Data: 31/08/2008 - Anno: 14 - Numero: 2 - Pagina: 44 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
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AUTORE: Daniela Trapasso (Altri articoli dell'autore)
Il 25 giugno 2008 verso le 16.00 circa nel mare di Soverato si consumava l’ultimo atto della vita di un ventenne. Degu Getu era il suo nome e veniva dall’Etiopia. Era scappato dal suo Paese perché lì rischiava la vita; ha attraversato il deserto a piedi, ha attraversato il mare su di un gommone sgangherato in condizioni pericolosissime ed è morto mentre faceva il bagno a Soverato, quando ormai pensava di essere in salvo e di poter ricominciare una nuova vita. Getu era arrivato a febbraio a Badolato, ospite del progetto del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Era un ragazzo dolcissimo, sempre sorridente e ci salutava spesso nella sua lingua: “Denaderì”, arrivederci. La sua morte ha colto un po’ tutti di sorpresa. Ha dell’assurdo pensare che uno possa morire così, dopo aver compiuto un viaggio come quello che affrontano coloro che scappano per mettersi in salvo. Getu non era venuto in Italia per cercare fortuna. Era stato costretto a scappare a causa della guerra che da anni sta martoriando il suo Paese dove aveva lasciato una sorella e la mamma, il papà era già morto. A Badolato era benvoluto da tutti e, dopo la sua morte, abbiamo scoperto che tanti gli volevano bene, che si era creato una cerchia di amici che hanno davvero sofferto per la sua brutta storia. La sua famiglia ha voluto che Getu fosse riportato in patria per la sepoltura. È strano, oggi, pensare a questo giovane etiope quando diceva che un giorno avrebbe comunque voluto rivedere la sua terra; sicuramente non immaginava che quel giorno era così vicino e, soprattutto, non immaginava che ci sarebbe ritornato chiuso in una bara. A Badolato il 9 luglio è stato celebrato il funerale, così come hanno chiesto i suoi amici. È stato un modo per sottolineare il legame che si crea tra chi è ospitato nel nostro Borgo e i badolatesi. In tanti hanno partecipato al funerale: i rappresentanti del Comune, della Prefettura, dei Carabinieri, delle associazioni e tanta gente comune che ha sentito il bisogno di salutare un ragazzo di vent’anni andatosene troppo in fretta. Noi del CIR lo abbiamo ricordato con un breve discorso anche se ci piace immaginarlo ancora sulla porta dell’ufficio sorridente che ci saluta, con le treccine rasta in testa. “Denaderì”, arrivederci Getu.
NOTA - Il 18 e 19 luglio 2008, nell’ambito della Giornata Mondiale della Gioventù, si sono svolti a Montepaone i “Giochi senza frontiere”. Badolato ha partecipato con una squadra composta da circa 14 ragazzi rifugiati che vivono qui da noi. Hanno deciso che il nome della squadra dovesse essere DEGU GETU, come il loro amico morto qualche giorno prima. Il CIR ha organizzato la loro partecipazione alle gare. È stata un’esperienza bellissima, carica di emozione e di umanità. I ragazzi hanno vinto il gioco principale “Alla conquista di Sidney” conquistando la coppa messa in palio. Ovviamente hanno dedicato la vittoria e la coppa all’amico più sfortunato. |