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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2005 - Anno: 11 - Numero: 4 - Pagina: 33 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

LE SCARPE CHIODATE

Letture: 1008               AUTORE: Nicolina Carnuccio (Altri articoli dell'autore)        

La nonna sul volto chiaro e bello aveva un’espressione di bambina un po’ timida e triste. Con i capelli candidi da sempre, per noi era vecchissima e aveva poco più di cinquant’anni. Passava quasi tutte le giornate nel suo fondo d’ulivi. D’inverno, china, raccoglieva le olive ad una ad una. D’estate coltivava ad orto un piccolo pezzo di terreno e lo innaffiava con il secchio prendendo l’acqua da un canale vicino. Con zucca, fiori di zucca e fagiolini preparava una minestra odorosa. Cucinava all’aperto. Accendeva il fuoco tra due pietre e su di esse poggiava la pentola di terracotta rossa. Un mio fratello con pezzi di canna e coltellino faceva le forchette. Ogni volta ne faceva una molto più grande delle altre e l’offriva alla nonna. Lei protestava sorridendo: “Ah lazzarone!” Impugnava lo stesso il forchettone tra le risate nostre, e insieme mangiavamo la minestra seduti sotto gli alberi per terra. La nonna da ragazza, come tante altre raccoglieva le olive del barone. Quasi tutte andavano in campagna a piedi nudi, nel gelo del primissimo mattino.
La nonna calzava le scarpe chiodate. Doveva riguardarsi: da piccola aveva avuto la pleurite.



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