Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
MOSTRA “ARTE E FEDE” A GERACE Presente anche una delegazione di Badolatesi
Autore:Guerino Nisticò     Data: 30/04/2019  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2017 - Anno: 23 - Numero: 3 - Pagina: 9 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

UN ABBAS DELLA CIVITAS BADULATI

Letture: 1541               AUTORE: Lorenzo Viscido (Altri articoli dell'autore)        

Nel Diario ordinario Num. 1043 [...] delli 8 Aprile 17241, alle pagine 10-11 scritto cos: Da
Umbriatico [...] si ha che quel Monsignor Francesco Maria Loyeri, ricevuta la notizia della morte del
Santo Padre Innocenzo XIII, sopraggiunta il 7 marzo 1724, sotto li 22 dello stesso mese fece un
solenne Funerale, con aver celebrato Pontificalmente la Messa, assistendovi tutto il Capitolo e Clero
Secolare e Regolare, ed intervenutavi tutta la Nobilt e Popolo; e nel fine dal Signor Abbate Stefano
Saraco, Vicario Generale di detto Monsignore Vescovo, fu recitata unerudita Orazione Funebre,
vedendosi eretto in Chiesa un Nobile Tumolo ricco di lumi e di benordinata struttura.
Seppur mosso dal desiderio di leggere lerudita Orazione Funebre dellAbbate Stefano Saraco,
Vicario Generale di Monsignor Francesco Maria Loyeri (nato, questultimo, a Badolato il 2 giugno
1676, eletto vescovo di Umbriatico il 16 dicembre 1720 e poi di Nicastro nel 1731, dove mor nel
17362), non sono riuscito, per, a reperirne il testo. Ho invece trovato ulteriori notizie su quellabate,
interessanti per tutti i badolatesi.
Or dunque, dagli atti della prima Synodus Dioecesana ab Illustriss. et Reverendiss. Domino
Francisco Maria Loyerio Episcopo Umbriaticen. celebrata dominica quarta post Pascha die 29 mensis
Aprilis ac diebus 30 Aprilis et prima Maii 17253 risulta che, oltre ad essere Utriusque Juris Doctor e
protonotario apostolico, lAbbas Stephanus Saraco era ancora, come gi nel 1724, vicario generale del
summenzionato vescovo e che, inoltre, partecip a quel sinodo in qualit di examinator e judex4.
Fin qui sembrerebbe che nulla possa interessare ai cittadini badolatesi. Rilevo, tuttavia, quanto
segue: negli atti della secunda Synodus [...], celebrata dal medesimo vescovo il 15 aprile del 17275,
non si ha pi conferma che il Saraco ricopriva il ruolo di suo vicarius generalis, ma si legge che, pur
avendo partecipato a questaltro sinodo nelle vesti di esaminatore e giudice, apparteneva, in effetti,
alla diocesi di Squillace6 ed era della Civitas Badulati7, nonch Abbas, in tale Civitas, di S. Maria de
Ravascheriis8. La qual cosa farebbe credere, in un primo momento, che, dopo avere espletato lufficio di
vicario generale dellEpiscopus Umbriaticensis, egli divenisse abate di un cenobio sito in quella citt.
Non si dimentichi, a questo punto, che tanto nel Diario [...] delli 8 aprile 17249, quanto negli atti della
prima Synodus svoltasi nella diocesi di Umbriatico ripeto nel 172510 il reverendissimo Stefano Saraco
veniva gi detto abate, malgrado non si specificasse se di una comunit monastica. Ho inteso far notare
ci perch il titolo di abate non spettava solo al Superiore di unabbazia, ma, stando al Du Cange, pure
a coloro, ad es., che Curatos primarios [...] appellamus11. Egli puntualizza, infatti, che tutte le chiese
parochiales [...] et civitatis et dioecesis avevano ministrum unum majorem, alterum medium, tertium
infimum. Minister major dicebatur Abbas, Custos et [...] Rector. Ministri medii dicebantur Presbyteri et
tandem Capellani. Minister infimus appellabatur Sacrista, qui Abbati et Presbyteris inserviebat [...]12.
LAbbas conclude il Du Cange aveva principalmente il compito di invigilare su tutta la parochia
e di accertarsi che il Presbyter assolvesse le proprie funzioni13, vale a dire che avesse curam animarum
in actu [...], celebrando Missae ed amministrando Sacramenta plebi14.
Aggiungo che il termine abate era un titolo onorifico concesso anche a sacerdoti che reggevano
chiese non parrocchiali (dettaglio, questo, sfuggito al Du Cange). Basti ricordare Petrus Sacca U.I.D.
et decanus rheginus, beneficiario ed abbas, nel 1599, dellEcclesia S. Leonardi [...], iuris patronatus
Federici et Pauli de Geria15, oppure Nicolaus Franciscus Dattula, rheginus, canonicus, che nel XVII
secolo exeunte posside(ba)t lEcclesia SS. Apostolorum Philippi et Iacobi, di cui era abbas16.
Per quel che mi consta, nella Civitas Badulati non esisteva nel Settecento n un complesso abbaziale
denominato S. Maria de Ravascheriis, n una parrocchia cos chiamata. In mancanza di approfondite
ricerche, comunque, parrebbe che delledificio sacro affidato alle cure del Saraco sia rimasto soltanto
il nome, senza dubbio connesso con unantica famiglia ligure, i Ravaschieri, ai quali nel 1596 Pietro
Borgia, principe di Squillace, vendette il Feudo di Badolato17. Bisogna, tuttavia, tener conto di un
particolare, ovvero che in una relazione fatta nel 1713 dallallora vescovo di Squillace, mons. Fortunato
Durante, e l custodita presso lArchivio Storico Diocesano si attesta che, sebbene non venisse indicato
come Abbas, ci nonostante, in quellanno Stefano Saraco era Rector dellEcclesia badolatese (non
parrocchiale) Sanctissimae Annuntiatae, posta sotto il giuspatronato18 dei Ravaschieri19.
Alla luce di quanto appena ho scritto, ritengo probabile che il Saraco, gi Rector di questa Ecclesia
nel 1713, ne venisse poi chiamato Abbas e che con tale titolo, usato anche se n discusso in precedenza
per indicare il Rector o Custos di una chiesa non sempre parrocchiale, governasse, nel 1727, la stessa
Ecclesia, non pi da tempo, per, denominata Sanctissimae Annuntiatae. In altri termini possibile che
rampolli del casato ligure sopra ricordato avessero deciso di chiamarla, dopo il 1713 e prima del 15
aprile 1727, con un nuovo nome, S. Maria de Ravascheriis20, a testimonianza della loro devozione alla
Vergine e del proprio iuspatronatus.
Se le cose stessero in tal modo (come io credo), questultimo nome sarebbe stato in seguito sostituito
da quello originario.

