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Autore:Vincenzo Squillacioti     Data: 30/04/2019  
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Data: 31/08/2021 - Anno: 27 - Numero: 2 - Pagina: 10 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

CARO PREFETTO, ECCO I MASSONI DI CATANZARO.

Letture: 895               AUTORE: Mario Saccà (Altri articoli dell'autore)        

In ogni Archivio di Stato esistono faldoni mai aperti che contengono documenti di grande
interesse per chi si interroga sul “chi eravamo” in un certo periodo del passato recente. Uno di
questi, proveniente dal gabinetto di Prefettura di Catanzaro, conteneva la corrispondenza fra
Questura, Prefettura e Procura Generale del Re riguardante la massoneria cittadina.
Il primo carteggio risale all’Agosto del 1924.
In data 19, 22 e 27.8 il Questore Regolo Fabbri trasmette al Prefetto l’elenco degli “impiegati
dello Stato” e dei “liberi professionisti” della città “iscritti alla Massoneria di Palazzo Giustiniani”.
La lettura dei nomi dimostra come all’interno della fratellanza massonica si incontravano le
varie componenti sociali, politiche e culturali di quel tempo in un clima di reciproco rispetto e di
collaborazione che si esprimeva nella vita civile.
Le Istituzioni, le arti, le professioni, i servizi pubblici sono rappresentati dai livelli più alti
a quelli esecutivi. Dal parlamentare On. Nicola Lombardi all’applicato dell’Ospedale Militare,
dall’Ufficiale del 19° Fanteria al Sostituto Procuratore Generale, dall’impiegato dei telefoni a
quello postale. E ancora medici, avvocati, ingegneri, fotografi, farmacisti, direttori di Banca, notai,
commercianti e artigiani.
Vi è anche Don Pippo de Nobili e il maestro di musica Faust Griffo.
Alcuni dei personaggi vivevano ancora durante la mia adolescenza: il sarto Luigi Juli,
appassionato cacciatore assieme ai suoi figli, il dott. Alfredo Cognetti, l’avv. Antonio Giglio, che fu
suocero di Bruno Dominijanni, socialista impegnato anche nelle istituzioni elettive fino a diventare
Presidente della Regione Calabria, Cristallo, commerciante il cui negozio è uno degli ultimi
sopravissuti alla demolizione sistematica delle cose antiche di Catanzaro, Alberto Mazzocca, altro
negoziante “inn” della città, il raffinato parrucchiere Nanni che praticava la sua “arte” in un locale
di Corso Mazzini collocato nella strettoia demolita negli anni intorno al 1970.
E ancora l’avv. Pelaggi il cui funerale provocò qualche commento negativo perché celebrato
col rito cattolico nella chiesa di S. Giovanni, cosa giudicata disdicevole per un massone praticante.
I fratelli Miglio, titolari della rivendita di Sali e tabacchi che esiste a tutt’oggi, Asturi, titolare
di una nota cartoleria.
Altri nomi appartengono alla storia cittadina come il Sindaco Iannoni, l’avv. Giuseppe
Casalinuovo, l’avv. Castagna che fu anche presidente dei combattenti, l’avv. Raimondo Cefalẏ e
altri che meriterebbero di essere ricordati con monografie particolari.
Mario Saccà
(Ringraziamo l’amico collaboratore per averci partecipato, questa volta, questi interessanti
frammenti di storia di Provincia, che hanno un senso che va ben al di là del loro contenuto, anche perché
rappresentano parte di un Storia più vasta e di notevole importanza sociale. Tra l’altro, ai Catanzaresi di
una certa età ricorda la grande Catanzaro d’altri tempi. E può aiutare anche la memoria dei Badolatesi
che anche alcuni loro illustri concittadini hanno fatto parte di quella grande Famiglia: “La Radice” ne
ha scritto qualche volta. – Ndd)


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