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Autore:     Data: 30/04/2019  
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Data: 30/06/2005 - Anno: 11 - Numero: 2 - Pagina: 5 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

I RAPPORTI TRA BADOLATO E LA CERTOSA

Letture: 1244               AUTORE: Giuseppe Maria Pisani (Altri articoli dell'autore)        

Contributo per una storia (Prima parte)

La storia della certosa di Serra San Bruno nel Medioevo è ancora tutta da scrivere. I pochi documenti recuperati sono preziosi per ricostruire, come le tessere di un mosaico, vicende purtroppo frammentarie che riguardano, pure, i paesi cui i monaci amministravano le terre tramite le grange. La voce francese ‘grange’ deriva dal latino ‘granum’: la loro funzione era quella di conservare le derrate prodotte sul luogo.
Dai documenti in possesso (1) si comprende l’importanza di Badolato per l’economia certosina già dal 1165. I tre documenti medioevali sono tratti dal Syllabus graecarum membranarum di Francesco Trinchera, stampato a Napoli per i tipi di Giuseppe Cataneo nel 1865, alle pagine 219-221; 464-466; 478-481. Il primo documento datato 10 agosto 1165 fa riferimento alle molestie che i monaci certosini guidati dal priore Landrino potevano subire dai coloni; gli altri due, datati agosto 1269 e gennaio 1271, riguardano alcuni terreni di pertinenza del monastero di Cammarota, sito in agro di Badolato, dipendente dai cistercensi che tra il 1193 e il 1411 ressero l’abbazia nullius e amministrarono i casali appartenuti ai certosini. Nel 1411 S. Stefano del Bosco passò in commenda a un prelato residente a Napoli che ne percepiva le rendite e solo nel 1505, con la scoperta delle reliquie di San Bruno, i certosini ritornarono nel loro monastero.
Nel 1563, come riporta la Grande Platea della Certosa di Santo Stefano del Bosco al f. 65 r., il monastero di Cammarota o Cammarato risulta distrutto: “ecclesiam unam sub vocabulo omnium Santorum que ecclesia olim erat monasterium nunc diruta et solo equata taliter quod solum vestigia apparent que ecclesia est capud grangie et est sita et posita in territorio terre Badolati in circunferenciis casalis santi Andreae in loco dicto Cammarato” (Franco Mosino, La Grande Platea della Certosa di Santo Stefano del Bosco: ricognizioni topografiche e toponomastiche. In “Calabria bizantina. Istituzioni civili e topografia storica”, Roma - Reggio Calabria, Gangemi editore, 1968, p.165.)

(1) Si sceglie di non riportare qui il testo dei documenti in lingua latina.


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