Data: 30/06/2005 - Anno: 11 - Numero: 2 - Pagina: 7 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Giacomo Leuzzi (Altri articoli dell'autore)
La rosolia è una malattia esantematica che colpisce prevalentemente i bambini e che solitamente non dà complicazioni di rilievo. Diventa invece una malattia pericolosa se contratta da una donna gravida non immune, che non ha avuto cioè la rosolia in passato o non è vaccinata, in quanto l’infezione si trasmette al feto causando gravi malformazioni (occhio, orecchio, cervello e cuore) o l’aborto. Tali malformazioni si verificano soprattutto nel primo trimestre per cui le gravide non immuni dovranno assolutamente evitare i contatti con individui potenzialmente affetti (bimbi in età scolare ma anche adulti non vaccinati), soprattutto nei primi 3 mesi di gravidanza. Qualora invece una gravida ha già avuto in passato la rosolia o è vaccinata l’eventuale reinfezione non comporta rischio per il feto. Per prevenire questi problemi bisogna accertare già in epoca preconcezionale l’eventuale esistenza di immunità della donna nei confronti del virus della rosolia determinando la presenza o meno di anticorpi specifici nel sangue (l’esame è gratuito!). In presenza di anticorpi anti-rosolia la donna è protetta mentre in loro assenza è opportuno eseguire la vaccinazione lasciando trascorrere 3 mesi tra la vaccinazione e la successiva gravidanza; la vaccinazione è infatti prudentemente controindicata in gravidanza in quanto, essendo fatta con virus vivo attenuato, può provocare infezione fetale. Può essere praticata presso il proprio medico di famiglia o presso il polo sanitario territoriale. Il medico |