Data: 30/09/2005 - Anno: 11 - Numero: 3 - Pagina: 18 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Tota Gallelli (Altri articoli dell'autore)
naturale che la morte di una persona cara provochi grande dolore che si manifesta in afflizione e pianto. Un pianto che tempo fa, non solo non veniva contenuto, ma esplodeva in scene di disperazione; si piangeva raccontando i momenti pi significativi dei rapporti con lestinto quando era in vita, dellaffetto che lo legava alla famiglia, mentre gli amici pi stretti, commossi, consolavano i piangenti. Se si trattava della morte del marito, la moglie si scioglieva le trecce, e piangendo ogni tanto si strappava un ciuffo di capelli e li deponeva nella bara, dimostrando cos a tutti il suo grande dolore: poi ognuno fuori commentava. Quando, invece, moriva la moglie, il marito di solito non piangeva. Se capitava che piangesse, e poi nel giro di pochi mesi si trovasse la fidanzata, come spesso avveniva, le donne del vicinato commentavano: Questo era quello che piangeva! E laltra: Non ha perso tempo a consolarsi! E se la futura moglie abitava sulla via che portava in chiesa o al cimitero dicevano: Di sicuro gli sar venuta in mente al ritorno dal funerale. E laltra ancora: Di certo non avr dormito la notte! Ma cera sempre qualcuno che aveva una parola buona: Prima o poi doveva farlo, meglio prima che poi. U trvolu, per, consisteva nel lamento di donne, amiche conoscenti o vicine di casa che raccontavano episodi della vita trascorsa a stretto contatto col morto, della loro amicizia, del rispetto reciproco; quando finiva una iniziava unaltra; durante questi momenti i familiari dovevano smettere di piangere per permettere ai presenti di ascoltare: il racconto lamentoso di questi ricordi onorava la memoria del defunto; e chi gli faceva trvolu era come se gli offrisse una corona di fiori; non fiori, dunque, ma u trvolu. Da tempo u trvolu scomparso, e a poco a poco nemmeno scene tragiche si fanno pi, son cambiati i tempi, cambiata la mentalit delle persone, certo non cambiato il sentimento del dolore per la perdita di una persona cara, ma senza rimembranza alcuna, senza una parola, senza una lacrima. |