Data: 31/03/2004 - Anno: 10 - Numero: 1 - Pagina: 15 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
NELLA VALLATA DELLO STILARO |
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AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)
Non è la prima volta che abbiamo il piacere di recarci nella “Vallata bizantina dello Stilaro”, a poco più di mezz’ora di automobile da Badolato, nel Comune di Bivongi. Il piacere e la gioia, tutta intima e non facilmente riferibile, di un contatto con un mondo che ti riporta indietro di almeno un millennio, in un’atmosfera in cui sono sovrani il silenzio, il respiro della cultura, l’ascetismo, la spiritualità. Eravamo stati altre volte a trovare Padre Kosmàs, nel suo monastero di San Giovanni Theristìs, quasi all’ombra della granitica e possente massa del Consolino. Ma questa volta si è trattato di un’occasione speciale: il decennale del ritorno dei monaci del Monte Athos per riprendere possesso del monastero che avevano dovuto abbandonare mille anni fa. Un decennale che i monaci greco-ortodossi hanno celebrato quasi in sordina, nello stesso giorno (22 febbraio) della festa del Santo Mietitore, al quale è dedicata la bella basilica da poco restaurata, in modo intelligente, e quindi rispettoso dei canoni dell’architettura religiosa bizantina. Isolati dal rumore del frenetico mondo degli impegni quotidiani, eravamo in basilica non più di quaranta persone: alcuni studenti greci provenienti dall’Università di Catania, pochi amici da sempre di Padre Kosmàs e di Padre Nilo, docente all’Università di Catanzaro, altri sconosciuti, e noi, arrivati da Badolato, da Isca, da S. Andrea e da Soverato per trascorrere una giornata di sola cultura e spiritualità. Tutti ad ascoltare gl’incomprensibili canti di circa dieci papas ortodossi, e a seguire quasi galvanizzati la non comune ritualità della funzione religiosa celebrata dal Metropolita, Gennadios, venuto per l’occasione da Venezia, dove dal 1992 ha nuovamente sede la Metropolia d’Italia. Una Messa che molti di noi cattolici e laici presenti non abbiamo capito, ma che abbiamo vissuto, intensamente, e che ha avuto il potere di farci partecipi di quel contatto mistico con Dio, che è fondamentale caratteristica della religione ortodossa, a differenza di quella cattolica in cui ha larga parte l’intelletto. Attorno a noi, sulle pareti della basilica, alcune icone che ci scrutavano in modo informale, astratto, ma non freddo. Nel tardo pomeriggio, nel centro abitato di Bivongi un bel Convegno in cui si è detto, tra l’altro, dell’eredità greco-bizantina nei nostri linguaggi, e in particolare nei cognomi della nostra gente. Una lezione che abbiamo ascoltato con l’attenzione che meritava, e che ci ha fatto conoscere anche di persona il professore Franco Mosino, uno dei più eminenti uomini di cultura della nostra Calabria. |