Data: 30/09/2005 - Anno: 11 - Numero: 3 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Giovanni Bove (Altri articoli dell'autore)
Può capitare di dimenticare qualche scadenza fiscale. Sono troppe, spesso si accavallano ad altre spese, insomma il cittadino può trovarsi in una situazione di impossibilità di saldare i propri conti con l’Amministrazione Finanziaria. Con il ravvedimento operoso si evita che la lunga mano del Fisco si abbatta sul contribuente che ha omesso qualche versamento anche per semplice negligenza. Per aderire a ciò basta pagare una sanzione ridotta e gli interessi, calcolati al tasso legale, attualmente il 2,50%, per il numero dei giorni intercorrente dalla data di pagamento prevista per legge alla data di effettivo pagamento. Possono essere definite attraverso questo istituto tutte le partite con l’Erario per qualsiasi tributo e la ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che l’Amministrazione, da anni orientata verso la massima collaborazione con il contribuente, vedi pubblicazioni e tutto il materiale prodotto per offrire il miglior servizio possibile, cerca di ottenere il massimo risultato dai suoi sforzi per stimolare il cittadino al corretto adempimento dei propri doveri fiscali. Come al solito un esempio pratico può agevolare la comprensione di questa possibilità concessa al contribuente: supponiamo di aver omesso il versamento del saldo IRPEF relativo alla Dichiarazione del 2005; entro un anno dalla scadenza fissata per legge, si può procedere con il ravvedimento operoso, saldando il proprio debito pagando la sanzione ridotta del 30% sul capitale non versato, con il codice tributo 8901; il capitale e gli interessi legali con il codice tributo 4001. Analoga operazione può essere effettuata per tutti i versamenti. Il fiscalista |