulio De Loiro (Altri articoli dell'autore)        

Sabato 12 dicembre, alle ore12:00, il Cardinale di Napoli Crescenzo Sepe, in contemporanea
con la Sala Stampa del Vaticano, annuncia la nomina da parte di Papa Francesco ad Arcivescovo di
Napoli di Monsignor Mimmo Battaglia, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese e Sant’Agata dei Goti.
Ma già il giorno prima i quotidiani di Napoli avevano preannunciato il lieto evento, dando giusto
risalto alla notizia che per mezzogiorno di sabato erano stati convocati i cleri dell’Arcidiocesi
napoletana e della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese e Sant’Agata dei Goti.
Di certo la fiducia e la stima di Papa Francesco verso il Vescovo calabrese sono alla base della
sua scelta, quella stessa fiducia e stima che hanno determinato, il 24 giugno del 2016, la sua nomina
a Vescovo, fiducia e stima che nascono nel cuore e nella mente di Papa Francesco per i risultati
lusinghieri e concreti conseguiti da don Mimmo nelle funzioni di Presidente della Federazione
Italiana delle comunità terapeutiche, risultati che di fatto hanno arricchito il “curriculum vitae”
di questo straordinario prete di strada, costantemente impegnato in un apostolato a sostegno dei
poveri, degli emarginati e degli ultimi. Una storia, questa di don Mimmo, lineare e trasparente, che
ben si intreccia con gli ultimi cinquanta anni della storia di Satriano, il paese natio a cui è stato
sempre fortemente legato, tant’è che, anche quando don Mimmo è stato lontano da Satriano, il
rapporto affettivo con il suo Borgo ha continuato a essere intenso e profondo nel suo cuore.
Si tratta di un rapporto affettivo che è iniziato fin dalla fanciullezza di don Mimmo, quando da
ragazzino ha vissuto assieme alla sua famiglia una breve esperienza di emigrazione negli USA,
da dove, però, è rientrato a Satriano dopo appena tre anni; il che gli ha consentito di completare
la scuola elementare a Satriano e di vivere la sua prima esperienza come chierichetto con don
Luigi Mattei e con don Ciccio Santaguida, i due parroci satrianesi che hanno rappresentato due
fondamentali punti di riferimento per il ragazzo, che da subito manifesta il desiderio di farsi prete.
Ed è un desiderio che il ragazzo riafferma, fino a diventare una vera e propria vocazione, quando
inizia a frequentare l’oratorio dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Satriano. Di questa
fase don Mimmo ha offerto una testimonianza tangibile e documentata, attraverso la quale egli ha
voluto rappresentare l’importanza e il peso che hanno avuto nella sua formazione quelle Figlie di
Maria Ausiliatrice che hanno accompagnato il cammino della sua vocazione. Testimonianza che
diventa, così, un revival di ricordi con i quali l’attuale Arcivescovo di Napoli ripercorre una parte
significativa della storia della casa delle suore di Satriano e che, assieme agli anni trascorsi in
seminario, racchiudono i capitoli più importanti della propria formazione.
Emozionante e particolarmente coinvolgente è il ricordo di Suor Gerarda, una Figlia di Maria
Ausiliatrice costretta per molto tempo su una sedia a rotelle, e che ha rappresentato agli occhi di
don Mimmo l’incarnazione dell’Amore del Signore, in quanto la suora, dalla sedia della propria
sofferenza, innamorata com’era di Cristo e del Vangelo, è riuscita costantemente a sciogliere
“parecchi gomitoli di difficoltà e disgrazie che schiacciavano la vita di tanti giovani satrianesi
come macigni, perché il suo era il servizio della speranza e della consolazione”. E sarà proprio
suor Gerarda ad aiutare don Mimmo nella sua prima crisi interiore, allorquando, per indicargli la
soluzione per la sua inquietudine, gli consiglia di entrare in Chiesa, di mettersi in ginocchio davanti
al Crocifisso e di ascoltare quanto il Signore vorrà sussurrare al suo cuore. Don Mimmo esegue il
consiglio di suor Gerarda e nel contatto con Cristo supera quel momento di crisi interiore e in tutta
sicurezza si avvia a completare il suo percorso di studi e a essere consacrato sacerdote nella Chiesa
di Satriano il 6 febbraio del 1988, in un tripudio di festa e di gioia di tutta la comunità parrocchiale.
Ovviamente la prima esperienza parrocchiale don Mimmo la fa nel suo paese, quasi in segno di
gratitudine ai suoi genitori, a cui è legato da un affetto viscerale. Quella di parroco di Satriano è, però, un’esperienza di breve durata, in quanto l’Arcivescovo- Metropolita di Catanzaro-Squillace,
Monsignor Antonio Cantisani, conoscendo lo spessore spirituale e la forza d’animo del giovane
sacerdote satrianese, nel 1992 gli affida la responsabilità della gestione del Centro Calabrese di
Solidarietà, una comunità terapeutica impegnata al recupero dei tossicodipendenti. E di questa
struttura don Mimmo Battaglia sarà l’anima per ben 25 anni, allargandone il raggio di azione con
l’aggiunta di nuove strutture, come Villa Samuele e il Centro Regionale Antiviolenza Mondo Rosa,
un posto quest’ultimo che assicura protezione alle donne vittime della violenza. Il clima che si
respira in tutte queste strutture gestite da don Mimmo traspare nelle parole di saluto di un giovane
operatore, intervenuto alla festa del suo 25º anniversario di sacerdozio, che si è svolta nella Chiesa
“S. Maria di Altavilla” di Satriano il 6 febbraio del 2013. L’intervento di questo operatore coglie
il senso vero della missione pastorale di don Mimmo, per cui è opportuno trascriverne le parti
fondamentali.
