Data: 31/12/2021 - Anno: 27 - Numero: 3 - Pagina: 14 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
ELISA STOWE, UN’ANTROPOLOGA TEDESCA A BADOLATO |
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AUTORE: Guerino Nisticò (Altri articoli dell'autore)
ELISA STOWE, UN’ANTROPOLOGA TEDESCA A BADOLATO ARRIVATA IN BICICLETTA DALLA GERMANIA PER STUDIARE IL RAPPORTO STORICO DELL´UOMO CON LA TERRA. Nei mesi scorsi una giovane antropologa tedesca, Elisa Stowe, ha soggiornato per 5 settimane a Badolato con l’obiettivo di vivere una nuova esperienza di vita, tipicamente mediterranea, e di avviare una ricerca, per la propria tesi di master, volta a studiare ed approfondire il rapporto storico dell’Uomo con la terra nel Sud Italia. Elisa, arrivata dalla Germania a Badolato con il proprio compagno Stefan dopo un lungo viaggio in bicicletta, ha avuto l’opportunità di incontrare ed intervistare donne ed uomini di Badolato come ad esempio: Rina Trovato, Vincenzo Squillacioti, Pepè Argirò, alcune donne anziane del borgo, i coniugi Epifani, alcuni neo-contadini cittadini stranieri ormai “badolatesi d’adozione”, la famiglia Caminiti con un confronto intergenerazionale e tanti altri. Ed ecco una chiacchierata online, dopo il suo rientro in Germania, per un articolo-intervista per “La Radice”. Ciao Elisa, raccontaci qualcosa di te… Mi chiamo Elisa Stowe, ho 27 anni e sono una studentessa di antropologia culturale alla “Freie Universität Berlin“, in tesi ed ormai prossima a conseguire un master. Al liceo ho studiato ed imparato la lingua italiana. Sono stata tante volte in Italia, ma da quando sono venuta la prima volta nel Sud Italia, sono fortemente attratta da questi luoghi speciali. Dalla Germania a Badolato in bicicletta, perché e com´è andato il viaggio? Sono una grande appassionata della bicicletta per tanti motivi. Mi sono sempre mossa in bici. Prima di fare questo viaggio di quattro mesi lungo l’Italia e fino a Badolato, ho lavorato nel settore dello studio traffico per un cambiamento ecologico e sociale. I miei amici sono “bike nerds” che organizzano festival ed hanno delle bici-officine. Un giorno, facendo un giro in bici intorno a Berlino (dove non c´è nemmeno una collina), ho chiesto al mio compagno Stefan se avesse voglia di venire con me a Kasachstan in bici, perché il Kyrgisistan sembrava un po’ lontano. Mi ha guardato con gli occhi spalancati, come se fossi pazza, e poi mi ha proposto di fare prima un viaggio in bici in Italia. Io, nel 2020, ero già stata a Badolato condividendo parte del percorso e progetto “Badolato Permacultura” di Chris e Mario ed avevo voglia di tornare. Stefan ed io ci siamo così organizzati con tutta la roba e le attrezzature che servono per questo tipo di viaggi. Siamo partiti dalla Germania in agosto, lui da Berlino, io da Monaco. Abbiamo attraversato le Alpi e la valle dell’Adige, le pianure dell’Emilia-Romgana fino a raggiungere le colline della Toscana. Qui abbiamo poi deciso di spostarci in Sardegna. Abbiamo visitato gran parte dell´isola, ma non sapevamo quante salite ci aspettavano. Alla fine la Sardegna ci ha regalato pedalate su discese stupende con vista sul mare e coste straordinarie. Abbiamo dormito in tenda, sulla spiaggia sotto il cielo, abbiamo cucinato con cibo semplice ed abbiamo potuto goderci del proprio e vero lusso della vita. Dalla Sardegna ci siamo spostati in Sicilia in traghetto e da Palermo abbiamo poi pedalato fino a Catania, dove abbiamo soggiornati per un mese presso alcuni amici. Appena arrivati in Calabria, abbiamo pedalato lungo la litoranea per Scilla. La notte precedente avevamo soggiornato dall´altra parte dello Stretto di Messina, proprio sotto il Pilone di Torre Faro. Qui è arrivato un temporale fortissimo con vento di scirocco fortissimo, che ha poi causato danni in buona parte della Sicilia. Finito il maltempo abbiamo pranzato sotto un arco per vedere lo stretto di Messina con un sole magnifico. Accanto ad una statua di una sirena, qui tra Scilla e Cariddi, si poteva immaginare Ulysse attraversare