Data: 30/06/2007 - Anno: 13 - Numero: 2 - Pagina: 36 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Carneri, Spagnolo, Squillacioti, Servell (Altri articoli dell'autore)
mi libererò
Mi libererò, e sorriderò a me stessa. mi farò acqua Al mattino verrò riscaldata dal sole, e poi diverrò fuoco. di notte le stelle veglieranno su di me Vivrò. e non sarò più sola. Mi innalzerò fino al cielo Perché avrò ritrovato me. e seduta su una nuvola mi guarderò allo specchio Maria Carneri riflesso dalla luna (da Fuori posto, il Filo, Roma 2007)
BADOLATO
Cara collina che i miei sogni acerbi Sognai la fuga da una terra selvaggia e tormentata. per prima raccogliesti quando, Immaginai lontani i giorni del declino. fanciullo ancora, spingevo il mio pensier Ora li vivo e tu ritorni spesso ad animare oltre i miei monti. questo mio tramonto coi ricordi più cari Quante chimere coltivò il mio cuore che ancora illudono il mio cuore inquieto. in quelle plaghe brulle! Enzo Spagnolo
IL SANTUARIO DELLa sanità
(Riteniamo doveroso, oltre che opportuno, ripubblicare la seguente poesia che gli amici de “La Radice” hanno avuto modo di leggere a pagina 2 del n° 2/1996, ma in una versione incompleta perché l’amico che allora ce l’ha dettata l’ha ripescata nella sua memoria dopo circa cinquant’anni. Essendone venuti in possesso nel testo integrale dalla Famiglia Sgro-Vitale, la ripubblichiamo con piacere, anche perché s’avvicina ormai l’annuale appuntamento con la festa della Madonna della Sanità.)
De la festa cotanto bramata Non invan supplicaron devoti Dopo un anno il bel giorno ritorna! Tanti infermi, senza altro conforto: Su, fratelli, non tardi l’andata Il prodigio dei giorni remoti Ver la Madre dei Santi a pregar. Monumento perenne sarà.
La modesta chiesetta, retaggio Su moviamo, o fratelli e sorelle, Dei nostri avi temprati alla fede Al tempietto recinto di ulivi, è il ricordo a comune vantaggio Ricantando le strofe più belle Del pio culto che a noi tramandar. Della lode che parte dal cor.
Quivi, insiem genuflessi a quell’ara, Questa lode da fede sentita Fra gli incensi del sacro concento, Sa di cielo, di eterna salute; Quella fede invocando sì cara, Senza fede è delirio la vita, Di salute foriera sarà. Vil tripudio sarebbe l’amor. Antonio Squillacioti (Badolato, 9.6.1840 - 30.10.1927)
IL VILLAGGIO
C’è un piccolo villaggio tra i miei monti, Ha un boschetto d’abeti sullo sfondo: poche casette attorno ad una chiesa oasi di pace lontana dal mondo. Piccola e vecchia, un viottolo e due ponti E com’è bello nella notte bruna, sopra un rivolo d’acqua alla discesa. sotto le stelle, al lume della luna. Francesco Servello
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