NOTE
1. Roma 1724.
2. Su questo presule, il cui cognome viene qui scritto Loyeri anzich Loyero, cfr. L. Calabretta, Le
diocesi di Squillace e Catanzaro. Cardinali, arcivescovi e vescovi nati nelle due diocesi, Cosenza 2004,
pp. 37-39.
3. Romae MDCCXXIX.
4. Ibid., pp. XVII, XXV e XXIX.
5. Romae MDCCXXIX.
6. Ibid., p. 86.
7. Ibid.
8. Ibid., p. 89. Si noti che ad ambedue i sinodi parteciparono pure altri della Civitas Badulati, tra i quali, per
ricordarne alcuni, il Rev. Pater Fr. Justinus [...], Custos Provinciae SS. Septem Martyrum Reformatorum
[...], Episcopi Theologus, ed i sacerdoti Antonio Gallelli e Antonio Coscia, entrambi, come Stefano
Saraco, Utriusque Juris Doctores e protonotari apostolici (cfr. Prima Synodus... cit., p. XXVI; Secunda
Synodus... cit., pp. 84 e 86).
9. Cit., p. 11.
10. Cit., pp. XVII, XXV e XXIX.
11. Glossarium ad scriptores mediae et infimae latinitatis... Editio nova locupletior et auctior. Tomi primi
pars prima, Basileae MDCCLXII, col. 11.
12. Ibid.
13. Ibid.
14. Ibid.
15. Cfr. A. Denisi (a cura di), Annibale DAfflitto, seconda visita pastorale (1597-1600). Vol. II. La citt (=
di Reggio Calabria), Reggio Calabria 1997, p. 253.
16. Ibid., p. 257.
17. A. Gesualdo, Storia di Badolato dal Medioevo al Novecento, Chiaravalle Centrale 1989, p. 33.
18. Il giuspatronato aveva per oggetto un beneficio ecclesiastico che garantiva a chi lo riceveva tre privilegi:
lonore, la pensione e la presentazione dei rettori, i quali, nellamministrare i beni di una chiesa, ne
ricavavano guadagno. Lonore scrive Gaetano Greco consisteva nellobbligo, da parte dei rettori,
di far recitare preghiere [...] per la salute spirituale e per il benessere dei patroni e dei loro familiari, che
fruivano di uno stallo chiuso, una panca o degli sgabelli propri dentro la chiesa; la pensione o, meglio,
la pensione alimentare a favore dei patroni laici privati, che gravava sulle rendite del beneficio in caso
di loro miseria, valutata in relazione al tenore di vita ritenuto consono alla propria condizione sociale;
infine la presentazione dei [...] rettori, che doveva avvenire entro un tempo determinato (tre o quattro
mesi per i laici, sei mesi per gli ecclesiastici), pena la decadenza dal godimento di questo diritto per
quella volta (G. Greco, Giuspatronato e la Chiesa in Italia, nel sito web storiadellachiesa.it/glossary/
giuspatronato-e-la-chiesa-in-italia). La scelta ed il riconoscimento formale di un rettore preposto ad un beneficio vacante necessitava dellautorit ecclesiastica (A. Carrino, La citt aristocratica. Linguaggi
e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento, Bari 2000, p. 68, nota 3).
19. Nella relazione di mons. Durante si legge che nel 1713 esistevano a Badolato ulteriori luoghi di culto
sotto giuspatronato. Di questi nomino, ad es., la chiesa S. Mariae Purificationis, quella S. Gregorij e
quella, ancora, S. Mariae Angelorum (della prima erano giuspatroni i membri della famiglia Fiorenza,
della seconda i Minniti, della terza, infine, i Gallello).
Ringrazio mio nipote Antonio Bertolotti per essersi premurato di spedirmi negli USA, dove vivo, le
fotocopie della citata relazione, dopo averle richieste alla direttrice dellArchivio Storico Diocesano di
Squillace, sig.ra Benedetta Trapasso, che altres ringrazio.
20. Stefano Saraco risultava esserne abate non si dimentichi il 15 aprile del 1727.


E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it