“Caro don Mimmo, è emozionante festeggiare questo XXVº anno del tuo sacerdozio, e lo è
ancora di più se pensiamo che di questi 25 anni, 20 li abbiamo trascorsi insieme, da quel momento
in cui qualcuno ti ha voluto regalare questa strana parrocchia del Centro di Solidarietà Calabrese.
Tu che ti sei fatto riconoscere come prete di strada, non so se all’inizio ti aspettavi davvero come
sarebbe stata questa strana parrocchia… dove non c’è una croce in alto che indichi ai fedeli la
giusta direzione, ma ce ne sono tante da te portate sulle spalle e sempre accolte, condividendone
fatiche e dolori… In questa parrocchia anomala, al posto di un consiglio pastorale, ti sei trovato una
massa scalmanata di volontari, gente testarda e a volte molto rumorosa con il pallino di voler ridare
colore agli angoli più grigi e bui di questa città e di riconsegnare luce nella storia più spenta… Da
buon parroco ti sei incontrato e scontrato, condividendo scelte e utopie, arrabbiature ed entusiasmi.
Ma come te nessuno riesce a trovare e a far trovare un senso, a riscoprire nel fondo delle anime e
nelle storie segnate dal dolore e mai saziato di spiritualità e di buon senso… Vogliamo che la tua
strada rimanga la strada”. Questo augurio, che conclude il saluto di questo giovane operatore, don
Mimmo lo fa suo nel ringraziamento finale della manifestazione, nel quale il sacerdote satrianese
solleva al Signore “grazie di lode”, per averlo avuto sempre vicino nel suo cammino pastorale
accanto agli ultimi. Cammino, questo, che porterà il prete di strada satrianese alla ribalta nazionale,
anche attraverso le sue pregevoli pubblicazioni che hanno permesso al grande pubblico di conoscere
la profondità spirituale delle sue riflessioni e che poi gli spianeranno la strada per la nomina a
Presidente della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, incarico che don Mimmo assolve
dal 2006 al 2015, ma non standosene seduto dietro una scrivania, ma andando in giro per l’Italia a
visitare tutti i Centri di Solidarietà e partecipando a tutti i convegni dove si discuteva di marginalità
e di sofferenze. E su questi temi ha incontrato Vescovi e Cardinali, che una volta verificata la
preparazione e la profondità spirituale di don Mimmo, lo invitano a predicare gli esercizi spirituali
presso la Confederazione Episcopale Italiana. Ovviamente queste notizie giungono all’orecchio di
Papa Francesco che, una volta approfondita la conoscenza del sacerdote satrianese, il 24 giugno del
2016 lo nomina Vescovo di Cerreto Sannita–Telese–Sant’Agata dei Goti.
La bolla papale di nomina viene letta nella Cattedrale di Catanzaro il 3 settembre ed è salutata
con parole commoventi dal Vescovo – Metropolita, Monsignor Vincenzo Bertolone, il quale,
rivolgendosi al neo-vescovo, gli ricorda che “non il mondo, ma Dio lo chiama al servizio della
Chiesa, sii gloria di questa Diocesi che ti è stata Madre. Il Maestro ti chiama, alzati e va’. Fidati del
Signore, da’ tutto quello che sei e che puoi e lui ti ricompenserà”.
È con questo augurio che don Mimmo inizia il suo percorso episcopale. E dopo quattro anni
vissuti intensamente come pastore della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti,
arriva per il prete di strada calabrese una più grande e significativa ricompensa, la Cattedra di
Principe della Chiesa di Napoli, una Diocesi di primissimo piano e molto ambita che, essendo Sede
Cardinalizia, a breve assicurerà a don Mimmo anche la porpora cardinalizia.
Con la nomina ad Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, il prete di strada calabrese e
con lui la sua Satriano entrano così nella storia della Chiesa.
Giulio De Loiro
(Noi siamo veramente lieti d’aver conosciuto don Mimmo Battaglia quando era ancora un
Prete di strada, avendogli chiesto di venire a Badolato a portarci la sua limpida parola e il suo
nobile pensiero in un largamente partecipato incontro sulla figura e sull’opera della donna,
nell’occasione di una delle manifestazioni nel sessantesimo anniversario della Costituzione
repubblicana. Abbiamo conosciuto così le fondamentali linee guida del suo ministero sacerdotale,
e soprattutto abbiamo apprezzato la sua vasta apertura alle molteplici visioni delle complesse
realtà umane. Ieri abbiamo gioito perché scelto a fare il Pastore di una Diocesi. Oggi siamo ancor
più lieti per l’importante chiamata ad essere l’Arcivescovo di Napoli, città che, tra l’altro, esprime
tutto ciò che è il Sud di questo non semplice Paese. Da queste colonne auguriamo di cuore a Don
Mimmo di ottenere frutti copiosi anche nella sua nuova fatica di Super Pastore. – Ndd)


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