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ESPRESSIONI RICORRENTI
Autore:Vincenzo Squillacioti     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/09/2004 - Anno: 10 - Numero: 3 - Pagina: 21 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

SCULTORI E STATUE

Letture: 1315               AUTORE: Vincenzo Squillacioti (Altri articoli dell'autore)        

“Alle gravi calamità naturali che flagellarono Badolato, si aggiunse una spada che trapassò il nostro cuore… Il 23 agosto 1963, conclusi i festeggiamenti in onore della Madonna della Sanità verso mezzanotte la campana del Santuario fece risuonare lugubri rintocchi.
In un baleno un grido misto a pianto si levò da ogni casa: ‘Fuoco al Santuario della Madonna!’. Fu un accorrere di uomini, donne, giovani e fanciulli.
Anch’io m’inerpicai affannoso per il sentiero della collina.
Uno straziante spettacolo apparve ai nostri increduli occhi: la Statua della Madonna era un cumulo di cenere! Che pena, che pianto, che dolore!
Con lo strazio nel cuore corsi a Squillace per darne notizia all’Arcivescovo. Era assente. Ma con il suo Vicario Mons. Alfredo De Girolamo, anch’egli colpito e commosso, concordammo un proclama da lanciare ai devoti…:’Badolatesi e devoti tutti della Madonna della Sanità, rifaremo la sua Statua come l’abbiamo scolpita nella nostra mente e nel nostro cuore, con la Madonna ritornerà la vita dove ora è la distruzione, ritornerà la luce dove all’improvviso sono calate le tenebre e c’incontreremo un’altra volta con lo sguardo della Vergine Santa della Madonna che sarà per noi pellegrini, di conforto e di gioia, di luce e di speranza’.”. (Da “Una vita per gli altri”, di Antonio Peronace).
è storia recente, se vogliamo, quella raccontataci dall’Arciprete don Antonio Peronace nel suo libro, del 1993, cinquantesimo anniversario della sua Ordinazione sacerdotale. Fu così che, con il consenso e la protezione del dotto Arcivescovo Mons. Armando Fares, l’Arciprete si è posto alla guida di un apposito comitato e del popolo tutto di Badolato perché al santuario tornasse il sorriso della Madonna. Che fu scolpita da Ferdinando Peratoner, di Ortisei, e fu benedetta da Paolo VI a Roma, nella basilica di San Pietro, il 29 aprile 1964. E la nuova e bella statua, lignea, è ancora oggi esposta al culto dei fedeli nel cenobio della Sanità.
Ma la vecchia statua, meno curata rispetto all’attuale, dai lineamenti più dolci e meno “moderni”, da dove veniva? Pare acquisito che l’abbia realizzata “l’artista Cucchiara, di Napoli, sotto la guida del devoto sacerdote D. Peppino Campagna”. Non contenti di così scarna notizia, e quindi desiderosi di saperne di più, sia del pio sacerdote che dell’artista napoletano, ci siamo messi a scavare, tra vecchie carte e nella memoria dell’Arciprete don Andrea Spagnolo, uno tra i pochi Badolatesi che per età e per esperienza può ancora raccontarci qualche spezzone di un passato che andiamo inesorabilmente perdendo. Abbiamo conversato a lungo con don Andrea, per telefono e presso la Villa della Fraternità in S. Andrea Superiore, dove da parecchi anni è ormai ospite, operoso e produttivo, in attività di fine manualità, a scopo di beneficenza, e di evangelizzazione. Abbiamo così saputo che “u prèvata Campagna”, di cui abbiamo sentito parlare per la prima volta tanti anni fa, era fratello a don Vincenzo Campagna, nonno materno di don Andrea Spagnolo, quindi suo prozio. Da non difficili ricerche è risultato che Giuseppe Campagna nacque a Badolato il 28 febbraio del 1845 da Caterina Coscia e da Antonio Campagna. Anche il nome impostogli alla nascita, Giuseppe Francesco Antonio Maria, lo dice appartenente a famiglia borghese dell’epoca. Non possiamo non pensare, anche per farne motivo di riflessione da parte dei nostri lettori, che questi nostri professionisti, sacerdoti, medici, avvocati… vissuti nel diciannovesimo secolo, e ancora prima, per addottorarsi non potevano che andare a Napoli, per mare, imbarcandosi al porto di Pizzo, che raggiungevano a dorso di mulo partendo dal vecchio borgo e attraversando l’Appennino; come abbiamo scritto altra volta a proposito del medico Antonio Squillacioti, vissuto più o meno nello stesso periodo di don Peppino Campagna. Il quale pare abbia fatto il sacerdote sempre a Napoli, ad eccezione, ma bisogna verificare, degli ultimi anni della vita in cui rientrò a Badolato, divenendo Arciprete.
Come altri nostri borghesi, a cominciare da Gian Domenico Coscia, nel capoluogo campano ebbe probabilmente frequentazioni di un certo livello culturale e sociale: potrebbero esserne prova il bel ritratto che un pittore gli fece, e un bellissimo dipinto che un (altro) pittore gli ha regalato. “Gesù tra i dottori nel tempio”, di cui abbiamo visto soltanto la fotografia, è un’opera secondo noi pregevole, e meritevole di essere studiata, oltre che ammirata e goduta.
Don Peppino ha certamente conosciuto lo scultore Cucchiara, al quale ha commissionato la statua della Madonna della Sanità per il santuario basiliano di Badolato, nel quale santuario non c’era in precedenza alcuna statua, ma soltanto un quadro, andato perduto per… furto, come ormai sappiamo. A noi piace evidenziare di questo prete l’amore per la sua terra, e soprattutto la capacità di trasferire nelle capacità artistiche di Cucchiara lineamenti, pose e messaggi dei tre elementi del gruppo ligneo, così come lui li aveva in mente forse ispirato dalla leggenda badolatese di Isidoro.
Con il permesso di don Andrea e la collaborazione dei suoi nipoti, abbiamo fotografato il bozzetto che l’artista Cucchiara ha fatto pervenire ai quatrro (perché quattro?) procuratori della chiesa della Sanità per il necessario beneplacito prima di mettersi all’opera. è un piccolo gioiello, in gesso, centimetri 24 di altezza e 15 nella parte più larga. Ed è pure servito -meno male che c’era- quale modello allo scultore di Ortisei per la nuova statua, nel 1963-64.
Ma Cucchiara chi era? è la domanda più difficile in questa vicenda. Don Giuseppe Campagna è morto a Badolato l’8 novembre 1914. Antonio (?) Cucchiara, quindi, è probabilmente vissuto a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, più o meno coetaneo del nostro don Peppino. E la statua della Madonna della Sanità, di stile seicentesco, ci viene assicurato da esperti che hanno di recente esaminato a Napoli la fotografia, quando l’ha scolpita? I giovani Francesco De Palma, nipote di don Andrea Spagnolo, e il nostro Pino Codispoti, attivo operatore nel mondo dell’Arte e dei Musei, si stanno dando da fare a Napoli per dare risposta a questa e ad altre domande sull’argomento. Per ora si è scoperta l’esistenza di un artista di nome Salvatore Cucchiara: era antenato del nostro scultore? Potremmo avere altre notizie a breve, nel qual caso ne scriveremo nel prossimo numero. Intanto ringraziamo i nostri giovani per la pronta disponibilità con la quale hanno risposto alla nostra richiesta di ricercare. Come ringraziamo quanti altri non sono stati avari di notizie, primo fra tutti il nostro don Andrea.


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