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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/12/2009 - Anno: 15 - Numero: 3 - Pagina: 16 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

UN RICORDO DI GERHARD ROHLFS

Letture: 1015               AUTORE: Orazio Raffaele Di Landro (Altri articoli dell'autore)        

Nel 1983 ho avuto modo d’incontrare il professor Gerhard Rolfs, in occasione di una sua
conferenza sui dialetti calabresi tenuta in quell’anno a Gerace, su iniziativa del medico scrittore
Salvatore Gemelli. Fui invitato infatti proprio dal Gemelli, col quale in quel periodo stavo
conducendo delle ricerche sulla figura di Pasquale Cavallaro, che nel marzo del 1945 era stato il
protagonista dei moti di Caulonia (la famosa “repubblica”) fallito tentativo rivoluzionario
d’instaurare una “repubblica” campanelliana -a dire del suo promotore- in terra di Calabria.
Avendo io raccolto già molto materiale sull’argomento, ed avendo a sua volta Salvatore Gemelli
conosciuto il Cavallaro quale suo paziente nell’ospedale geriatrico di Gerace, entrambi eravamo
interessati alla vicenda e ci siamo confrontati in diversi incontri a casa di Salvatore Gemelli a
Locri. Dall’impegno di quei giorni poi S. Gemelli ha preparato un lavoro su Cavallaro che ha fatto
pubblicare su CALABRIA SCONOSCIUTA, n° 30. Anno 1985, pagine 67-70: “La figura di
Pasquale Cavallaro attraverso la sua produzione letteraria”. E io invece ho, nell’agosto del 1983,
pubblicato il libro “Caulonia dal fascismo alla repubblica” -Litografia Fabio La Rocca, Via
Polistena, 22- Reggio Calabria. Perciò Salvatore Gemelli, eminente studioso della Storia, e
dell’arte, della nostra Calabria, ogni volta che organizzava un convegno mi invitava; ed io facevo
di tutto per essere presente.
Conoscere di persona Gerhard Rohlfs era per me un vivo desiderio e debbo essere grato
eternamente al Gemelli (venuto a mancare prima d’aver compiuto i 50 anni, lasciando un vuoto
incolmabile nel campo della ricerca storica) per avermi dato quell’opportunità. Io avevo allora già
pubblicato non solo il libro su Caulonia, ma anche alcune raccolte di poesie dialettali; perciò
portai con me a Gerace due libretti: “Finestri e strati, tavula e biccheri”, pubblicato presso la
Frama Sud di Chiaravalle Centrale, nel settembre del 1979; e “Pàrranu i brunzi…” - Quaderni di
Domani Sud, Reggio Calabria, settembre 1982.
La fama di Gerhard Rohlfs era vastissima; era infatti conosciuto sia dalle persone colte che
dalla gente comune. Un mio amico barbiere mi ha raccontato che aveva avuto l’onore, in Australia,
di servire, nel taglio dei capelli, proprio Rohlfs, che sentendolo parlare in dialetto con amici calabresi,
gli aveva immediatamente detto: “Tu sei di Caulonia!”. Il fatto è raccontato da Cornelio
Roccisano, e dimostra chiaramente che Rohlfs riusciva a individuare immediatamente perfino la
provenienza di ogni calabrese nel sentirlo parlare. La sua conferenza a Gerace fu perciò per me di
grande interesse, anche se non mi meravigliai della vasta preparazione di Rohlfs, poiché sapevo
che da più di mezzo secolo aveva iniziato i suoi studi e aveva più volte ripercorso l’intera Calabria.
Sapevo però pure che i Tedeschi sono i primi fra gli studiosi di glottologia e d’archeologia.
Gerhard Rohlfs confermava questa verità e si mostrava sicuramente degno figlio della Germania.
Mi sbalordiva però la sua lucidità e la sua energia (aveva già 91 anni, e sarebbe morto esattamente 3
anni dopo) e restavo ammirato dalla sua personalità; un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita
agli studi dimostrava serenità e gaiezza anche in età così avanzata e intraprendeva progetti
per l’avvenire pienamente appagato dal suo lavoro e dai risultati ottenuti. Un esempio veramente
altissimo di amore per la conoscenza e di felicità di vita. Alla fine della conferenza ho pregato il
dottore Gemelli di presentarmi allo studioso tedesco, a cui ho consegnato i miei due libretti di poesie dialettali, precisando che si trattava di dialetto cauloniese e dichiarandomi felice per averli
potuto donare a uno studioso appassionato e sincero.
Sicuramente Rohlfs conosceva i dialetti calabresi meglio dei Calabresi stessi (infatti noi
conosciamo perfettamente solo il modo di parlare della nostra zona), ed ogni scritto, ogni opera
dialettale a lui consegnata poteva essere un ulteriore spunto d’approfondimento delle sue ricerche.
Sperando d’essere stato anch’io in qualche modo utile all’eminente studioso, ho lasciato Gerace
arricchito da quell’esperienza e rinfrancato nell’animo.
Nell’agosto del 2009, nel completare una nuova raccolta di poesie dialettali (dedicata
appunto a tutti i poeti dialettali calabresi), ho voluto dedicare un sonetto anche a Gerhard Rohlfs,
sicuramente degno di essere ricordato accanto ai grandi poeti che hanno onorato i nostri dialetti e
nobilitato le nostre tradizioni e la cultura.

GERHARD ROHLFS
Giùvani nu tedescu si partìu,
e fici nta Calabria tanti giri
pe studiari i dialetti, e riuscìu
u faci a tutti quanti capiscìri
chidu chi nudu prima capiscìu:
Ca esti giustu i dialetti mantenìri.
E nu vocabolariu idu scrivìu
chi mò nu atti potìmu lejìri.
Gerhard Rohlfs ogni stima meritàu
dî Calabrìsi; e certu tutti sannu
ca girandu a Calabria idu ’mbecchjàu.
Vinni pe sessant’anni quasi ogni annu,
e na grandi ricchezza ndi dassàu
di libri e carti chi studiati vannu.

Orazio Raffaele Di Landro



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