Data: 31/12/2008 - Anno: 14 - Numero: 3 - Pagina: 34 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
IL GIRO D' EUROPA, A PIEDI. |
|
Letture: 1166
AUTORE: DIREZIONE (Altri articoli dell'autore)
“La sottile linea rossa”, di cinematografica memoria, ritorna spesso alla mente nel quotidiano: dove finisce la sanità e comincia la demenza? Dove finisce la tanto invocata normalità e comincia la anormalità? Le occasioni di riflessione sono infinite. Su questo periodico abbiamo scritto altra volta di un giovine di passaggio da Badolato Marina con il suo cane, mentre faceva a piedi il giro d’Italia (n° 1/2003, pag. 26). Vogliamo adesso dire ai nostri lettori dell’incontro con il 49enne francese Joel Buton che il 23 ottobre u.s. “passava” dalla nostra Marina. Nato a Nantes, nell’entroterra del Golfo di Biscaglia, fa di professione il fachiro. Alla morte di lady Diana intese rilevarne il testimone cominciando a modo suo una battaglia per la pace sul pianeta, in particolare contro le mine antiuomo, che ammazzano pure tanti bambini. Mise su un carretto a due ruote alcune misere cose e, trascinandolo come farebbe un asinello, partì da Parigi il 29 maggio del 1999. Attraverso la Francia, il Belgio, la Danimarca, la Russia, la Lettonia... intende compiere il giro d, 45.000 chilometri, con sosta a Roma, dal Papa, per consegnargli le infinite testimonianze del suo continentale viaggio: milioni di firme, migliaia di articoli di giornale e attestazioni a firma di sindaci, sacerdoti, comandanti di vigili urbani, giornalisti, ecc. “La notte riposo dove mi trovo, sotto un portico, in un magazzino... per vivere accetto delle offerte, cucino da me lungo la strada. Adesso continuo sino a Reggio e poi in Sicilia. Risalirò dal mare Tirreno e andrò dal Papa. Quando arriverò a Parigi, andrò in aereo alla Casa Bianca per parlare con il presidente degli Stati Uniti. Poi andrò a Ginevra.” Queste alcune delle sue dichiarazioni, parte in francese e parte in italiano. Abbiamo firmato anche noi il suo registro. Standogli accanto per la fotografia abbiamo consapevolizzato un certo calore umano che ci rendeva quel barbuto dagli occhi lucidi più vicino al nostro mondo di esseri “normali”. E ci siamo ricordati della “sottile linea rossa”. Dopo nove giorni, il 31 ottobre, passando in automobile dalla Marina di Gioiosa Ionica, abbiamo intravisto l’inconfondibile carretto: la normalità del quotidiano ci ha impedito di fermarci per stringere la mano al fachiro Joel Buton. |