Vi è per le vie odore di camini in questo scarno borgo di paese e luci e fiabe rosso-fiamma e oro per la felicità di chi ha cuore.
Giunse commosso un Osanna-auguri! fra gli spini del cuore e della mente paralizzata da sorpresa-orgoglio. Non suggerì rimbrotti o conforto ma un titubante: Sei proprio tu figliola? che incenerì barriere di cristallo fragili al dolore-incomprensione per lamor proprio che non va offeso.
è Natale, figliola, ed è perdono. Anchio son solo ed ho pregato tanto ornando un alberello di speranza. Il presepe mai più, troppi ricordi, troppa gioia e tutto troppo tutto Ma non pensiamo a questo, riviviamo.
Sentì allaltro capo un brusco clic ed il silenzio si spezzò in pianto Ah figlia, figlia, adorata figlia! Forse pochi gettoni: la tua cena col dèmone assurdo di quel vizio che ha stomaco vorace e non sacquieta.
Dedicò le sue lacrime al perdono e furon stelle nella Santa Notte. Lieve bussare si mutò in certezza e fu luce nel buio dei rimpianti per altro Osanna-auguri papà caro! in un abbraccio di festa a nuova vita.