Data: 31/12/2016 - Anno: 22 - Numero: 3 - Pagina: 21 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
LALLUVIONE DEL 1951 TRA RICORDO, SPERANZA E FEDE. |
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AUTORE: Vittoria Squillacioti Calemme (Altri articoli dell'autore)
Sono passati tanti anni ed ancora vivo nella mia mente il ricordo dellalluvione avvenuta Ottobre 17 - 1951. Avevo solo 14 anni e ricordo che piovve per 40 giorni consecutivi. I muri delle case e le strade non contenevano pi la troppa acqua e cominciarono a spaccare. Glingegneri giravano per le strade del paese per controllare il pericolo e ci raccomandavano se vedevamo muri lesionati di lasciare subito la casa. Dalla terrazza di casa mia vedevamo il fiume della Provvidenza che durante lestate era quasi asciutto e nellinverno scorreva poca acqua, ma durante i 40 giorni di pioggia sera molto ingrossato. Il quarantesimo giorno fu terribile, dun colpo le gocce della pioggia cadevano mai viste cos grandi che sembravano grandine. In quel momento spaventoso il fiume diventato un mare, ha straripato e portava con lacqua alberi interi, casette coloniche, ferramenti di campagna, letti, e pezzi di mobilio. In quel momento terrificante tutti abbiamo pensato che era la fine: avrebbe portato via anche noi con le nostre case. Eravamo tutti sconvolti e terrorizzati, fu un momento spaventoso e proprio in quellistante abbiamo sentito suonare le campane della chiesa e ai primi rintocchi la pioggia cess di colpo. Erano le campane della chiesa della Madonna della Provvidenza che distava pochi metri dal fiume. In quel momento di paura e sbigottimento ci sembrava impossibile che qualcuno si azzardasse di andare alla chiesa, il fiume se li poteva portare via. Invece due brave e coraggiose persone di grande fede, mettendo a rischio la loro vita decisero di andare a portare in salvo la statua della Madonna, prima che il fiume se la portasse via con la chiesa. Erano una donna e un uomo del mio vicinato, Caterina Ermocida (Addavi) e mastro Vincenzo Abate (un mio cugino). Per arrivare alla chiesa dovevano percorrere una ripida e pericolosa discesa, una stradina inzuppata dacqua e fango, ma ce lhanno fatta, superando anche la paura che la chiesa era gi piena dacqua. In fretta hanno preso la statua dallaltare e lhanno portata fuori. Caterina si tolse il grembiule (u farili) e copr la testa della Madonna. E prima di cominciare la salita hanno suonato le campane. Nonostante il troppo peso della statua per due persone e la strada rischiosa, miracolosamente ce lhanno fatta: la Madonna era sana e salva nella parte alta del paese. Fu veramente un miracolo, la Madonna ci ha salvato tutti. In quel momento terribile una parte di case sono cadute e la Madonna fece un secondo miracolo: gli abitanti delle case cadute fecero in tempo di scappare dalle abitazioni prime che cadessero, e mor soltanto una persona. Ma i problemi continuarono. Nel momento della forte pioggia venne a mancare la corrente elettrica e si sono rotti pure i tubi dellacquedotto, e non avevamo acqua per bere. Intanto nelle case cadute, dove erano accesi i bracieri perch faceva freddo, al crollo dei muri e dei tetti si svilupp un incendio, con il pericolo che passasse alle case intatte e abitate. Intanto mancava lacqua ai rubinetti, e il fuoco fu spento con il terriccio delle case cadute. Gli abitanti delle case crollate hanno perso tutto; sono scappati via soltanto con i vestiti che indossavano, ma grazie alla Madonna erano vivi. Eravamo isolati perch i ponti erano rotti. Avevamo bisogno daiuto, e ci siamo aiutati lun con laltro come abbiamo potuto. Le famiglie erano divise, quelli che scapparono trovarono alloggio in casa di parenti e amici e col tempo ci siamo tutti ritrovati. In seguito venne da Roma a trovarci il Presidente della Repubblica Einaudi. Arriv con la macchina in Piazza Fosso e i cittadini Badolatesi eravamo l ad aspettarlo. Ci vide tutti tristi, depressi e scoraggiati con le lacrime agli occhi. Si molto commosso e ci diede tanto incoraggiamento. Ci promise daiutarci, difatti ci mand viveri e coperte di lana e tutto fu distribuito a chi ne aveva bisogno. In seguito furono costruite le palazzine in Marina e consegnate alle famiglie senza tetto. un ricordo triste del mio passato, del mio caro paese fra i tanti belli ricordi che non dimentico mai. Desidero ringraziare il Direttore de La Radice il Professore Vincenzo Squillacioti e tutti i collaboratori che fanno tanto lavoro per portare avanti questo bello Periodico, per farlo giungere a noi emigranti tanto lontani dal nostro paese; appena lo ricevo lo leggo subito e lo metto gi quando lho finito. Grazie di cuore e vi sono riconoscente per la gioia che mi d. Mi riporta indietro di tanti anni e mi fa rivivere i giorni belli della mia giovent trascorsi nel mio caro paese. una gioia immensa. Porgo a tutti cari saluti e tantissimi auguri di un Felice e Santo Natale e Buon Anno. Cordialmente. Vittoria Squillacioti Calemme (Da parte nostra un sentito ringraziamento allappassionata lettrice per la puntuale ed emozionante pagina di un doloroso e non tanto lontano momento della nostra storia. Lo stesso particolare episodio stato visto e narrato su questo periodico con altri occhi e da unaltra angolazione: i due scritti si integrano e si arricchiscono vicendevolmente, motivo per noi di ulteriore soddisfazione. Ndd) |