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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/06/2007 - Anno: 13 - Numero: 2 - Pagina: 6 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

La ferrovia che non c’è più

Letture: 1229               AUTORE: Antonio Iannicelli (Altri articoli dell'autore)        

Negli ultimi anni del secolo scorso abbiamo assistito ad una vera e propria riscoperta della cartolina d’epoca riguardante i paesi della Calabria. Mercatini, mostre e pubblicazioni hanno portato alla luce immagini di persone e luoghi rimasti custoditi per lungo tempo nella memoria di qualche anziano. Le pubblicazioni, però, per molti versi assai stimolanti, mancavano quasi sempre del necessario approfondimento dell’esame della cartolina. A rappresentare il paese o la città erano i monumenti, il corso principale, la chiesa matrice e, dove esistente, la stazione ferroviaria, vero e proprio elemento di vanto.
Relativamente ai paesi delle pre-serre catanzaresi abbiamo rintracciato una cartolina di San Vito sullo Jonio dove in bella mostra, oltre al monumento ai caduti e al panorama, c’è la stazione ferroviaria con un treno a vapore. è la stazione delle Calabro Lucane.

Fino agli anni ’60, gli abitanti dei diversi paesi delle pre-serre catanzaresi si sono serviti per gli spostamenti, nell’ambito del proprio territorio, della ferrovia a scartamento ridotto Soverato-Chiaravalle Centrale, costruita dalla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo e aperta all’esercizio il 15 dicembre 1923. Con essa i paesi boschivi delle pre-serre venivano collegati, attraverso circa 23 km di linea, al mare, al commercio, allo scalo di Soverato. La sua costruzione, nel mentre soddisfaceva gli interessi dei piccoli centri di produzione cercando di avvicinarli ai mercati più importanti, con i cespiti corrisposti ai lavoratori locali impiegati, diventava rimedio contro l’emigrazione.
Anche questa linea, come tante altre secondarie costruite dalla medesima società, è stata per lungo tempo muta testimone del lungo e doloroso viaggio degli emigranti. Si partiva portando con sé, nella valigia di cartone legata con lo spago, quel poco che si possedeva, per intraprendere un viaggio che conduceva più ad un destino che ad una destinazione. Enotrio Pugliese diceva per l’appunto: “’nto distino ’i tutti i Calabrisi ’nc’è sempi ’nu trenu chi parti”. Stazioni, treni, sale d’aspetto, luoghi primari del nostro bisogno di comunicare, diventavano, per necessità, luoghi dello straniamento e della fuga. E si partiva. Si scappava in treno. Con i treni a vapore, con le littorine, sempre pronti a raggiungere uno scalo, una coincidenza che portasse un pezzo di Calabria a Milano, a Torino, in Svizzera, in Germania, in Belgio, nella lontanissima America perché per quei tempi era collettivamente sentito il detto: “meglio morto in America che vivo in Italia”.
Ma la ferrovia ci ha lasciato anche tanti ricordi belli: i viaggi al mare in treno.
E proprio per stimolare l’utilizzo del treno, le Ferrovie Calabro Lucane, proponevano all’utenza i cosiddetti treni popolari, ossia abbonamenti e biglietti a prezzo ridotto aventi come destinazione fiere, mercati e località di villeggiatura.
Sin dagli anni Trenta, in particolari giorni di luglio ed agosto per facilitare le gite a carattere popolare, per Chiaravalle Centrale e Soverato, l’Amministrazione delle Ferrovie metteva in vendita speciali biglietti di Andata-Ritorno di 3ª classe, a prezzo ridotto. Per fare un esempio di costi: da Chiaravalle Centrale e Pirivoglia per Soverato il prezzo era di 2 lire.
Con l’occasione venivano indicati i treni che obbligatoriamente i viaggiatori dovevano prendere sia all’andata che per il ritorno.
Negli anni Sessanta, durante la stagione estiva, venivano posti in vendita speciali biglietti (Modello G 312) di abbonamento estivi quindicinali di 1ª e 3ª classe, valevoli per effettuare quindici viaggi di andata e ritorno per le località marinare servite dalla ferrovia. I biglietti potevano essere rilasciati dal 1° luglio al 31 agosto di ogni anno. Per la marina di Soverato detti biglietti venivano rilasciati dalle stazioni e fermate comprese lungo la linea da Lagnosa a Chiaravalle Centrale. Particolari norme erano previste per il rilascio e la validità di detti biglietti. (1)
Ma negli anni Sessanta quanto costava viaggiare quindici giorni per il mare di Soverato?
I prezzi in lire erano i seguenti:
DA A ADULTI RAGAZZI
(dai 4 ai 14 anni)
Chiaravalle Centrale Soverato 2.000 1.250
Pirivoglia “ 1.900 1.200
S. Vito sul Jonio “ 1.700 1.000
Petrizzi-Gagliato “ 1.500 900
Pietà “ 1.350 800
Satriano-Davoli “ 1.150 700
Laganosa “ 950 500

