Associazione culturale “La Radice”
Registrazione Tribunale di Catanzaro n° 38 del 12.04.1995



Home
Info
Autori
Biografie
Periodici
Cerca
Video
Link
Archivio
Lettere
Estinti
Gestionale
Articolo meno letto:
U MORTÀRU
Autore:Vincenzo Squillacioti     Data: 30/04/2019  
WebCam su badolato borgo

Inserisci email per essere aggio Inserisci email per essere aggiornato


 LINK Culturali su Badolato:

Storia di Badolato a partire dai 50 anni della parrocchia Santi Angeli custodi di Badolato Marina, i giovani di ieri si raccontano.
www.laradice.it/bibliotecabadolato

Archivio di foto di interesse artistico culturale e storico - chiunque può partecipare inviando foto, descrizione e dati dell'autore
www.laradice.it/archiviofoto

Per ricordare chi ci ha preceduto e fà parte della  nostra storia
www.laradice.it/estinti


ACCETTIAMO:
  • MATERIALE da pubblicare o da conservare;
  • NOTIZIE storiche e d'altro genere;
  • INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale;
  • FOTOGRAFIE di qualche interesse;
  • SUGGERIMENTI, che terremo presenti;
  • CONTRIBUTI in denaro.

Visite:
Pagine richieste:
Utenti collegati:
dal 01/05/2004

Locations of visitors to this page

Data: 31/12/2003 - Anno: 9 - Numero: 4 - Pagina: 25 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

U SONàNTI

Letture: 1071               AUTORE: Mario Ruggero Gallelli (Altri articoli dell'autore)        

Abbiamo detto in altre occasioni che alcuni giochi avevano un loro periodo naturale nel quale essere praticati, e strumenti che, sebbene sempre utilizzabili, in alcuni giorni dell’anno assumevano un significato particolare. Restavano sempre un’espressione di divertimento e di gioco, ma esprimevano soprattutto un sentimento profondo di sana tradizione popolare.
Uno di questi era “u sonànti”.
Veniva realizzato con un “cannòlu” (pezzo di canna) tagliato tra i due nodi di cui uno lasciato integro e rigorosamente tappato, dove si praticava successivamente un piccolo foro, e l’altro totalmente asportato.
Quest’ultima estremità veniva modellata a forma concava in modo da consentire che poggiasse aderente sul labbro inferiore.
In seguito con uno spiedo rovente venivano realizzati sei fori sulla parte superiore del “cannòlu”, tre dei quali sarebbero stati tappati, all’occorrenza, con le dita della mano destra e i restanti tre con quelle della mano sinistra; un settimo foro, poi, da chiudere con il pollice della mano sinistra, si trovava al di sotto in corrispondenza del taglio rettangolare praticato nella immediata vicinanza dell’imboccatura.
La parte concava, aperta, veniva tappata con un pezzo di legno di castagno che lasciava, nella sua parte superiore, una feritoia da dove poter soffiare.
Lo spessore del “cannòlu”, la sua lunghezza, le aperture dei fori e la maestria dei praticanti, diversificavano il suono da uno strumento all’altro.
Il Natale era il periodo magico “do sonànti” e lo si usava, come si è detto, per divertirsi ma anche per intonare le tradizionali nenie al Bambinello Gesù durante la novena e i riti che rievocavano la nascita del Redentore.
Nelle viuzze del Borgo, in quelle fredde serate di dicembre, echeggiavano i suoni soavi che frotte di ragazzi magistralmente facevano emettere da quel rudimentale strumento che era “u sonànti”.


E-mail:              Webmaster: www.giuseppecaporale.it               Segnalazione errori

Testi e materiale Copyright©
Associazione culturale La Radice
  www.laradice.it

Sviluppo e design Copyright©
Giuseppe Caporale
 www.giuseppecaporale.it

Tecnologie e software Copyright©
SISTEMIC di Giuseppe Caporale
 www.sistemic.it

Advertising e link support
by www.Golink.it

Golink www.Golink.it