| Data: 30/09/2007 - Anno: 13 - Numero: 3 - Pagina: 16 - INDIETRO - INDICE - AVANTI 
  
    |  INDAGANDO SUL NOSTRO TERRITORIO |  |   Letture: 1632                 
 AUTORE: AngelaMaida  (Altri articoli dell'autore) 
        
    (Del Gruppo Archeologico Paolo Orsi di Soverato, e della sua dinamica presidente, SignoraAngela Maida, abbiamo già scritto in occasione di un primo scavo archeologico (sondaggio) in Isca
 Marina lo scorso anno (“La Radice”, n° 4, 31 dicembre 2006). Da allora, grazie all’impegno del
 Gruppo soveratese e alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale, a Isca Marina c’è stato un
 secondo scavo, con risultati certamente non disprezzabili e che fanno bene sperare per il futuro. A noi,
 che stiamo seguendo da vicino l’importante attività, anche il piacere di porgere all’attenzione dei lettori
 quanto ci comunica in merito la Signora Maida, il cui Gruppo -ci piace scriverlo- è partner de
 “La Radice” nel progetto di un comprensoriale Museo del Territorio.)
 
 INDAGANDO SUL NOSTRO TERRITORIO
 Il lavoro dei volontari dei Gruppi Archeologici d’Italia
 Sarebbe utile una riflessione sulle motivazioni che portano tanti giovani a dedicarsi alla tutela
 e valorizzazione del territorio e sarei curiosa di sapere cosa pensano, di queste persone, tutti coloro
 che guardano con distacco o con disinteresse a tali fenomeni o, forse non guardano proprio.
 Forse non si pensa abbastanza, forse si continua a far nascere figli senza pensare cosa siamo
 disposti a lasciare loro in “eredità”, intendendo per questa, non i soldi o i beni immobili, ma
 l’ambiente.
 Già, perche è proprio in questo ambiente che dovranno vivere se non andranno via, ma come
 lo troveranno? Quale memoria, quale storia mai scritta, quale mare, quali fiumi, cascatelle e alberi
 potranno ammirare nella loro vita?
 Discariche dovunque, fiumi imbrattati di ogni schifezza, montagne di plastica e polistirolo
 malamente nascosti sotto cumuli di terra, uliveti ultrasecolari estinti nei roghi.
 Questo è ciò che osserviamo durante
 le nostre frequenti ricognizioni nei
 territori comprensoriali e quanto lasceremo
 in eredità ai nostri figli e ai nostri
 nipoti.
 Il lavoro dei volontari è soltanto un
 piccolo contributo ma è un grande
 esempio per guardarci intorno e,
 soprattutto per rimboccarci le maniche
 e cominciare a fare, aprendoci alla collaborazione
 e guardando agli interessi
 collettivi, ognuno può fare la sua parte.
 La nostra storia è legata al nostro
 ambiente e noi facciamo parte di tutto
 questo.
 Cercare e scrivere la storia, crescere
 culturalmente, proteggere il nostro
 patrimonio ambientale, culturale, storico
 è l’unica strada che ci rimane se vogliamo guardare avanti.
 La recente campagna di scavi nel territorio di Isca si inquadra in un contesto di rispetto
 ambientale e crescita culturale; è soltanto un primo passo per capire come, dove e perchè erano
 abitati i nostri territori.
 Tutti i nostri paesi presentano evidenze archeologiche e la Calabria non è soltanto”Magna
 Grecia”; nei nostri musei sono esposti reperti che vanno dall’era neolitica e che provengono
 dai nostri paesi, le nostre colline conservano frammenti di ogni epoca; bretti, greci, romani,
 bizantini hanno abitato le nostre terre.
 
 
 Strade, negozi, mercati, terme, artigianato, consentivano lo scorrere della vita quotidiana.
 È quanto certamente sarà messo in luce con le ricerche che proseguiranno; le indagini preventive
 che da qui a poco inizieranno, si integreranno con i risultati della recente campagna.
 Chiariranno i molti dubbi che affollano la nostra mente?
 Ci troviamo forse nei pressi di una strada? Cosa erano le strutture che abbiamo trovato? Forse
 magazzini? Cosa si produceva a Isca? Dove erano le fornaci per la produzione di laterizi? E quelle
 per la ceramica? Dove venivano seppelliti i morti? La ceramica sigillata africana che abbiamo
 trovato in gran quantità dove veniva sbarcata? Quale era l’approdo più vicino? Le terme che probabilmente
 sono andate completamente distrutte, a chi servivano? Erano private o pubbliche? E
 per concludere, quando e perchè è finito tutto questo? Forse eventi storici ci hanno coinvolti e travolti?
 Chissà se questi eventi hanno accomunato altre comunità.
 Non credo che pecchiamo di superbia sperando, negli anni, di contribuire a scrivere la nostra
 storia, non si lavora sotto il sole di agosto, tra la polvere senza una motivazione. Noi siamo fortemente
 motivati ma non dal lucro; non ci paga nessuno, vogliamo soltanto credere che la ricerca
 andrà avanti e per merito di archeologi, università, storici, la nostra storia abbia un inizio e non
 una fine.
 I nostri progetti?
 Un approfondimento delle conoscenze sul territorio comprensoriale, degli antiquarium che
 raccontano la storia locale, un museo del territorio e per il territorio a Badolato.
 È un sogno, un’utopia’? No, è lavoro per molti giovani, è richiamo per il turismo culturale, è
 arricchimento culturale e sociale, per tutti.
 AngelaMaida
 Gruppo Archeologico “Paolo Orsi” - Soverato
 
 
   
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