Ulteriori agevolazioni erano previste per la visita a fiere e mercati. L’Azienda comunicava alle stazioni della linea l’elenco delle sedi di fiere e mercati per le quali era ammesso il rilascio dei biglietti di andata e ritorno a tariffa 3, invitando i responsabili di stazioni e fermate ad esaminare attentamente l’elenco medesimo ed esporre avviso manoscritto al pubblico comprendente le denominazioni delle località ammesse ed i relativi prezzi. (2)
Linea Soverato-Chiaravalle Centrale
Stazioni giorni in cui hanno luogo le fiere giorni in cui hanno luogo i mercati

Chiaravalle C.le 1 e 2 febbraio; 18 marzo; venerdì e sabato
precedenti l’ultima domenica di agosto ___________

S. Vito sul Jonio 24 e 25 marzo; 13, 14 e 15 giugno ___________

Satriano–Davoli 26 e 27 settembre, a Satriano ___________

Soverato martedì dopo Pasqua; sabato della penultima ___________
settimana di maggio; sabato dell’ultima settimana
di giugno; venerdì e sabato precedenti l’ultima
domenica di luglio
Per tornare alla cartolina d’epoca in esame -e da queste pagine giunga un ringraziamento ed un saluto all’amico Marziale Mirarchi sempre attento alle ricordanze calabresi e disponibile a fornire materiale della sua collezione agli studiosi- più che stazione, quella di San Vito sullo Jonio era una fermata, presenziata, dal 1° dicembre 1958, da una guardia di Fermata, come riporta l’Ordine di Servizio n° 27 del 25 novembre 1958. I treni che ammettevano viaggiatori da e per tale località, effettuavano a San Vito regolare fermata. La sala d’aspetto veniva giornalmente aperta e messa a disposizione dei viaggiatori.
Il servizio viaggiatori e bagagli veniva svolto dal personale di controlleria treni, senza applicazione del diritto di esazione, mentre il servizio merci veniva disimpegnato dal capo stazione di Chiaravalle Centrale il quale, saltuariamente e per alcune ore della giornata, si portava a S. Vito ogni qualvolta c’erano operazioni di servizio da compiere.
Era il 1° settembre del 1969 quando la linea venne chiusa. Provocatoriamente e senza commento alcuno riportiamo la foto, anch’essa d’epoca, della fermata con lo smantellamento delle rotaie.

RIPRODURRE QUI LA SECONDA FOTOGRAFIA



Antonio Iannicelli
(Responsabile dei Servizi Amministrativi Ferroviari delle Ferrovie della Calabria, curatore del testo. Per binari e stazioni tra Pollino ed Aspromonte - Storia sociale delle Ferrovie della Calabria, Cosenza, Le Nuvole, 2006)

(1) In merito alla validità dei biglietti veniva dall’Azienda stabilito che: “I biglietti Modello G 312 non danno diritto a fermate intermedie e non sono validi se non firmati dal titolare. Valgono per effettuare, entro il periodo di validità, un viaggio di andata e ritorno al giorno e nel solo senso indicato dalla percorrenza segnata sul biglietto. Nel caso venga effettuato nella giornata il solo viaggio di andata o di ritorno, s’intende abbandonato ogni diritto circa il viaggio di andata o di ritorno non effettuato.” (Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo – Ferrovie Calabro Lucane, Foglio di Disposizioni n° 12 del 1939).

(2) Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo – Ferrovie Calabro Lucane, Foglio Disposizioni n° 11/1951.




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