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Autore:Mario Ruggero Gallelli     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/04/2021 - Anno: 27 - Numero: 1 - Pagina: 26 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

RACCONTI BREVI

Letture: 410               AUTORE: Walter Colaiacomo (Altri articoli dell'autore)        

FIGLI, CANZONI DI GIOIA E LIBERTÀ.
(Ad Azucena Villaflor de Vincenti, fondatrice delle Madri di Plaza de Mayo)
Partorire la gioia e la libertà e quando scomparvero chiederne conto, quella fu la mia colpa.
Non fui la sola, ma colei che chiamò le altre alla Ronda contro l’oblio, e questa volta, tutte partorimmo
di nuovo Madri Querce.
Ti cercai figlio, incessantemente urlai in un gesto silenzioso, indossando il fazzoletto bianco sul
capo, per dire “Io sono qui e voglio sapere”. Ogni volta nel giorno preciso nell’ora precisa scandimmo,
senza perdere il passo, tutti i nomi, nessuno escluso. E in una notte senza luna, senza melodia e senza
destino scomparvi anch’io.
Continuò, però, l’inesorabile marcia disarmata, ogni volta nel giorno preciso nell’ ora precisa, contro
la dimenticanza dei supplizi.
Poi, un giorno, tornai direttamente dal mare, come polvere di quercia, adagiata sulla piazza con il
mio fazzoletto bianco, per sempre dire “Io sono qui e voglio che non dimentichiate”.
CORREDO AMOROSO 2
La strada fendente le colline d’ottobre ci assolveva tra i respiri profondi dei nostri sguardi intenti e
silenziosi.
Accanto il tuo profilo illuminava i colori nascosti dei vitigni e i suoni muti di vite marginali.
Percorrevamo, tra-salire e tra-scendere, i tumulti temuti dei congedi che palpiti di blu profondo
domavano. Saremmo arrivati tardi all’appuntamento, eppure il tuo pensiero intonato anticipò il tempo
dilatato in cui l’impulso del bisogno arretra.
E compresi l’irrinunciabilità della presenza non più speranza, che dà essenza ai gesti quotidiani: bere
acqua, buongiorno, buonasera, prendere la valigia, salutare, parcheggiare, posare la penna sul tavolo.
L’urgenza, che annebbia la vista e corrode di frenesia abbracci e parole, scompare e impari ad
ascoltare la voce nitida del mistero che hai avuto la fortuna di indovinare.


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