questo posto meraviglioso e pericoloso. Pian piano abbiamo risalito la Calabria lungo la Costa Ionica ed arrivando a Badolato, dove un caro amico ci aspettava e mi regalava una stella di legno, un gesto che faceva già l’anno scorso quando sono ripartita da Badolato per la Germania. La bellezza non ti sfugge se vivi intensamente e sai fare esperienza di questi momentì unici. Siamo, infatti, molto grati di aver potuto fare questa esperienza. Cosa significa viaggiare in bicicletta? Viaggiare in bici è un modo di muoversi sostenibile, umano. Se non usi la forza del tuo corpo, rimarrai fermo. Viaggiare in bici significa muoversi come se facessi parte integrante della stessa terra che attraversi. Senti ogni pietra o pezzo di legno, ogni dislivello, le varie temperature climatiche, il meteo, il buio, senti i rumori delle macchine, i suoni della Natura, il canto degli uccelli, vedi come cambia il paesaggio e com’è diverso di regione in regione, di zona in zona. Non sei né pedone né automobilista; a volte sei isolato, perché viaggiare in bici è com’essere in un’intercapedine. Pedalando conosci realmente i tuoi limiti ed il tuo potere. Una giovane antropologa tedesca a Badolato per una tesi di master. Perché e quali sono le finalità della tua ricerca? Non è stato facile studiare e fare ricerca, come altre parecchie attività, durante questi anni difficili di pandemia globale. Invece di trovare un mondo di aperture, di nuove opportunità e possibilità, chi studia l´antropologia ha dovuto in questi anni scoprire un mondo di chiusure, restrizioni, problematiche nuove. Nel mio programma di master siamo incentivati ad andare all´estero. La maggior parte delle mie compagne e compagni di università sono però rimasti in Germania. La mia professoressa mi diceva sempre quanto sia importante “amare il proprio campo di ricerca”. Proprio per questo era per me chiaro farlo in Italia, nel Sud ed in Calabria. Volevo fare una ricerca sul rapporto storico tra l’Uomo e la terra. Volevo trovare risposte su cosa significasse “vivere grazie alla terra” nella società contemporanea. Sono arrivata la prima volta a Badolato per un caso. Ho trovato sul web un progetto di Permacultura e sono arrivata nel Vostro piccolo paese da volontaria, condividendo il percorso progettuale degli ormai amici Chris (svizzero) e Mario (spagnolo). Quando sono arrivata la prima volta nel 2020 non avevo idea di quanto Badolato fosse ricca ed intrisa di vita, storia, sofferenza ed umanità. Da lì è scoccato un nuovo importante amore e rapporto. Racontaci qualcosa del tuo soggiorno e delle tue esperienze/ emozioni vissute a Badolato. Oltre la bellezza della natura e del borgo, sono rimasta fortemente colpita dalla straordinarietà della gentilezza, ospitalità e generosità dei badolatesi. Ho ricevuto regali innumerevoli: l’olio buono, il miele, chili di agrumi profumati, peperoncini, formaggio, parecchie birrette al bar, bicchieri di vino, cornetti, libri! Sono troppo grata ai badolatesi per avermi accolta e fatta sentire a casa. Inoltre, il mio soggiorno mensile a Badolato mi ha dato l’opportunità - grazie anche a Guerino Nisticò - di conoscere meglio la gente e la sua storia realizzando giorno per giorno diverse interviste. Questa coscienza, conoscenza e consapevolezza aumentava di giorno in giorno arrivando a nutrire tanta stima per questo luogo e per la sua storia e comunità. Venendo a conoscenza, grazie alle interviste fatte con diversi contadini badolatesi, delle sofferenze e dei sacrifici vissuti in passato nelle campagne ed a causa dello sfruttamento e dell’emigrazione all’estero, non passerò sicuramente più da un albero di olivo come prima. Le memorie popolari e dei valori della propria vita ed il calore umano con cui sono venuta in contatto a Badolato, mi fanno riflettere molto e sorridere oggi nella mia stanza mentre sto cercando le giuste motivazioni, e ci stanno ora tutte!, per continuare a scrivere la mia tesi. Pronta a ritornare a Badolato? Certo. Mi manca tanto!
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