Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
SOMMARIO
Autore:     Data:  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2007 - Anno: 13 - Numero: 4 - Pagina: 15 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

U Fezzaru

Letture: 1210               AUTORE: Antonio Fiorenza (Altri articoli dell'autore)        

Tra i venditori ambulanti che si aggiravano per le strette vie dei nostri paesi a vendere le mercanzie, a barattare "pezze 'e lana vecchia" con alcuni oggetti, sopramobili, quadri ed altro, bene impressa resta la figura del "Fezzaru" che comprava la feccia delle botti, "a fezza 'e gutti", fino agli anni Quaranta del Novecento.
Piuttosto basso di statura, capelli bianchi, con un aristocratico paio di baffi, u Fezzaru era un personaggio simpatico, cordiale, complimentoso, un volto familiare, una voce amica, che si faceva annunciare settimanalmente, a sole alto, appunto col suo grido inconfondibile: "U fezzaru vinna! pettina, rocchella, ajjiòmmara!"
Negli scomparti della gerla di legno, che egli portava a tracolla, -una merceria ambulante vera e propria!- si trovava di tutto: bigiotterie, chincaglierie, bustine di aghi, ditali, forbici, spilli di sicurezza, spagnolette, rocchetti di filo e di seta, fettucce, pettini, "pettinisse", bottoni di vario tipo, anche di madreperla, carta per scrivere specie per posta aerea, ed altre minuterie.
Richiesti soprattutto i merletti -"pizzetti"- che vendeva a palmo, (25 centimetri circa), impiegati per guarnire "tuvajji 'e testa" di lino, tessute al telaio, i colletti di alcune camicie, dette "cammisi c'u pizzu", il bustino -copripetto- "u mbustinu" -"corpettu"-, una specie di bolerino, per lo più di raso o broccato, che le nostre nonne indossavano sulla camicia, prima dell'avvento della camicetta.
Scendevano per la strada a comprare soprattutto le sartine -"discipule"- che compivano l'apprendistato di taglio e cucito presso la "maistra", quando non frequentavano, primi anni Cinquanta del secolo scorso, appositi corsi organizzati dalla Singer o dalla Necchi.
Ora non resta che un vago ricordo di quel tipo di società autarchica, che viveva contenta di poco, attaccata alla famiglia e al lavoro, capace di tanti sacrifici e di incommensurabili gesti di solidarietà, di cui il "Fezzaru" rappresenta un calzante aspetto.



E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it